esperienze

Paolo Risso

"Resta con noi, Gesù"

P. Teodossio della Croce

 

"La giusta percezione dell’identità del Cristo, dell’identità della Vergine Maria e dell’identità della Chiesa, dunque il vero carattere ontologico della Redenzione, apre la via alla conoscenza, alla pietà e alla pace interiore. È la via dei criteri eterni della Rivelazione che trascendono, arricchiscono e illuminano di bellezza sovrumana ogni conoscenza, meditazione e affetto". Noi diciamo, "illuminano tutto l’uomo".

 

Cercatore dell’Assoluto

Chi scrive così, con sicurezza assoluta e con singolare letizia, è un illustre uomo del nostro tempo, che nel secolo XX, ha compiuto un lungo luminoso cammino, esperto degli uomini e di Dio.

Si chiama Teodossio Sgourdelis, nato in Grecia nel 1909. Patrasso, la sua città natale, era un piccolo porto del Peloponneso. La sua famiglia era di religione greco-ortodossa. Abitavano vicino al porto e i bambini, tre fratelli e una sorellina, trascorsero la loro fanciullezza davanti al mare, contemplando le navi in partenza e in arrivo, tra cielo e mare.

A scuola, Teodossio si distingue in tutte le discipline. È intelligente, studioso, profondo di intuizioni e di pensieri. Al termine degli studi secondari, gli sono aperte molte vie. Ha compiuto molte letture su ogni genere di argomenti, ma in ogni cosa, come il fior fiore dell’areté greca, è sempre attirato dalla ricerca dell’Essenziale e dalla sete dell’Assoluto. Affascinato dall’essenza e dall’«Essere», la Veritas entis, fin dalla giovinezza è rapito dall’amore di indagare e di acquisire la Verità, sino in fondo.

Passa gli anni della giovinezza nel mondo della cultura e della filosofia. Si stabilisce a Parigi, che attira numerosi giovani da molte nazioni. Lì conosce pensatori e artisti, noti in Europa e nel mondo, e pubblica alcune opere letterarie e teatrali. Lui però non cerca il successo artistico. È assetato di trovare un’unità di vita e di conoscenza, l’«Unum necessarium» per il Quale spendere la sua esistenza – che si vive una volta sola.

Il I° settembre 1939, Hitler invadendo la Polonia, scatena l’immane conflitto mondiale. La Francia entra in guerra. Teodossio ritorna in Grecia dove viene chiamato alle armi. Parte per il fronte in Albania e si distingue per intelligenza e umanità. È un tempo durissimo. La Grecia presto è occupata dalle truppe tedesche. Lui viene incaricato dal comune del Pireo (Atene) di dirigere un orfanotrofio: a prezzo di enormi sacrifici, mentre è fame nera, rifornisce di viveri e di medicine quest’istituzione per la fanciullezza che soffre. Nel frattempo, riprende a scrivere e a pubblicare opere poetiche e teatrali.

È già un protagonista di primo piano della vita del suo paese. Lo sarà presto ancora di più, ma egli è un cercatore di Dio, della Verità totale di Dio. A Parigi, ha conosciuto pensatori illustri che, provenienti da diversi lidi, hanno placato la loro sete di Infinito nella Chiesa Cattolica, la Risposta adeguata e definitiva a tutti i problemi dell’uomo e del mondo. Dunque, ora che si fa?

 

Cattolico e sacerdote

Al giungere della liberazione con il crollo dei tedeschi, egli cerca di coinvolgere gli uomini politici a un programma per un risveglio spirituale dell’Europa, dal tempo della rivoluzione francese percorsa dalle idee nefaste e dall’azione disgregatrice dei "senza-Dio", ispirati a Marx e a Nietszche e soci: "Solo Gesù Cristo può far rivivere della vera vita l’Europa e il mondo".

