note di storia

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P. Mario Gialletti fam

La orazione in Madre Speranza (3)

 

 

La trasformazione della vita è il criterio che identifica la vera orazione

  1. Come discernere e valutare una orazione? La mia orazione è autentica, o sola fantasia, o solo sentimento, o sola emotività, o sola fedeltà esterna?

  2. Il criterio che manifesta quanto sia valida ed efficace l’orazione è dato dalla constatazione della trasformazione che, di fatto, opera nella vita di chi prega. "Figlie mie, vi devo dire che dove non c’è carità verso il prossimo non c’è ombra di perfezione, né di santità. La santità infatti consiste essenzialmente nell’amare Gesù e questo amore ha come parte sostanziale il riferimento ai nostri simili. Ne deriva che, per sapere se veramente amiamo Gesù, basta che verifichiamo se nel nostro cuore arde in concreto la carità verso il prossimo; la grandezza di questa sarà la misura del nostro vero amore. Figlie mie, la carità deve essere il nostro distintivo e deve portarci ad amare i poveri come noi stesse". (El pan 2, 60).

  3. Questo è l’unico criterio; le forme di preghiera possono essere tante e tutte possono essere identicamente buone.

  4. Le diverse forme di orazione sono valide solo se aiutano a crescere nell’amore a Dio e nell’amore al prossimo. "Come oseremo dire di amare Gesù se non ci sforziamo di fare tutto il possibile perché arrivino ad amarLo tutti quelli che incontriamo?" (El pan 5,20).

  5. Le opere di per sé manifestano e rivelano la nostra natura, le nostre tendenze, i nostri gusti, il nostro egoismo; se MODELLATE da Dio nell’orazione, esprimono Dio.

  6. Nella densità e intensità di una vita interiore si rivelano la profondità e la verità della orazione. Se non c’è «cambio di vita», l’orazione è solo formalità, è solo apparenza, è solo sensibilità. "Non vorrei che tra di voi ci fosse qualcuna che, dimentica della carità, pretendesse identificare la sua santità con l’andare a testa bassa, il volto compunto, sospirando con gemiti per l’Amato, e che non fosse capace di sopportare che una consorella l’avesse contraddetta in una pur piccola cosa, o che le avesse detto di andare più in fretta nel darsi da fare per i poveri". (El pan 20, circ 6; del 12. 2.1934).
    Nel 1935 (cfr Circolare 30; El pan 20) scriveva la Madre Nel comunicarsi a vicenda, Dio e l’uomo, fanno amicizia, a solas. L’amore esclusivo costruisce, mantiene e sostiene l’orazione. Dove non ci fosse una lotta per un distacco (desasimiento) effettivo e unitivo e dove non ci fosse un amore totalitario che esiga appartenere (pertenecer) solo all’Altro non esiste neanche vera orazione; al massimo ci potranno essere pratiche di orazione che non arriveranno mai a essere una pratica orante. "La pietra angolare sulla quale deve poggiare l’edificio della santificazione non consiste nella recita di un numero enorme di pratiche di devozione ma nella carità, nell’obbedienza, nell’osservanza delle proprie Costituzioni, nell’abnegazione e nel sacrificio". (El pan 20, 30; circolare del 23.12.1935).

  7. Gli aspetti della vita che possono darci una misura della nostra unione con Dio sono: amore al prossimo, disponibilità radicale e obbedienza, umiltà.
    AMORE AL PROSSIMO. "Il frutto che dobbiamo ricavare dalla orazione è quello di infiammare il nostro cuore nel fuoco dell’amore di Dio e della carità". (El pan 14, 32; Costumbres fam). L’ardore della carità misericordiosa verso la quale ci orienta l’orazione si evidenzia in una capacità di:

perdono misericordioso che si offre in qualunque circostanza;

non lasciare spazio nel cuore all’odio, alla avversione, alla cattiva volontà, neanche quando si trattasse di nemici (cfr. El pan 20, 12; circolare del 19.12.1934);

essere disponibili a fare il bene a tutti, anche a quelli che ci disprezzano (cfr. El pan 20, 81-87; circolare del 5.12.1938);

sentire il bisogno di un lavoro incessante in favore di chiunque ha bisogno. «senza perdere neanche un minuto di tempo» (El pan 5, 9);

sentirsi spinti a una comprensione e dedizione misericordiosa (cfr. El pan 2, 75-76) e a un’abnegazione fino al sacrificio (El pan 5, 26- 28).

