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P. Alberto Bastoni fam

Una profezia per i nostri tempi:

Santa Teresa di Gesù Bambino e Madre Speranza,

due anime immerse nella misericordia di Dio

 

Non avevo mai colto così in profondità il "filo conduttore" esistente tra queste due grandi sante, forse per qualcuno era una realtà già conosciuta, ma per me, fino a quando non ho dovuto "casualmente" approfondire, per i miei studi teologici, la figura di Santa Teresina, non era affatto una cosa scontata. E così mi sono accorto, leggendo alcuni suoi scritti, che Santa Teresina, ha molto in comune con la nostra Madre Speranza e molte sue "intuizioni" sono molto vicine al nostro carisma.

Credo che tutto nasca quel giorno dell’anno 1905, quando la Madre Speranza aveva soltanto 12 anni e la "piccola" Teresa del Bambino Gesù le era apparsa per dirle, da parte del Buon Dio, che avrebbe dovuto continuare una missione. Ma quale era questo compito?

Riporto allora l’episodio così come lo racconta un figlio dell’Amore Misericordioso, P. Arsenio Ambrogi1: "Hanno portato dalla Francia, perché fosse nel Santuario dell’Amore Misericordioso, la statua lignea di Santa Teresina del Bambino Gesù. L’hanno calata, là nel cortile interno della nostra Comunità. Io mi trovo nel pomeriggio insieme alla Madre, noi due soli; ed essa è lì, … e mi dice: «Vede Padre, questa l’ho conosciuta che avevo dodici anni». … Lei prosegue: «Stavo in casa dello zio sacerdote, ‘sento suonare il campanello, scendo ad aprire e vedo una suora tanto bella, che mai avevo visto. Mi meravigliai che non portasse le bisacce per raccogliere le elemosine». Pensava, infatti che fosse una suora questuante. Le dico subito: «Dove la mette la roba che le do, che non ha le bisacce? E lei mi risponde: "Bambina, non sono venuta per questo". Sarà stanca del viaggio, prenda una sedia. - "Non sono affatto stanca" - Con questo caldo avrà sete? - "Non ho sete" - Allora cosa vuole da me? e lei mi dice: "Vedi bambina, io sono venuta a dirti da parte del Buon Dio che tu dovrai cominciare dove io ho finito", e mi parlò a lungo della devozione dell’Amore Misericordioso, che avrei dovuto affrontare difficoltà in tutto il mondo. Ad un certo momento, mi volto e questa non c’era più. Era proprio Lei sa, era proprio Lei».

Ma chi era Santa Teresina del Buon Gesù?

La Francia del 1800 è uno dei primi paesi dell’Europa, nel quale cominciò a svilupparsi la convinzione e la certezza di poter fare a meno di Dio, di poter vivere come se Egli non esistesse. Teresa di Lisieux nasce proprio in questo contesto, nell’anno 1873. A quindici anni, entrò nel monastero delle Carmelitane di Lisieux. Portò avanti una vita quotidiana fatta di preghiera e lavoro. In questo tempo fu attratta dal Signore in maniera appassionata. Verso la fine del 1894, un giorno, durante la preghiera, venne illuminata: anche lei, che si sentiva così incapace, debole, fragile, poteva diventare una santa.

E il modo fu quello di avere confidenza ed abbandono totale in Cristo. Questa ispirazione dello Spirito Santo, trasformò la sua vita. Il 9 giugno 1895 si offrì come vittima all’amore misericordioso di Dio. Ed è proprio in quell’anno che Madre Agnese, le domandò di scrivere i suoi appunti, come fossero racchiusi in un diario. Su di un piccolo quaderno di scuola, cominciò a "Cantare le Misericordie del Signore" nella sua vita. Né una grave malattia (tubercolosi), né una tremenda prova interiore, riuscirono a fermare la sua fiducia in Gesù. Ormai logorata dalla tubercolosi, passò i tre ultimi mesi della sua vita nell’infermeria, soffrendo molto, ma sempre serena e sorridente, perfino spiritosa. Si sforzò di vivere fino all’eroismo, nelle piccole cose e nel quotidiano, la sua "piccola via" di fiducia e d’amore. Morì il 30 settembre 1897 a soli ventiquattro anni.

