pastorale familiare

Marina Berardi

 

"CMQ" da corso si è trasformato in… percorso!

 

Ormai da anni la Chiesa ha un’attenzione particolare verso le coppie di fidanzati che chiedono di celebrare il Sacramento del matrimonio. Il Direttorio di pastorale familiare, già 18 anni fa, auspicava la creazione di itinerari diversificati: remoti, prossimi e più immediati rispetto alla celebrazione delle nozze. A tutt’oggi, di fatto, la prassi è quella di curare maggiormente la preparazione immediata al matrimonio, cosicché si finisce, generalmente, con l’avvicinare coppie che hanno già fissato la data o coppie da tempo conviventi.

Per la maggior parte di esse l’approccio è tutt’altro che libero e motivato e la frequentazione del cosiddetto "Corso" appare loro come lo scotto da pagare per sposarsi in chiesa. Nonostante la motivazione iniziale appaia viziata e così poco evangelica, è bello vedere, incontro dopo incontro, come un corso si possa trasformare in per-corso, primi passi di un possibile itinerario nell’amore.

Così scrivevano in una e-mail D&M, al termine degli 11 incontri svoltisi da aprile a giugno scorsi, presso il Santuario: "CMQ (comunque)… è proprio vero, ci dispiace che stia per finire! Una cosa ritenuta inutile ed obbligatoria, pian piano ci ha travolti, subito; forse non ci ha cambiato la vita totalmente ma sicuramente ce l’ha segnata profondamente".

Lo scetticismo iniziale è stato sconfitto da una sete di verità, dall’esigenza del cuore, da una disponibilità a mettersi in gioco e a camminare, dall’aver intuito un Amore e un Progetto più grandi, dall’esperienza di un incontro con Dio e con le altre coppie. Così F&L ammettono con sincerità: "...rassegnati a dover sopportare ‘20 ore giudicate perse ad ascoltare chiacchiere inutili’, abbiamo con meraviglia scoperto che queste ore si possono trasformare in un cammino di fede gioiosa, se ci si dispone a viverle con il cuore aperto all’Amore e al prossimo".

"È difficile fissare - proseguono D&E - le molteplici emozioni provate durante l’itinerario vissuto a Collevalenza. Siamo arrivati all’appuntamento incuriositi, ma sicuri di noi, con la presunzione di conoscere tutto l’uno dell’altra e, invece, gli argomenti trattati, le testimonianze, la gestualità, le parole, gli sguardi, le risate, i silenzi, l’imbarazzo nel raccontare di sé, della propria storia e del rapporto con Dio... tutto questo, nelle molteplici sfumature, è stato motivo di confronto, di un dialogo nuovo, diverso.

Questa esperienza umana e spirituale ci ha aiutati a mostrare, l’uno all’altra, la parte più segreta ed intima di noi; per certi aspetti potremmo dire che ci ha fatti conoscere per la prima volta ed è stato bello, a distanza di anni, desiderare di scegliersi di nuovo, in modo più consapevole e motivato".

La gioia vera nasce proprio da un incontro che si fa nuovo, capace di creare ancora stupore, di trasformare in festa la ferialità, nonostante il passare degli anni; capace di allargare il cuore e gli orizzonti così da superare l’iniziale e più semplice convivenza, perché "chiamati" ed "invitati" ad incarnare un progetto "per sempre".

"Il nostro cammino - scrivono G&S - è iniziato 11 anni fa; con questo percorso il nostro amore ha avuto conferma ed è rinato, con nuovo slancio, dalla consapevolezza di non essere più soli. Il Signore sarà sempre con noi: ci sosterrà nei momenti di  difficoltà, ma soprattutto gioirà con noi in quelli di  felicità. Conserviamo ancora nei nostri cuori tutti gli spunti che ci sono stati regalati amorevolmente e desideriamo ancora approfondire i dibattiti aperti. C’è stata data l’occasione di vedere il nostro rapporto sotto una luce nuova e di credere che il coronamento e l’inizio di un’avventura favolosa si apre con il matrimonio in chiesa e con un invitato che non può mancare: "Gesù".

Comprendiamo che non dobbiamo avere paura, non dobbiamo avere timore del futuro, perché già c’è un progetto di vita che ci aspetta, dobbiamo solo aprire il nostro cuore, ascoltare e rispondere.  Ovviamente non sarà facile, perché il nostro tempo ci alletta con mille distrazioni, ma la volontà e l’impegno reciproco saranno sicuramente la migliore arma. Un rapporto si costruisce giorno dopo giorno, si fonda su solide basi costruite dal dialogo, dal rispetto, dalla comprensione reciproca e dall’affidare la nostra vita nelle mani dell’altro ma soprattutto nelle amorevoli braccia del Signore che ci guiderà verso la felicità".

Ci si sposa per essere felici! Ogni coppia nel pensare la propria vita non desidera altro. Forse dovremmo chiarire di quale felicità parliamo. Non certo di una felicità a buon mercato, superficiale, egoisticamente umana, ma di quella che nasce ed è frutto del dono totale ed incondizionato di sé all’altro, dono reso possibile dall’ascolto della Parola, nella fiducia che Gesù è venuto a riempire di festa anche il gesto apparentemente più banale della quotidianità di una coppia, senz’altro a dare senso alla fatica, alle difficoltà, alla sofferenza.