È autentica solo la orazione di chi «si consacra corpo e anima al servizio di Gesù mediante l’esercizio della carità». (cfr El pan 5, 26-28)
DISPONIBILITÀ RADICALE ALLA VOLONTÀ DI DIO. Un altro aspetto che si deve guardare e che deve andare unito al precedente per valutare una buona orazione è un atteggiamento di disponibilità radicale e assoluta di chi prega verso la divina volontà. «Chiedimi tutto quello che vuoi; io sono a disposizione» (cfr El pan 20, 309-314; circolare del 6.10.1947).

difficilmente può fare esperienza di un’autentica unione a Dio chi mette difese o condizioni alla volontà di Dio; la Madre era solita riassumere questo insegnamento con le parole: «Vivere solo per compiere la volontà divina, dimenticandosi di se stessi» (El pan 14, 25; Costumbres fam);

è nota una frase tipica sua: «Si compia, Dio mio, la tua volontà anche se io non la vedo, si compia la tua volontà anche se mi dovesse costare molto, si compia la tua volontà anche se io non arrivo a comprenderla» (El pan 19, 1679; del 16.8.1946).

l’obbedienza è il compendio di tutta la vita di Gesù e non può arrivare alla unione chi non entra nella medesima forma di essere e di attuare di Gesù (cfr. El pan 4, 77-78). Obbedire è amare. "Care figlie, attente, perché è molto facile ingannarsi e immaginare una vita religiosa meravigliosa. Le persone, amiche della preghiera e del raccoglimento, immaginano che la vita religiosa consista nel trascorrere tutto il giorno nel santo riposo della preghiera e credono ore perdute quelle non dedicate alla contemplazione. Altre, specialmente le attive e laboriose, immaginano che la vita religiosa sia consumare le proprie forze ed energie in opere buone e pensano facilmente che sia più utile lavorare che pregare. Altre, amiche delle penitenze, sognano solo veglie, digiuni, discipline e cilici e non riescono a capire che possono essere ottime religiose senza tutto questo. Altre, sempre scontente della loro situazione, desiderano ardentemente, per santificarsi, la clausura e il nascondimento. Altre, infine, passano la vita preoccupate che le Superiore non hanno capito le loro attitudini, non esercitano il giusto incarico dove le vorrebbe la divina provvidenza e sospirano trasferimenti programmando un piano di vita più perfetto. Che orrore, figlie mie! Ascoltate cosa dice un santo: L’autentica religiosa è quella che non ha più volontà". (El pan 4, 87-92).
UMILTÀ. Infine un ultimo aspetto cui si deve guardare è quello della umiltà. Questa nasce dalla unione con Dio e l’autenticità della unione con Dio risiede nei frutti della umiltà, che la Madre esprime così: «Mai mette impedimento ai disegni di Dio sulla sua persona e gli incarichi, in modo che Dio si può servire di lei per mezzo dei legittimi superiori senza timore a rifiuti» (El pan 20, 376-381; del 19.3/1951). Concretamente:

nel non porre mai resistenza o, meglio, nel desiderare ricevere i saggi e paterni consigli dei superiori e nell’accogliere senza inquietudine le riprensioni è dove si colloca la vera umiltà (cf El pan 20, 392-396; circolare del 21.11.1951);

questa umiltà dà frutti nella carità, nella obbedienza, nell’osservanza delle Costituzioni, nella abnegazione e nel sacrificio. (cfr El pan 20, 570-574; circolare del diciembre 1955; Cfr El pan 20, 685-692; circolare del 25.1.1961).

  1. Bisogna saper guardare ai gesti di mortificazione, di umiltà, di purezza di coscienza, di disponibilità, di zelo e di carità per poter giudicare e discernere la bontà della orazione. Sarà molto più orante non chi dice di avere molte «rivelazioni» nell’orazione ma chi vive nella pratica le esigenze e i dinamismi della orazione.

  2. L’accento dell’orazione autentica non cade sulle forme, sui metodi, sulle classificazioni, ecc. della orazione, ma nella vita. Non ha importanza il «come si prega» o «con quali mezzi si prega». Ciò che conta è la vita, ciò che l’orazione cambia nella vita.

