esperienze

Paolo Risso

Missionario del Volto Santo:
S. Gaetano Catanoso

Nel 1997 il Papa Giovanni Paolo II lo iscriveva tra i beati;
il 23 ottobre 2005 il Papa Benedetto XVI lo ha proclamato santo.

 

La strada da Chorio a Reggio Calabria, nel 1889, era lunga e accidentata. Papà Antonio era partito presto da casa per accompagnare il figlioletto Gaetano, di 10 anni, in Seminario, ma a un certo punto il ragazzino non ce la faceva più. Lo mise nella gerla e lo caricò sull’asino. Verso sera arrivarono alla meta.

Gaetano disse: "Sono venuto per farmi prete". È per Gesù solo che si possono vivere avventure così: fragile di salute, ma ardente di cuore per il suo ideale, prese a impegnarsi con serietà, a crescere nell’amore di Dio e del prossimo. Di tanto in tanto, ritornava in famiglia per ristabilirsi in salute, ma gli era impossibile scoraggiarsi.

"Chi te lo fa fare, una vita così?" – potremmo dire noi. Risposta: "Gesù solo". Solo Gesù e nessun altro.

A 16 anni, già vestito l’abito talare, tenne la prima predica alla gente del suo paese natio, meravigliando tutti per il fervore con cui parlò di Gesù presente nel SS.mo Sacramento dell’altare e della Madonna, sua e nostra Madre. "È stato un episodio molto bello – dirà un giorno – un anticipo della mia futura missione sacerdotale".

Parroco, padre, riparatore


Era nato, Gaetano Catanoso, a Chorio di S. Lorenzo (RC), il 14 febbraio 1879. I suoi genitori erano proprietari terrieri con coloni a lavorare nelle loro terre. Il ragazzo crebbe in una famiglia ricca di fede e di figli. In Seminario, i superiori temono però che non arrivi all’altare, ma lui, stupendo tutti, cresce in modo brillate così che dirà di se stesso: "Anche l’asinello ce l’ha fatta".

È ordinato sacerdote a Reggio Calabria il 20 settembre 1902. E’ così contento quel giorno che esclama: "O parenti, e amici chiamati a prender parte alla mia festa, pregate il Cuore di Gesù che mi renda santo". Giura di non commettere mai alcun peccato né mortale né veniale deliberato e di stare alla presenza di Dio ogni istante della sua vita.

Nel 1904, a soli 25 anni, va parroco a Pentadattilo, un piccolo borgo sull’Aspromonte, dove rimarrà fino al 1921. E’ innamorato di Dio e trascorre gran parte del suo tempo in chiesa, in adorazione a Gesù Eucaristico, dopo aver celebrato la S. Messa, centro della sua giornata e della sua vita, come farebbe, se potesse, un angelo. Confessa a lungo, ogni giorno, e presto si rivela un ottimo direttore spirituale: non vengono soltanto i parrocchiani al suo confessionale, ma molti dei dintorni e poi da lontano, anche molti confratelli sacerdoti.

Si dedica con amore di padre alla sua gente, ai bambini e ai ragazzi, agli anziani e ai malati, ai più poveri. Istruisce i giovani con una scuola serale gratuita, chiama i fedeli a prender parte alla S. Messa, in modo consapevole e fervoroso. E’ inviato a predicare missioni e a confessare in altre parrocchie della diocesi e fuori diocesi. Diventa la guida di tanti sacerdoti, di religiosi e di suore, di anime consacrate.

Nel silenzio della sua chiesa, don Gaetano matura una grande missione. Nel 1915, quando già gode fama di santità, per i consacrati, ma senza escludere nessuno, inizia a stampare un periodico: "L’ora eucaristica sacerdotale". Nel 1918, incontra don Luigi Orione, che nel 1908 si era distinto per la sua carità durante il terremoto di Messina e Reggio Calabria, e si infiamma di nuovo zelo apostolico.

Si avvicina la sua "ora". Nell’agosto 1843, Papa Gregario XVI a Roma aveva istituito la Confraternita del Volto Santo di Gesù, al fine di riparare le offese contro di Lui, soprattutto la bestemmia. Nel medesimo mese, al Carmelo di Tours, in Francia, Gesù si rivelava all’umile portinaia, suor Maria: "Il mio Cuore è bestemmiato ovunque: i fanciulli stessi bestemmiano. Con la bestemmia, il peccatore mi maledice in faccia, mi investe apertamente e pronuncia lui stesso il mio giudizio e la sua condanna. Io cerco delle Veroniche per asciugare il mio divin Volto, poiché esso ha pochi adoratori". Così il 27 ottobre 1845, nasceva a Tours il movimento della riparazione al Volto Santo di Gesù.

Don Gaetano ne viene a conoscenza e nel 1918 si iscrive al sodalizio dei Missionari del Santo Volto di Tours. L’anno seguente erige nella sua parrocchia la Confraternita del Santo Volto: "Uniamoci nella devozione al Volto Santo, per riparare i nostri peccati, in primo luogo la bestemmia e la profanazione della festa, per la conversione dei peccatori. Vogliamo diventare anime riparatrici, contribuire al trionfo della Chiesa, partecipare alle sublimi ricompense promesse da Nostro Signore".

Come Veronica per Gesù


Dal 1921 è parroco di S. Maria della Purificazione a Reggio Calabria. Nella sua parrocchia realizza un centro irradiante di vita eucaristica, divulgando con ogni mezzo l’amore al Volto Santo di Gesù, adorato nella SS.ma Eucaristia, sua presenza reale e Sacrificio al Padre, servito nei fratelli più poveri. Continua la sua itineranza di predicatore per la diocesi e per la Calabria.

