Usino quest’acqua con tanta fede e fiducia ...

"…che usino di quest’Acqua…" (El Pan 24,75)
 

Nei Vangeli, la fede è la sola condizione richiesta perché Gesù operi dei miracoli. A quanti lo supplicano Egli raccomanda di avere fede; così incoraggia Giairo a cui hanno appena comunicato che la figlia è morta, dicendogli "Non temere, ma solamente abbi fede" (Mc5, 36-Lc 8,50) e riprende il padre dubbioso dell’epilettico che gli ha chiesto "Se puoi fare qualcosa…aiutaci" (Mc 9,22) correggendolo "Se puoi…? Tutto è possibile a chi crede!"(Mc 9,23). Numerose sono le volte in cui Gesù sottolinea esplicitamente che è stata la fede ad ottenere la guarigione miracolosa: "Gesù disse al centurione: Va’ sia fatto come tu hai creduto! E in quell’istante il servo guarì" (Mt 8, 13). Alla donna affetta da emorragie "Gesù si voltò e disse: Coraggio, figliola, la tua fede ti ha salvata. Da quel momento la donna fu guarita" (Mt 9, 22-Lc 8,48). Al cieco di Gerico "Vedi! La tua fede ti ha salvato. Subito ci vide di nuovo…" (Lc 18,42). Alla donna cananea che lo supplicava per la figlia "Allora Gesù rispose: O donna, grande è la tua fede! Sia fatto come tu vuoi. Da quel momento sua figlia fu guarita" (Mt 15, 28).

La mancanza di fede, invece, sembra porre impedimenti alla potenza di Dio e "legargli" le mani. A Nazaret Gesù "Non poté farvi alcun miracolo… ed era meravigliato della loro incredulità" (Mc 6,5-6).

Ricevere l’aiuto che desideriamo, in fondo, dipende soprattutto da noi. La fede è un dono gratuito di Dio, ma è anche un atto della volontà che accetta liberamente di fidarsi. È, quindi, un atto molto impegnativo che coinvolge totalmente la persona e le richiede forza e perseveranza, piuttosto che passività o fuga da una realtà faticosa, come hanno sostenuto e sostengono alcuni.

Credere comporta sempre accettare di "perdersi"; come se uscire da sé per affidarsi e quindi in qualche modo "trascendersi", per la creatura sia l’unico modo di raggiungere Dio ed entrare in relazione col Trascendente.

Maria Antonietta Sansone

... e si vedranno sempre liberati da gravi infermità

Sono stata a Collevalenza col mio gruppo parrocchiale. Il giorno precedente avevo concesso il divorzio a mio marito dopo dieci anni di separazione e sofferenze.

Il giorno del pellegrinaggio, però, avevo la mente libera. Le persone che erano con me mi aiutavano a salire e scendere le scale perché non avevo portato gli occhiali da vista. Sono miope e da cinque anni mi è stato diagnosticato un glaucoma di notevole gravità.

Dopo aver visitato il Santuario mi sono fermata a pregare alla tomba di Madre Speranza e successivamente ho visitato un luogo con un pozzo e tante fontane d’acqua. Insieme alle signore che erano con me, abbiamo bevuto l’acqua e io di nascosto mi sono bagnata gli occhi. Al ritorno, guardando dal finestrino, mi sembrava tutto più chiaro ma non osavo pensare. Successivamente il mio oculista constatò un netto miglioramento della mia vista. Mi disse che ero stata fortunata. Non sono guarita del tutto, ma questa esperienza mi ha reso più forte nella fede.

Articolo precedente

Articolo successivo

[Home page | Sommario Rivista]


realizzazione webmaster@collevalenza.it
ultimo aggiornamento 10 febbraio, 2011