  3. Conclusione. L’orazione-unione mette in evidenza la vita di una persona: si è come si prega. L’orazione fa la persona, la cambia, la modella, la costruisce.

     

LA ORAZIONE NEL NUOVO CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA

Nel Padre nostro il riepilogo di tutto il vangelo.

Il nuovo CCC presenta l’orazione del Padre Nostro come il riepilogo di tutto il vangelo.

Anche la nostra Madre, con l’orazione della Novena all’A.M., nel commento che ha fatto del Padre Nostro ha condensato tutta la spiritualità dell’Amore Misericordioso, presentando anche una sintesi dei sentimenti che devono accompagnare ogni cristiano nel cammino verso Dio.

La Novena si articola con una preghiera introduttiva e una domanda che si ripetono uguali tutti i giorni, mentre ognuno dei 9 giorni è caratterizzato da una breve meditazione a commento del Padre nostro e da una preghiera. La meditazione del Padre nostro è l’occasione per imparare a pregare come ha insegnato Gesù e l’occasione per ripresentare il progetto di amore e di fiducia di Dio sull’uomo.

La preghiera introduttiva della Novena - ripetuta ogni giorno – ricorda che, ogni volta che noi ci mettiamo a pregare, possiamo essere mossi da qualche problema da risolvere o da qualche grazia da chiedere, ma è importante ricordare che la cosa più importante resta sempre solo quella di riuscire a cambiare la nostra condotta. Recita così: Gesù mio, grande è il mio dolore considerando la disgrazia che ho avuto di offenderti tante volte. Tu invece, con cuore di Padre, non solo mi hai perdonato ma con le tue parole: "domandate ed otterrete" mi inviti a chiederti quanto mi è necessario. Pieno di fiducia ricorro al tuo Amore Misericordioso, affinché mi conceda ciò che imploro in questa novena e soprattutto la grazia di cambiare la mia condotta e d’ora innanzi di testimoniare la mia fede con le opere, vivendo secondo i tuoi precetti, e di ardere nel fuoco della tua carità.

Per la Madre l’orazione parte dal vissuto, dal quotidiano e c’è da imparare a pregare in ogni tempo, nei momenti particolari, nelle vicende belle o tristi di ogni giorno: è in queste vicende che lo Spirito nell’orazione ci indica il cammino verso Dio.

Nei momenti di allegria, come nei momenti di difficoltà, di ansia o di dolore, il cristiano ricorre alla preghiera non per dire a Dio come dovrebbe risolvere la situazione ma per imparare a scoprire la volontà amorosa di Dio anche in quella situazione.

È come se, in un momento di difficoltà, il cristiano ricorresse all’orazione per fare orazione COME ha insegnato Gesù:

Signore, Tu già vedi che proprio in questo momento mi trovo in una grande angustia e difficoltà; ma io sono sicuro di essere oggetto della tua divina provvidenza e sono sicuro che tutto ciò che passa per le tue mani è per il mio bene: è totale la mia confidenza in Te. Per questo:

Padre: Adesso, in questa situazione e soprattutto in questa situazione di sofferenza, io sento la certezza di poterti considerare mio Padre

Nostro; padre mio e padre di chi mi ha procurato questa sofferenza

Che sei nei cieli: Ti penso nei cieli perché anche in questa situazione io voglio aspirare alle cose celesti.

Sia santificato il tuo nome: La cosa che più mi sta a cuore, soprattutto in questo momento, è la tua gloria.

Venga il tuo regno: Desidero anch’io offrire e soffrire qualche cosa perché venga il tuo regno.

Sia fatta la tua volontà: Desidero che anche in questo momento si compia solo quello che tu desideri.

Dacci oggi il nostro pane: Ti chiedo di aiutarmi con la tua grazia, per me tanto necessaria come il pane di ogni giorno, soprattutto in questa occasione.

Perdona i nostri debiti: Perdona i miei peccati e la mia indelicatezza con Te.

Come noi li perdoniamo: So che anche io devo perdonare e che Tu userai della tua generosità con me nella misura che anche io lo avrò fatto con i miei fratelli.

E non ci indurre in tentazione: Solo vivendo così, questa situazione non si trasformerà in occasione di peccato e mi vedrò libero da ogni male.

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ultimo aggiornamento 17 novembre, 2010