Un anno dopo, venne pubblicato un libro composto dai suoi scritti: "Storia di un’Anima", un semplice libro che in poco tempo conquistò il mondo intero e divulgò, in tutta la Chiesa, il grande messaggio di Santa Teresa. In soli due anni (1923-1925) venne proclamata beata e santa. Giovanni Paolo II, il 2 giugno 1980 a Lisieux, dichiarò che l’essenziale del messaggio di Teresa è l’essenziale del messaggio evangelico, e nell’agosto del 1997, nel centenario della sua morte, la dichiarò "dottore della Chiesa".

Da quello che ho potuto approfondire su Santa Teresina, mi pare di cogliere due caratteristiche principali del suo messaggio: quello di far conoscere la misericordia e l’amore di Dio per l’uomo e quello di annunciare il vangelo di Cristo. Santa Teresa non ha avuto paura di mostrarsi fragile e povera, di riconoscere le proprie miserie. Lei amava chiamarsi "piccola", perché per seguire il Signore, diceva, bisogna sentirsi fragili, deboli, poveri, perché solo così si può fare esperienza della misericordia di Dio e diventare strumenti di amore nelle sue mani. Aveva compreso in maniera determinante che la misericordia di Dio, non può operare se noi non prendiamo coscienza della nostra miseria, se non accettiamo di entrare nella nostre povertà, se non ci rendiamo conto che anche noi ci rinchiudiamo spesso in noi stessi.

Il messaggio di Santa Teresa, consiste nella totale confidenza nella misericordia che Dio nutre per ogni uomo, è la contemplazione dell’immenso amore di Dio. E’ questa "speranza cieca" di essere figlia del Padre, il punto fermo di tutto il suo cammino di santità. Una delle sue frasi più importanti dice: "Come il sole rischiara allo stesso tempo i cedri ed ogni fiorellino come se fosse solo sulla terra, ugualmente nostro Signore si occupa in particolare di ogni anima come se essa non avesse altra simile".2 Questo è il centro del suo messaggio: far conoscere all’uomo il grande amore di Dio per i suoi figli, un Dio che è Padre misericordioso, un Dio che fa dell’amore e della misericordia, la risposta concreta per l’uomo che deve essere salvato dal peccato e dalla morte.

Il Dio di cui Santa Teresa fa esperienza è un Dio dei piccoli, non il Dio dei sapienti, degli intelligenti; ma il Dio di chi è umile, semplice, di chi non conta, di chi non ha voce, di chi è come un bambino. "Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli.3 (Mt.11, 25). In questo sta il segreto della "piccola" Teresa, è capace di entrare nel Cuore di Dio, il quale "è più tenero di una madre"4.

Ed era talmente immersa

Ed era talmente immersa in Cristo, che la vita monastica non le impedì di vivere l’ideale missionario di far conoscere agli uomini, del suo tempo, l’amore di Dio. "Amare Gesù e farlo amare", questa era la sua particolare preoccupazione, la sua ansia missionaria era quella di poter trasmettere l’amore che aveva ricevuto da Dio, non un amore platonico, ma fondato sulla propria esperienza e vita di tutti i giorni. Tanto era forte questa esperienza, che Teresa comprese di avere un posto nel cuore della Chiesa, comprese di aver ricevuto, da Dio, una vocazione missionaria per comunicare al mondo, la profondità e l’immensità dell’amore di Dio verso tutti e soprattutto verso i piccoli. Cosa tanto chiara questa, che quando fu canonizzata nel maggio del 1925, fu anche proclamata Patrona Universale delle missioni.

E giungiamo, dunque, al cuore di questo scritto, cosa hanno in comune Madre Speranza e Santa Teresina? In che senso la Madre Speranza ha dovuto proseguire la missione di Teresina? Domande non solo essenziali ma anche molto profonde, e per iniziare a rispondere vorrei prima presentare gli elementi che sono in comune tra Santa Teresina e Madre Speranza, poi cercheremo di andare "oltre", per riflettere su quale prospettiva Madre Speranza è stata capace di progredire rispetto a quanto aveva iniziato Santa Teresina.

