8 febbraio - anniversario nascita al cielo di Madre Speranza
   
   
OMELIA: Sua Ecc.za Mons. Angelo SPINA, vescovo di Sulmona-Valva

 

Se Gesù è il centro della nostra vita noi mostriamo il volto di Gesù

Cari fratelli e sorelle, è per me motivo di grande gioia essere oggi in questo Santuario. Sono venuto tante volte qui, da sacerdote, oggi vengo qui da vescovo di Sulmona, a celebrare l’Eucaristia con tanti sacerdoti Figli dell’Amore Misericordioso che ringrazio, e con tutti voi fedeli, soprattutto con voi famiglie con cui poc’anzi ci siamo incontrati.

Questo Santuario parla dell’amore di Dio, come ogni luogo sacro e santo proietta nella nostra vita tutta la luce infinita di Dio.

Una cosa che avviene nelle nostre famiglie è che basta una piccola cosa che ci togliamo la parola: quando un figlio non si sente capito, non parla più con i genitori; qualche volta per un piccolo contrasto la moglie toglie la parola al marito e il marito alla moglie; la cosa bella è che Dio non ci toglie mai la parola, è sempre amore, e questa parola ce la dona tutte le volte proprio perché questa parola è dentro, ci fa sempre buoni e ci dilata il cuore, e questa parola dopo averla ascoltata noi abbiamo detto: "Rendiamo grazie a Dio", è segno che ti convoca, parla al tuo cuore e porta nella tua vita una novità "lo crea di nuovo", lo "ri-crea".

In queste letture si parla molto di luce, si parla molto anche di come essere credenti e si parla molto di "chi" è il centro della nostra fede; San Paolo scrivendo ai Corinzi lo dice, lui parla sempre in un modo personale di Gesù, non per sentito dire, ma perché su quella strada di Damasco è stato folgorato da una luce e la sua vita è cambiata, lui ha detto di sé: "dimentico del passato e proteso verso le cose future, tutto quello che ho fatto nella mia vita lo ritengo una spazzatura, adesso ho il tesoro della mia vita e il tesoro della mia vita è Gesù Cristo Crocifisso e Risorto". E dirà nella lettera ai Galati: "Questa vita che vivo nella carne io la vivo nella fede del Figlio di Dio che mi ha amato ed è morto per me". Vivere è Cristo per Paolo e allora quando comincia la sua missione di apostolo lui non va dalle persone presentando una filosofia, ma va a presentare Dio-Amore. E chi è questo Dio-Amore? È Gesù Cristo; e questo Amore è sulla croce, è Lui che si è immolato, Gesù Cristo crocifisso io vi predico, niente più, non cose umane ma Dio stesso.

E chiunque accoglie la predicazione, cioè, chiunque di noi è fedele e accoglie Gesù, lo comincia a seguire. La nostra fede non può essere divisa; le banconote quando non hanno la doppia faccia sono false, per essere una banconota che vale dev’essere stampata da un lato e anche dall’altro lato. Così siamo noi credenti. Se Gesù è il centro della nostra vita noi mostriamo il volto di Gesù. Come viviamo? ma oggi c’è una grande contraddizione e un grande scollamento: che qui siamo credenti e poi fuori viviamo di un altro modo; ecco perché la prima lettura ci ha fatto un forte richiamo: così dice il Signore, "io non voglio da voi i digiuni, io non voglio da voi delle cose apparenti, io voglio delle cose concrete". Tu credi in Dio? E allora dice: invocherai il Signore ed Egli risponderà, implorerai aiuto ed Egli ti dirà "eccomi!" Dio sta con te.

Ma tu cosa sei chiamato a fare? togli di mezzo a te l’oppressione, non crederti superiore agli altri, che gli altri non contano niente, tu li domini… non opprimere nessuno; non sappiamo comandare noi stessi e noi vogliamo comandare tutti gli altri. Poi dice "non puntare il dito". Vedete, quando si punta il dito è come una canna da pistola, parte subito un proiettile all’altro, attenzione! perché mentre fai così altre tre canne di proiettile sono rivolte verso di te. Quando tu giudichi, già sei stato giudicato tre volte; comincia ad avere dell’altro il rispetto, la comprensione… apri il tuo cuore all’affamato, sazia l’afflitto di cuore, allora brillerà tra le tenebre la luce, cioè, fai vedere che sei figlio di Dio. È questo quello che il Signore vuole da noi, se Lui si da tutto a noi vuole che noi tutto ci diamo a Lui e ai fratelli con un’unica regola, la regola dell’amore. E Gesù nel Vangelo dice ai discepoli: "Voi – ce lo dice oggi a me e a te – voi siete il sale della terra, voi siete la luce del mondo".

