P A S T O R A L E

g  i  o  v  a  n  i  l  e

p a s t o r a l e  g i o v a n i l e

     Sr. Erika di Gesù, eam

 

Gesù buon Capitano

Fotografie

Ciao! Ti è mai capitato di guardare vecchie fotografie e non ricordare più le persone, gli avvenimenti, le emozioni di quel giorno?

Vorresti tornare indietro, come quando, in un film, vedi una scena due volte, per fissare meglio le immagini, le parole che ti sono sfuggite, per emozionarti ancora di più…

C’è un volto: lo conosci, ma non lo riconosci. Chi è? Come si chiama? Dov’è ho incontrato questa persona?

Ho sentito dire che alla mia morte vedrò, in un lampo, le scene della mia vita e di ciascun fotogramma, di ogni persona, comprenderò il senso.

All’improvviso sarà tutto chiaro. Come un mattino di tramontana.

Adesso la memoria è labile, come una fotografia sbiadita.

Tutto passa, Dio resta: diceva la grande Teresa.

La mia estate, la tua, sono alle nostre spalle. Ci sono le fotografie. Ancora più labili quando sono messe in rete.

Sembrano alla portata di tutti, ma sfuggono alla tua memoria, inevitabilmente.

Ogni commento si perde nella pagina successiva e tu, senza ricordi, chi sei? Come ti chiami? Gli altri, dove possono incontrarti?

Domenica scorsa sono stata con i ragazzi a Porto San Giorgio, a un congresso sulla Divina Misericordia.

Dopo pranzo abbiamo fatto una passeggiata sulle banchine del porto.

Abbiamo guardato le imbarcazioni ormeggiate di punta, una parallela all’altra.

Una distesa bianca di scafi sfoggiano nomi diversi; alberi che svettano alto, bandierine metalliche che concertano al vento, ancore che scendono in acque torbide… vien voglia di salire a bordo!

Devo sedermi sulla banchina per un lieve capogiro. Ma lì, con le gambe che ciondolano verso l’acqua, mi sento ancora meno sicura. Non sono una barca.

E allora ripenso al piccolo test proposto ai ragazzi, qualche giorno fa.

I ragazzi l’hanno eseguito a fatica. Qualcuno provoca: Perché non lo fai anche tu?

Comincio subito!

La mia barca è… (descrivo la mia imbarcazione ideale!)

Uno dei ragazzi scrive: La mia barca è fatta di legno e molto spaziosa.

Anche la mia è fatta di legno: è piccola in principio, ma poi si allarga, si allunga, cambia forma e funzione.

La mia barca è una portaerei. Scrive un altro.

La mia non è una nave da guerra, ma è capace di viaggiare in mare aperto, di lanciare e riprendere aeroplani. Può servire come campo da calcio, anche la mia.

Volendo potremmo farla diventare anche un campo da golf e comunque campo lo è certamente! Il campo della vita, dove si gioca al massimo, fino all’ultimo minuto.

La mia barca è povera, non è uno yacht, ma dentro ci si può mangiare, bere, parlare in amicizia, ridere, piangere, stare da soli o in compagnia.

Il suo simbolo è… una croce. Quella dell’Amore Misericordioso. Dei giovani dell’Amore Misericordioso. La croce, l’Eucaristia, l’albero e l’ancora, simbolo della speranza.

I giovani sono la speranza. La speranza è la croce. Il suo colore è fucsia fashion. Mi piace e va di moda.

Il suo nome è… Chiesa. Chiesa del grembiule, per dirla con Don Tonino Bello.

Chiesa, occhi aperti sul mondo. Chiesa che parla, che grida, che sgrida, se necessario.

Chiesa, Basilica maggiore. Nessun uomo — diceva Don Tonino qui a Collevalenza, nella Festa dell’Amore Misericordioso, tanti anni fa — è basilica minore.

L’uomo è il tempio. Tu, fratello mio, sorella mia, sei il Corpo del Signore. Il tempio che Dio ha consacrato per sempre. Sigillato con l’oro del suo sangue.

La barca vuol lasciare gli ormeggi e partire…
Su quale porto sono fermo?

Il porto della pigrizia, della tiepida stima di sé, della sfiducia.  

Mentre vorrei essere "radicata e fondata in Cristo, salda nella fede" (cfr. Col 2,7), come Papa Benedetto ci dirà, nella Giornata Mondiale della Gioventù, il prossimo anno.

Vorrei andare… verso la felicità. Scrive uno dei ragazzi. Verso la beatitudine, dico io.

In paradiso… quando muoio. Scrive una ragazza.

E se la mia barca fosse già il Paradiso? E se io diventassi Paradiso per gli altri?

Il Paradiso non può attendere, scrive Chiara Amirante. Io ci voglio andare.

Voglio essere un Paradiso per te. E tu?

Il mio equipaggio è composto da… amici, gridano i giovani all’unisono.

Amici stretti, amici migliori, i "miei" amici, amici fedeli.

Amici e nemici, dice Gesù.

Gesù è entrato in Paradiso a braccetto di un ladro pentito!

Sono i nemici che a bordo fanno la differenza. Mettono le ali alla barca…

Pagano il ticket per il mio Paradiso.

Vorrei lasciare a riva… le sigarette, il cellulare, scrivono i ragazzi. Anch’io vorrei lasciare a riva i miei vizi. Quelli che lasciano sola la mia solitudine. E, senza misericordia, mi lasciano annegare.

Vorrei lasciarli a riva, ma so che è un’illusione. Saliranno con me. Stanno nella mia pelle.

Pazienza! Non appena giunta al largo, sarò io a gettarli in mare!

Prevedo che il viaggio sarà… lunghissimo, bellissimo, divertente e… difficoltoso. Bravi ragazzi: un viaggio in barca ha le sue difficoltà. Inevitabili.

Nessuno può prevedere con assoluta certezza il tempo meteorologico. E quello cronologico ancora di meno. Nessuno può aggiungere un’ora sola alla sua vita.

Ma tutti possiamo vigilare sul tempo opportuno. L’ora, diceva Gesù. Il tempo in cui morte e vita si affrontano. Sembra vincere la morte. Ma poi trionfa la vita.

Mi piace parlare di… Dio! Mi è sempre piaciuto, fin da bambina. Alla mamma chiedevo di parlarmi del Paradiso. E lei lo faceva. La tua mamma ti parla del Paradiso?

Detesto parlare di… niente, perché bisogna affrontare le cose. Bella questa risposta, non trovi? Anch’io sono aperta a tutto, ma detesto le volgarità. Quelle che dici anche tu, che dico e che penso anch’io, a volte.

A questo punto, il test è finito.

Mi accorgo, però, di aver omesso una domanda: Chi è il mio capitano?

È il buon Gesù il mio capitano! Il capitano di Madre Speranza.

E con Lei, saliamo in barca e diciamo solennemente al nostro Capitano:

Voglio, Gesù mio, che Tu, Tu solo sia il movente principale dei miei affetti, di tutta la mia vita e che Tu sia per me tutto e ogni mio bene.

Ciurma, salite tutti! Con Gesù al ponte di comando, salpiamo verso l’unico viaggio che certamente giungerà al Porto: laTerra Paradiso!

Sr. Erika di Gesù
Marinaio AM

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ultimo aggiornamento 22 ottobre, 2010