"La cosa - aggiungono D&M - che ci ha sconvolto di più, visto che fino a quel momento non ci avevamo mai riflettuto, è sapere che non ci sposiamo in due ma in tre, nel senso che in mezzo a noi ci si mette il Signore! Non pensavamo che la Parola del Signore si potesse applicare quotidianamente e, anche se non sarà una cosa molto semplice, ci proveremo con tutte la nostre forze. In fondo possiamo solo migliorare la nostra vita! É una cosa meravigliosa pensare che il Signore ci possa dare una mano sempre, anche nelle cose più banali… perché è Lui che ci vuole felici ed anche noi desideriamo esserlo.

Credeteci, il nostro itinerario da una cosa forzata è diventata una bella esperienza di vita, con belle persone".

Rincuorano queste testimonianze; purtroppo, non per tutti l’esperienza è stata così significativa.

Gesù, oggi come ieri, invita ciascuno ad accogliere il suo Regno di cui parla la parabola delle nozze reali (Mt 22): ognuno di noi è chiamato a prendere parte alla festa di nozze, ma non tutti sono pronti ad accogliere l’invito e restano fuori, precludendosi la gioia della comunione e la pienezza di vita.

Nelle situazioni in cui si coglie una "frequenza" tesa solo ad ottenere il fatidico "attestato"da esibire al parroco, è inevitabile provare sofferenza; resta la fiducia, però, di poter continuare a camminare accanto a queste coppie e, nella vicinanza amicale, sostenerle nella concretezza del vivere che esige di ri-creare consapevolmente ogni giorno una scelta iniziale fragile.

È ragionevole aver speranza: tanto può, oltre all’impegno degli animatori, l’esempio trascinante e persuasivo di quelle coppie che nel percorso hanno portato a maturazione la propria scelta motivazionale e di fede.

Eloquente, in tal senso, è il sentimento di gratitudine di cui C&ML ci hanno reso partecipi all’indomani del loro matrimonio: "Il percorso prematrimoniale a Collevalenza è capitato, per noi, "per caso", nel senso che eravamo impossibilitati a farlo nella nostra parrocchia e siamo approdati al Santuario (dopo una confessione) chiedendo informazioni... perfetto! Il sabato sera era davvero l’unico giorno in cui avremmo potuto essere presenti entrambi.
Il matrimonio religioso era per noi una meta fondamentale e necessaria. Nonostante fossimo già sposati civilmente da quasi un anno (per motivi di lavoro e trasferimento, ma non conviventi), per noi era come non esserlo finché non avessimo avuto la benedizione di fronte a Dio.
Detto ciò, che dire? Pian piano abbiamo scoperto un percorso fatto e pensato da altri con amore, accoglienza, riflessione, preghiera... Ogni sabato sera entravamo in una sala preparata apposta per noi, con il giusto numero di sedie e un segno al centro che richiamava il tema della serata, ma soprattutto la presenza di Gesù. L’essere attesi e accolti è stato per noi motivo di delicatezza e tenerezza veramente commoventi. Anche in questo modo ci sentivamo amati e voluti. Un invito, anche per noi, a farlo con gli altri e fra noi.
Il nostro gruppo si è "amalgamato" bene, in un crescendo di condivisione, riflessioni e risate. Le riflessioni trasmettevano una pace che come coppia ci ha portato a ri-interrogarci sul senso dell’amore reciproco, dell’essere sempre dono l’uno per l’altro. A queste riflessioni si aggiungevano la saggezza e l’esperienza del sacerdote che, come un padre, ci ha accompagnati, interessandosi di noi con amabilità e generosità.
E’ stato poi molto edificante l’aver potuto conoscere tante coppie, provenienti da varie parrocchie, che ci hanno offerto con sincerità la loro testimonianza di vita coniugale. Ad ogni incontro interveniva una coppia diversa e questo ci ha fatto comprendere il senso della Chiesa come corpo di Dio, del quale noi siamo le tante, molte e diverse membra. Proprio dal vissuto di alcuni di loro abbiamo compreso l’importanza della preghiera di coppia, anche semplice, anche breve. Purché ci sia, condivisa, fatta insieme!
La bellissima giornata di ritiro al Santuario è stata fondamentale per noi specialmente perché, ad un passo dalle nozze e presi dai mille preparativi, abbiamo goduto di un giorno di grazia, di silenzio, di amore, di riscoperta del dono reciproco. Abbiamo benedetto quella giornata! 
Inoltre, dopo il ritiro, il feeling, venutosi a creare con alcune altre coppie, si è sempre più confermato fino alla fine, tant’è che ci ha fatto
immensamente piacere aver ritrovato alcuni volti amici anche alle nostre nozze.
Il brano del Vangelo, sotteso a tutto il percorso - l’incontro di Gesù con i discepoli di Emmaus – può essere letto anche come metafora dell’amore della coppia cristiana; pertanto ci riguarda da vicino e noi, ora novelli sposi in Cristo Gesù, vogliamo gridare a Lui: "Resta con noi Signore!".
La gioia che stiamo vivendo ci sollecita a riconoscere nel percorso prematrimoniale un’occasione davvero arricchente, da vivere pienamente, consapevolmente, da gustare dall’inizio alla fine, parola per parola. Un’occasione irripetibile, per riflettere come coppia, come singole persone, come gruppo, per imparare a dialogare, a guardarsi negli occhi con lo stupore di chi sa di vivere e celebrare un Sacramento. Un’occasione di conoscenza e di esperienze nuove, di approfondimento della fede e della preghiera.

Il regalo di Dio. Perché c’è Lui ad attenderci sull’altare il giorno delle nozze!".

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ultimo aggiornamento 13 luglio, 2011