Chi è Gesù? È luce ed è sale. Luce perché è logos, luce perché è ragione, luce perché è la verità. E la luce illumina, toglie le tenebre. E Gesù è la luce del mondo, la luce vera che illumina ogni uomo. Ma Lui è anche il sale, il sale è ciò che dà sapore, è ragione ed è amore. Queste due realtà in Gesù sono una, Gesù non ha detto delle cose come hanno detto i filosofi o tanti uomini ma non le hanno mai fatte, dicono e non fanno ma Gesù è verità ed amore, in Lui non c’è divisione.

Ora chi segue Gesù, chi è discepolo di Gesù, chi è cristiano è chiamato ad essere così, ecco perché Gesù ci dà una missione, non dice: voi sarete la luce del mondo, voi sarete… no, no, voi siete luce. Come fai ad essere luce tu? Perché Lui ti illumina e se illumina la tua mente ed illumina il tuo cuore allora vedi come tieni in braccio quel bambino gli dai affetto, gli dai amore e quel bambino è spensierato è sereno, può crollare tutto il mondo ma lui dice: c’è mamma… sto bene. È l’amore, è l’amore che si vede, così voi coppie – con cui abbiamo fatto nella riflessione prima: cosa conta nella vostra vita? Quanto ognuno accumula per sé un amore che voi sapete far vedere.

Care famiglie, questo mondo ha perso il sapore dell’amore, è ridotto a consumo, è ridotto a cose, quanta povertà, quanto degrado morale! A questo mondo bisogna ridargli il sapore, e, come? con la tua testimonianza.

Quando delle persone vedono che marito e moglie stanno insieme, che sanno amare i figli e sanno crescerli ed educarli in un mondo così complesso, molti si chiedono: ma loro come fanno a stare ancora insieme?... perché c’è l’amore di Dio, c’è la grazia del Sacramento. Allora tu non diventi più buono e più bravo degli altri, ma fai vedere agli altri l’amore e il mondo può fare a meno di tutto ma non può fare a meno dell’amore.

Siamo chiamati allora nel nostro tempo a seguire Gesù ragione e amore, verità e cuore a seguirlo non con una vita divisa, ma con una vita coerente di credenti e di testimoni del vangelo.

Oggi, uscendo da questo Santuario, molti ci dovrebbero vedere luminosi, belli, fiduciosi, amati da Dio e perciò pronti ad amare e a cambiare il mondo e allora è bello che le famiglie annunciano il vangelo del matrimonio, che il matrimonio è dono di Dio e quello che Dio ha unito non va diviso; annunciano il vangelo della famiglia creata da Dio naturalmente ed elevata a sacramento dal Signore come luogo dell’amore. E allora chi annuncia il vangelo dell’amore, l’amore ai figli, l’amore tra i componenti della famiglia, soprattutto quando ci sono persone anziane o malate o in difficoltà, non è il momento di mandarli via, ma è il momento di farsi forti per aiutare, lì si vede la potenza di Dio Amore, e poi annunciare il vangelo della gioia, accogliere i figli come dono di Dio. I figli non sono un possesso e una proprietà, sono un dono e quando vengono accolti nell’amore, vengono cresciuti nell’amore.

Il Signore ci ha chiamato a essere protagonisti non solo spettatori e oggi diciamo: grazie, Signore, perché tu sei la luce del mondo e noi ti vogliamo seguire; tu dai senso e sapore alla nostra esistenza, fa che sappiamo essere discepoli che portano al mondo sapienza, amore, verità e concretezza nel fare il bene.

Sia lodato Gesù Cristo.

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ultimo aggiornamento 16 marzo, 2011