Usino quest’acqua con tanta fede e fiducia ...

"…desidero che tu dica fino ad inciderlo nel cuore e nella mente di tutti coloro che
ricorrono a te…"
(El Pan 24,75)

Veramente "biblica" questa espressione. Per non dimenticare che il Signore Dio lo ha liberato dalla schiavitù in Egitto facendogli attraversare il mare, il popolo di Israele deve scriverlo nella propria mano (Es 13,16).

Il primo e più grande dei comandamenti: "Amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze"(Dt 6,5) è seguito dalle parole : "questi precetti che oggi ti do, ti stiano fissi nel cuore; li ripeterai…ne parlerai…te li legherai alla mano…li scriverai sugli stipiti…" (Dt 6,6-9).
E la raccomandazione di Dio a ricordare, "scrivendoli" nel cuore e nell’anima, ritorna in Dt 11,18-21 a proposito di tutti i comandi del Signore.

Siamo emotivi e molto attratti dalle emozioni. Anche il nostro modo di corrispondere e aderire a Dio, troppo spesso, è così superficiale e legato solo a sensazioni piacevoli ma effimere, che il Signore cerca di metterci in guardia. Le emozioni, infatti, si dissolvono in fretta; il dono della fede si deve allora custodire con l’esercizio della volontà a "rimanere" in ciò che si è ricevuto. Pertanto: ricorda continuamente, ripetilo fino a che diventi parte di te e scenda nel profondo del cuore, come un seme nella profondità della terra, dove finalmente potrà radicarsi, germogliare e portare frutto.

A nulla sono servite queste raccomandazioni per Israele; non è riuscito a scriverle nel proprio cuore e ripetutamente ha infranto l’alleanza con Dio, infedele come una sposa adultera.

Allora la Misericordia ha trovato ancora una soluzione: "Porrò la mia legge nel loro animo, la scriverò Io sul loro cuore" (Ger 31, 33).

Maria Antonietta Sansone

... e si vedranno sempre liberati da gravi infermità

Ho una figlia legata sentimentalmente a un ragazzo musulmano col quale si è sposata civilmente. La convivenza con lui è sempre stata difficile e anche dopo la nascita di un figlio la situazione familiare peggiorava. Io sono venuta a Collevalenza e ho fatto l’immersione alle piscine del Santuario tra le lacrime: il pensiero era tutto per mia figlia e la sua famiglia, ma mi abbandonai completamente al Signore. Tornata a casa continuavo insieme ai miei a pregare la novena, specialmente quando mia figlia telefonava disperata chiedendo preghiere.

Abbiamo fatto un altro viaggio a Collevalenza e questa volta anche mia figlia e mio genero chiesero di venire. Lui volle fare l’immersione alle piscine e ne uscì felice e raggiante.

Dopo questa esperienza ha iniziato la catechesi per diventare cattolico e nel giugno 2006 è stato battezzato e ha cambiato vita: è diventato un bravo papà e marito e ha trovato lavoro. Quando ci sembra tutto impossibile abbandoniamoci all’onnipotenza di Dio, per Lui niente è impossibile.

 

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ultimo aggiornamento 17 dicembre, 2010