Nel 1946, ritorna a Parigi, come addetto-stampa presso l’Ambasciata greca. Seguono anni colmi di attività, a livello culturale, sociale e politico. Teodossio vive tra Parigi e Atene, tra la Francia e la Grecia nell’epoca in cui la Grecia deve far fronte alla guerra civile, fomentata dai comunisti, che tentano di impadronirsi del governo. Tra lo sgomento delle loro efferatezze, egli pubblica e diffonde documenti rivolti ai capi spirituali e politici delle nazioni, nell’impegno di dare un indirizzo spirituale cristiano a questa lotta contro tutte le forme di materialismo, e di salvare la Grecia e altre nazioni dalla penetrazione di Stalin nel Mediterraneo. Solo Gesù Cristo – lui ne è convinto – potrà impedire questo immane sfacelo.

Ed ecco che il comunismo, in modo quasi inesplicabile a vista umana, in Grecia subisce una grande disfatta: Dio dunque è intervenuto nella storia. Teodossio ne è lieto e da uomo davvero esperto in umanità nella grande luce di Dio, è chiamato a offrire la sua opera per la ripresa morale dell’esercito e della patria che ha sofferto l’indicibile.

Nel frattempo, alcuni avvenimenti personali lo conducono a un cammino di ricerca che lo avvicina ogni giorno di più alla Chiesa Cattolica. Lo muove un amore sempre più grande alla Verità, l’azione della Grazia di Cristo in lui, e lo studio ammirato e cordiale del Cattolicesimo, dove scopre davvero il Cristo senza errori né mutilazioni, e tutto quanto viene da Lui.

Nel 1958, a 49 anni, Teodossio è accolto ufficialmente nella Chiesa Cattolica, dall’Arcivescovo Cattolico, a Atene. Proprio lì, da qualche tempo, egli ha radunato degli amici e ha iniziato "un’efficace opera di illuminazione, in vista del ritorno delle confessioni cristiane alla Chiesa Cattolica, l’unica vera Chiesa di Cristo".

Finalmente cattolico, è ora davvero un uomo felice. Non gli resta che dare alla Chiesa e alle anime tutto se stesso, per irradiare Gesù Cristo, nella sua Verità, nella sua bellezza, nella sua unicità: Gesù unico Maestro e unico Salvatore nell’unica sua Chiesa Cattolica.

Così, con una letizia straordinaria, tutte le sue attività ora convergono nella fondazione di una "società di cultura e di azione cristiana i cui membri sono legati a Gesù in uno spirito di rinnovamento e di santificazione interiore. È l’inizio della "Fraternità della SS.ma Vergine Maria". Nel 1960, pubblica a Atene, in lingua francese, il libro "Meditazioni sui santi di Dio", in cui guardando all’esempio dei Santi, lancia in primo piano le Verità fondamentali dell’Incarnazione, della Vita, della Riparazione e della Vittoria del Cristo sul peccato e sulla morte, e della nostra unione con Lui, nella Grazia santificante ora nel tempo, e sempre nell’eternità: "Gratia, inchoatio vitae aeternae". Verità, realtà essenziale, dirimente che davvero ci distingue e fonda la nostra identità nella Vita divina, nell’essere, nell’ontologia del Cristo.

Il libro ha una grande diffusione, tra cattolici e ortodossi, tra umili fedeli e uomini di cultura, tra Sacerdoti e Vescovi, e fa conoscere e apprezzare ancora di più il suo Autore. Teodossio si stabilisce a Roma, certo che dall’Urbe caput mundi, potrà diffondere più ampiamente la sua opera in mezzo alle anime.

Sono gli anni del Concilio Vaticano II e a Roma giungono Vescovi da tutto il mondo. Il Card. Giuseppe Siri, Arcivescovo di Genova, impegnato più che mai a difendere e a custodire la Verità della fede della Chiesa, incontra Teodossio: ne nasce una profonda stima e amicizia reciproca. Il Card. Siri – come già aveva fatto il Card. Valerio Valeri, un tempo nunzio a Parigi – lo invita a prepararsi al Sacerdozio. Lui stesso lo prepara con la sua sicura dottrina teologica, il suo amore a Cristo e la sua passione per la Chiesa.

Il 30 ottobre 1966, allora solennità di Cristo Re, il Card. Siri ordina sacerdote l’uomo singolare che ora, con il cuore colmo della gioia più pura diventa Padre Teodossio Maria, della Croce. Ora più che mai sarebbe vissuto soltanto per estendere la Regalità di Gesù sulle anime e sul mondo intero, per far rifiorire dovunque la sua Chiesa.

