Usino quest’acqua con tanta fede e fiducia ...

"…e si vedranno sempre liberati da gravi infermità; …" (El Pan 24,75)

La Scrittura descrive la vicenda di Naaman, comandante l’esercito degli Aramei, che guarisce dalla terribile malattia della lebbra immergendosi sette volte nell’ acqua del Giordano, in obbedienza alla parola del profeta Eliseo. " Allora egli discese e si immerse sette volte nel Giordano, secondo la parola dell’uomo di Dio: la sua carne tornò come quella di un ragazzino e fu purificato" (2Re 5,14).
Riporta anche che a Gerusalemme c’era la piscina di Betesda, vicinissima al Tempio, attorno alla quale si radunavano folle di malati in attesa; correva voce, infatti, che tutte le volte che l’acqua della piscina si agitava per opera di un angelo, il primo malato che vi si fosse immerso, sarebbe guarito miracolosamente (cfr Gv 5, 2-4).

Anche il Vangelo ricorda una guarigione miracolosa, quella del cieco nato, che Gesù sceglie di compiere proprio mediante il lavacro con acqua: "…fece del fango con la saliva e spalmò il fango sugli occhi di lui. Poi gli disse "Và a lavarti alla piscina di Siloè" …Egli andò, si lavò e ritornò che ci vedeva" (Gv 9, 6-7).

Soprattutto in quest’ultimo brano, è forte il riferimento all’acqua quale segno visibile del Battesimo, il Sacramento della salvezza, che ridona la "vista interiore", la possibilità di riconoscere Gesù "Signore".

La promessa di guarigione da gravi infermità attraverso l’acqua, ancora una volta, ci fa ricordare il nostro Battesimo, quando siamo scesi nell’acqua marcati dal peccato originale e ne siamo riemersi purificati e figli di Dio.

Il gesto devozionale dell’immersione nelle piscine del Santuario non può assolutamente compiersi, allora, come un rito magico o per superstizione; può essere solamente il gesto di affidamento totale all’Amore Misericordioso, di chi si riconosce completamente povero e bisognoso.

" Si rifugiano gli uomini all’ombra delle tue ali, della ricchezza della tua casa essi si inebriano e al torrente delle tue delizie tu li disseti. È in Te la Sorgente della vita, alla Tua luce vediamo la luce" (Salmo 35, 8-10)

Maria Antonietta Sansone

... e si vedranno sempre liberati da gravi infermità

 

Nel mese di luglio 1982 siamo venuti al Santuario dell’Amore Misericordioso.

Mio padre aveva un’ulcera varicosa nella gamba destra, aperta in modo penoso. Ha fatto degli impacchi con ovatta e acqua della fonte che si trova nel cortile delle Piscine, dietro la statua di marmo di Maria Mediatrice.

Da quel giorno dice di essere migliorato e guarito completamente.

E pensare che aveva fatto cinque mesi di Clinica per far chiudere una precedente ulcera.

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ultimo aggiornamento 06 maggio, 2011