Entrambe condividono una conoscenza di Dio, che nasce da un’esperienza concreta, da un incontro personale, da un vissuto quotidiano. Sono diventate "grandi sante" nell’esperienza ordinaria della vita, nella semplicità. In loro non troviamo l’elaborazione di un pensiero teologico, ma il vivere un esperienza profonda con Gesù. Raccontare della vita di Madre Speranza e di Santa Teresina, quindi, non significa altro che parlare della loro esperienza di Dio e del suo essere Padre, non un Dio qualsiasi, ma uno specifico, concreto, tangibile, un Dio che è Padre, che è Amore Misericordioso per ogni uomo, che non si stanca di starci vicino. Ecco da dove sono "partite": non una conoscenza imparata, magari sui libri o per sentito dire, ma da un’esperienza vera, reale, oggettiva; hanno respirato un vivere paterno di Dio che si è fatto presente nella loro vita quotidiana, nei problemi e nelle attività di tutti i giorni; il loro cuore è stato il luogo per eccellenza dove iniziare questo nuovo progetto di vita, la "biblioteca" principale nella quale imparare e conoscere quel Dio così appassionato per l’uomo.

Scriveva così, Madre Speranza, nel suo diario: "Oggi 5 Novembre 1927 mi sono distratta cioè ho passato parte della notte fuori di me e molto unita al buon Gesù il quale mi diceva che io debbo far sì che tutti gli uomini lo conoscano non come un Padre offeso per le ingratitudini dei suoi figli, ma come un Padre pieno di bontà, che cerca con tutti i mezzi di confortarli, aiutarli e renderli felici e che li segue e li cerca con amore instancabile, come se Lui non potsse essere felice senza di loro." Quanto mi ha impressionato questo fatto, Padre mio!5 E Santa Teresina così annotava in una lettera: "Mia cara sorella, Non mi trovo per nulla imbarazzata a darle una risposta... Come può chiedermi se può amare il buon Dio come me?... Quello che piace a lui, è di vedermi amare la mia piccolezza e la mia povertà, è la speranza cieca che ho nella sua misericordia. Ecco il mio solo tesoro, madrina cara. Perché questo tesoro non potrebbe essere il suo?6

In loro era presente un grande amore per Gesù; avevano compreso chiaramente che la loro consacrazione religiosa le aveva portate a vivere profondamente un alleanza sponsale con il Signore. Veramente profonde ed emozionanti sono le parole che Teresina scrive il giorno della sua prima comunione nell’anno 1884: "Il primo bacio che Gesù diede alla mia anima!...Fu un bacio d’amore…Quel giorno non era più uno sguardo, ma una fusione: non eravamo più due, Teresa era scomparsa come la goccia d’acqua che si perde nell’oceano." E lo stesso scrive la Madre Speranza nel suo diario: "Che gioia, padre mio! oggi ho avuto la consolazione di sentire la dolce voce dell’Amato dell’anima mia. Gli ho chiesto perdono e gli ho raccontato tantissime cose; nella mia anima è tornata la pace e il mio cuore si è ricreato tantissimo con le dolcezze dell’amore, dimenticando totalmente la ferita del dolore. Che trasformazione si prova, padre mio!7.

Gesù è per loro lo sposo amato, l’unico desiderio della loro vita, la fonte a cui dissetare il cuore. Seguire il Cristo, quindi diventa per loro un innamoramento, è la grazia di vivere in comunione con il proprio creatore, è una relazione basata sull’amore gratuito, sulla misericordia ricevuta e donata. E la contemplazione, attraverso la loro esperienza mistica, diventa il canale privilegiato per fare esperienza di questo amore. Il contemplare, per Santa Teresina e Madre Speranza, diventa un cammino verso un itinerario di fede che punta diritto al "centro del cuore" che è "il luogo di Dio", un’intuizione che illumina tutta la realtà della propria vita, diventa un’esperienza essenzialmente personale che nasce dall’intimo e si relaziona direttamente con il mistero di Dio misericordioso; nella contemplazione attraverso una via intuitiva e affettiva, il pregare diventa parlare a Dio con il cuore, è il sigillo vocazionale di una vita da spendere per raggiungere la perfezione della carità alla luce dell’incontro con l’Amore Misericordioso. La loro anima visse un vero e proprio "incendio di amore "per Gesù,un esperienza mistica profonda e straordinaria, che risulta davvero difficile analizzarla ed esporla in queste poche righe.