 

Per la Chiesa: la vita

Incardinato nella diocesi di Genova, il Cardinale lo incoraggia a diffondere la sua opera, nel momento difficilissimo del post-Concilio, in cui i cattolici migliori assistono sbalorditi a una revisione mai avvenuta, di tutto, dall’esegesi biblica alla teologia, alla Liturgia, alla disciplina della Chiesa. Allora P. Teodossio fonda, accanto alla Comunità delle Sorelle, la Fraternità della SS.ma Vergine Maria, comprendente una Famiglia sacerdotale "Jesus Sacerdos et Rex", e una Famiglia di Suore dal bellissimo nome di "Agnus Dei", e apre la possibilità di un ramo di laici consacrati.

Ha 57 anni, il Padre, e il suo insegnamento, prodigato senza posa alle anime, in primo luogo alla sua Famiglia religiosa che vede crescere e fiorire nella Verità, raggiunge il suo culmine e la sua pienezza. Lucido quanto mai e operoso nella situazione della Chiesa, scrive: "Personalmente, io sono molto riconoscente a Dio di appartenere a questa Chiesa ora «mortificata», dolente, che soffre come il Corpo di Gesù soffriva al tempo della sua Passione, e io desidero morire come un soldato di questa Chiesa che amo. E io dico a tutti i miei figli e a tutti i miei amici, che noi non possiamo vivere soltanto leggendo libri, ma lasciando morire in noi l’uomo vecchio che vive nella superficialità, nel piacere, nella collera, mentre invece dobbiamo essere occupati di Cristo e delle anime che noi dobbiamo ammaestrare, scuotere, consolare, benedire, avviare all’incontro con Dio. Ecco il segreto per conoscere in profondità il mistero della Chiesa, amando e dimenticando noi stessi".

P. Teodossio ha una facoltà piuttosto rara di rendere accessibili a tutti le grandi Verità, Gesù Cristo e la sua Chiesa, la vita di comunione con Lui nella Grazia e nei Sacramenti, il valore immenso del Sacerdozio e dell’Eucaristia, senza mai banalizzare nulla. Seguendo il suo genio greco, alla luce splendente del Logos incarnato che è Cristo, egli riporta tutto a Lui – all’Essenziale – e si impegna come suo sacerdote affinché tutti ricevano in Lui questa "vita nuova" davvero "alta" nella santità.

A chi lo ascolta o legge, la ricchezza del suo pensiero appare inesauribile: non c’è problema della vita e della società o della Chiesa, che lui lasci senza risposta, perché in Cristo si può rispondere a ogni interrogativo per quanto angoscioso, donando giustificazione e senso all’esistenza, la possibilità della gioia, anche nel dolore.

Nella frammentazione liturgica degli arbitrii e nella dissacrazione della SS.ma Eucaristia vede la causa fondamentale della crisi senza limiti che dilaga nella Chiesa e, per questo, restituisce al suo centro, la Sacra Liturgia. Egli stesso insegna e prepara le celebrazioni, i paramenti e gli arredi sacri. Vuole che nelle Sante Messe della comunità sia conservato il Canone Romano. Insiste sulla necessità dell’adorazione quotidiana a Gesù Eucaristico, perché solo da Lui, tutto scaturisce per noi, grazia su grazia (Gv 1,16).

Trasmette un grande amore alla Madonna, venerata nella pienezza della sua realtà: Immacolata, sempre Vergine, Madre di Dio, Assunta con il suo corpo nella gloria, e anche Corredentrice nostra, Colei che, Madre della Chiesa, forma Gesù nei suoi figli e ci precede nella patria dei cieli. La realtà ontologica del Verbo incarnato, Gesù Cristo, e per Lui, la realtà ontologica di Maria, la Madre di Dio, mai la sapienza umana, i valori umani di una "gnosi" infine inconsistente, ma sempre l’essenza, l’essere in pienezza.