Attorno a lui nasce un vasto sodalizio di anime. È cappellano delle carceri e dell’ospedale di Reggio, direttore spirituale del Seminario diocesano, poi canonico penitenziere in cattedrale. Nelle sue predicazioni attraverso l’Aspromonte, incontra numerosi ragazzi che non possono realizzare la loro vocazione sacerdotale per mancanza di mezzi: don Gaetano, dal 1921 fa nascere l’Opera vocazione per i chierici poveri e ne conduce diversi al sacerdozio. Nel medesimo tempo, progetta un’altra grande opera.

Nel 1934, benché già minato nella salute, ma indomabile per il suo amore a Dio e per il suo zelo per la salvezza delle anime, fonda una Famiglia religiosa votata alla preghiera riparatrice, all’evangelizzazione e all’assistenza della gioventù, a cominciare dall’infanzia, degli anziani, raggiungendo paesi sperduti di montagna, privi di strade e abbandonati sotto ogni aspetto.

Nascono così le Suore Veroniche del Santo Volto di Gesù, perché "come la Veronica asciugò il Volto piagato di Gesù sulla via del Calvario, esse lo adorino, e lo amino perdutamente nell’Eucaristia e gli asciughino le lacrime e le piaghe nei più poveri e nei più soli".

Tutti ormai lo chiamano "padre": è davvero il Padre delle anime, dei sacerdoti, dei consacrati e anche dei peccatori. Lo leggono con attenzione sul suo bollettino Il Volto Santo da cui imparano la sua spiritualità e il suo stile di vita. Lo ascoltano nella sua predicazione semplice e ardente. Trovano consolazione e coraggio dalla sua affezione alla Madonna, da lui amata e seguita soprattutto nel messaggio da Lei rivelato a La Salette, nel 1846, con l’invito forte alla conversione dal peccato, alla riparazione dei peccati dell’umanità, al ritorno continuo a Dio.

Anche i suoi Arcivescovi, da quello che lo ha ordinato a Mons. Giovanni Ferro giunto in diocesi nel 1950, lo guardano con ammirazione e venerazione, come a guida e Padre spirituale amabile e autorevolissimo: sarà Mons. Ferro ad approvare il 25 marzo 1958, le Suore Veroniche e ad accogliere l’ultimo progetto di don Gaetano: la costruzione del Santuario del Volto Santo che dovrà diventare, secondo le sue parole, "il centro dell’adorazione perpetua e della riparazione contro la bestemmia e la profanazione della festa".

Tabernacolo vivente


La sua predicazione, i suoi scritti sono un mare di luce e di amore più splendente del mare che circonda la sua terra. "Se vogliamo adorare il Volto Santo di Gesù e non solo la sua immagine, questo Volto noi lo troviamo nella divina Eucaristia, dove con il Corpo e il Sangue di Gesù, si nasconde sotto il bianco velo dell’Ostia santa, il Volto di Nostro Signore".

"Non lasciate passare un giorno senza aver parlato del Volto Santo. Fate comprendere il dovere della riparazione e la vostra parola sia come il lievito che fermenta la farina".

"Amate Gesù Sacramentato. Non lo dimenticate mai. Non lo lasciate solo nel Tabernacolo, andate a visitarlo. Non è l’immagine di Nostro Signore come è l’immagine di un santo, ma è la realtà: Gesù vivo in Corpo, Sangue, Anima e Divinità. Andate, parlate con Gesù, discorrete con Gesù, vivete di Gesù, consolate Gesù, fate tutto con Gesù, allora porterete Gesù alle anime".

"Pregate la Madonna. Quando la Madonna si volle manifestare afflitta e amareggiata, comparve con il Rosario in mano. Non dimenticate Lourdes, La Salette, Fatima. La Madonna parla anche di grandi castighi e chiede preghiere e penitenza. Consoliamo il Cuore della Mamma. Amate la Madonna e nella vostra vita, sarete felici".

Nella sua lunga vita, le difficoltà e le umiliazioni non gli erano mai mancate, ma lo sostiene una fede eroica nel Signore Gesù, ogni giorno più amato e vissuto fino all’identificazione con Lui: "Non scoraggiatevi, il Signore ci vuole tanto bene, le sofferenze passano, il premio per il Cielo rimane. Coraggio e avanti nel Signore".

P. Gaetano Catanoso va incontro a Dio al sorgere del 4 aprile 1963, giovedì della Passione del Signore. Chi lo conosce, lo definisce una luce che brillava, la bontà in persona, un tabernacolo vivente di Dio. "Lo trovavo sempre con il Rosario in mano", dirà di lui il suo Arcivescovo Mons. Ferro.

La sua fama di santità dilaga, confermata da una prodigiosa guarigione gravissima malattia di una Suora, avvenuta il giorno stesso della sua morte. Nel 1997, il Papa Giovanni Paolo II lo iscriveva tra i beati, e il Papa Benedetto XVI recentemente lo ha proclamato santo. Il bambino partito sull’asino per farsi prete, è giunto alla gloria degli altari e a una straordinaria irradiazione di Verità e di luce sul nostro tempo: anche oggi, più che mai, siamo assetati di Dio e cerchiamo il Volto Santo di Gesù, il Figlio suo, nostro Salvatore: unico Salvatore.

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ultimo aggiornamento 13 giugno, 2011