Tutte e due vivono così profondamente questa unione con Dio, questa profonda esperienza misericordiosa, che non possono non donarsi completamente a Lui, e lo fanno particolarmente offrendosi come "vittime" all’Amore Misericordioso. Madre Speranza così scrive nel suo diario: "Questa notte mi sono distratta e il buon Gesù mi ha detto, che non debbo desiderare altro che amarlo e soffrire, per riparare le offese che riceve dal suo amato clero. Debbo far si che quanti vivono con me sentano questo desiderio di soffrire e offrirsi come vittime di espiazione per i peccati che commettono i sacerdoti del mondo intero."8

E Santa Teresina così scriveva nell’anno 1895, nell’atto di offerta all’Amore Misericordioso: " Voglio quindi vestirmi della tua Giustizia e ricevere dal Tuo Amore il possesso eterno di Te stesso. Non voglio nessun altro Trono e nessun’ altra Corona che te, mio Diletto… Ai tuoi occhi il tempo non è nulla; un giorno solo è come mille anni, tu poi quindi in un istante prepararmi a comparire davanti a te...Affinchè io possa vivere in un atto di perfetto amore, mi offro come vittima d’olocausto al tuo Amore Misericordioso, supplicandoti di consumarmi senza posa, lasciando traboccare nella mia anima i flutti d’infinita tenerezza che sono racchiusi in te, e così possa diventare martire del tuo amore, o mio Dio!..9.

Questa intensa relazione con il Buon Gesù, le porta a sperimentare il volto di Dio che è principalmente un Padre, sia Teresina che Madre Speranza vivono in un tempo dove il volto di Dio era stato deformato dalla consapevolezza, da parte dell’uomo, che fosse un giudice severo. La misericordia di Gesù, sperimentata in prima persona, le rivelò il vero volto di Dio, un Padre misericordioso che ci invita a vivere in un atteggiamento di figli nell’abbandono fiducioso nel suo amore e nella sua misericordia. Si lasceranno consumare dal fuoco di questo Amore Misericordioso, di un Padre che ama fino alla follia le sue creature, e la loro missione sarà quella di annunciare questo amore ad ogni uomo, affinchè tutti siano consumati da questo fuoco di misericordia.

Tutte e due ci hanno "ricordato", che se l’ uomo non è immerso nel mistero del Padre Misericordioso, non potrà mai capire e conoscere la propria dimensione umana; soltanto in quel Padre che lo ama fino al sacrificio estremo l’uomo può ritrovare se stesso e guarire le ferite che lo hanno lacerato, perché in sostanza Dio è sicuramente un PADRE.

Hanno proclamato a gran voce che Dio ama ed usa misericordia soprattutto in senso materno, lo lega all’uomo lo stesso rapporto che unisce la madre ad un figlio, una relazione unica, forte, un amore particolare, un’esigenza del cuore stesso di Dio, una tenerezza gratuita fatta di pazienza e comprensione: "Sion ha detto il Signore mi ha abbandonato, si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio del suo seno? Anche se ci fosse una donna che si dimenticasse, io invece non ti dimenticherò mai" 10. In questo modo Dio ci ama con il cuore di un padre e di una madre che sono attaccati visceralmente al proprio figlio, i frutti di un tale amore fedele e misericordioso saranno naturalmente il perdono, il desiderio instancabile di rimettere l’uomo in uno "stato di grazia", di rendergli la speranza nell’avvenire di una salvezza possibile.

(segue)


1 (Archivio Doc C301 216-217)

2 Pensieri di S. Teresa di Lisieux

3 Mt.11, 25

4 Manoscritto A, 80 v.

5 Diario di Madre Speranza, 5 Novembre 1927

6 Lettera a Sr. Maria del Sacro Cuore

7 Diario di Madre Speranza, 4 Gennaio 1954

8 Diario di Madre Speranza, 18 Dicembre 1927

9 Festa della S.S. Trinità 9 giugno 1895

10 Isaia 49,15

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ultimo aggiornamento 08 settembre, 2011