Per 25 anni, a costo di molti sacrifici, dirige la sua Fraternità, impegnandosi affinché le due comunità siano dei veri centri di formazione cristiana-cattolica, fondati sul vero amore a Cristo e alla Chiesa, sulla preghiera personale e liturgica davvero sacra, in un clima di pace e di reale amicizia fraterna.

Egli stesso apre la Fraternità all’apostolato delle edizioni che raggiunge il suo apice con la pubblicazione in 5 lingue del capolavoro del Card. Siri, "Getsemani", in cui il Cardinale, sostenuto anche dal Padre Teodossio, mette in evidenza con estrema lucidità i gravissimi errori presenti nella teologia moderna, dimostrando come soprattutto Rahner (e Kung) abbiano la pretesa incredibile e folle di fondare una "teologia" (= (!) senza Cristo, cui consegue lo scardinamento di tutto, come da più di 40 anni, stiamo vedendo sotto i nostri occhi.

L’opera dottrinale che P. Teodossio pensa come missione sua e della Fraternità, si arricchisce e si manifesta nel suo insegnamento in cui sente l’urgenza di dissetare le anime alla Sorgente purissima e infinita del Cristo e della Chiesa, annunciando, guidando e soprattutto testimoniando la Verità. Lo scriverà nella Regola d’oro della dottrina della Chiesa: "È il Cristo a dirci che nulla possiamo senza di Lui e che la nostra grandezza dipende dalla nostra «infanzia» e dalla nostra sottomissione alla sua Verità. È il Cristo che ci ha chiamati a liberarci sottomettendoci alla sua Verità e non cercando una personalità autonoma da Lui, e dunque falsamente libera. È il Cristo che ha parlato al mondo diversamente da come parla il mondo e ora spesso diversamente da come si parla nell’ambiente della Chiesa".

Davvero qualcosa di grande e di maestoso, la Fede sublime nel Cristo che cambia l’uomo e la storia e costruisce la civiltà vera e spalanca l’eternità nella comunione con Dio. Ed è così che l’intelligenza viva e aperta, il cuore sensibile e amante rendono il P. Teodossio attento a tutte le necessità spirituali e materiali di quelli che incontra.

 

Incontro a Dio

Gli anni passano veloci e densi di preghiera e di opere. Nel 1980 fonda la Milizia del Santo Sacrificio, associazione che promuove la difesa e la valorizzazione del SS.mo Sacramento dell’Eucaristia, come Presenza reale e Sacrificio di Gesù sull’altare, unita alla fedeltà assoluta alla Tradizione della Chiesa. Nel 1983, ormai provato e già malato, impegnandosi a amare i suoi sino al culmine (Gv 13, 1) come Gesù, senza mai risparmiarsi, stabilisce la sua Opera a Bagnoregio (Viterbo).

Offre tutta la sua vita a Dio con pazienza e lieto abbandono a Lui, sino all’ultimo. La sua offerta con Gesù per la Chiesa e per le anime. Celebra l’ultima Messa il giovedì santo 1989, circondato dai suoi "figli". Il 2 maggio, il "suo" Cardinale Giuseppe Siri, lo precede e lascia questa terra. Qualche settimana dopo, il 19 maggio 1989, P. Teodossio della Croce, lascia anche lui questo mondo per il Cielo.

In attesa di una sua biografia, il suo ritratto più bello appare dai suoi scritti e dalla sua predicazione, in primo luogo dal libro "Resta con noi Signore" (pubblicato dopo la sua morte da Città nuova), in cui l’invito dei discepoli di Emmaus al misterioso Viandante che aveva loro riscaldato il cuore lungo la via, diventa la struggente invocazione della Chiesa e degli uomini d’oggi a Lui, in questo tempo di apostasia:

"Resta con noi, Gesù. Tu, contestato sin dall’inizio dagli scribi e dai dottori e condannato dai capi del popolo che fu il tuo, contestato e rifiutato in seno alla tua Chiesa, da "scribi e dottori" soprattutto nel nostro tempo, Tu, Gesù, non ci lasciare. Senza di Te, si fa sera e scendono le tenebre e nessuna lampada al mondo vale a sostituirti. Resta con noi, Gesù Tu, il Necessario, l’Indispensabile, l’Unico".

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ultimo aggiornamento 22 ottobre, 2010