la parola dei padri  
 

san Fulgenzio di Ruspe, vescovo

Dal trattato «Contro Fabiano»
(Cap. 28, 16-19; CCL 91 A, 813-814)

 

 

La partecipazione al corpo e al sangue di Cristo ci santifica

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nell’offerta del sacrificio si compie ciò che prescrisse lo stesso Salvatore, come è testimoniato anche da Paolo. Ecco quanto dice l’Apostolo: «Il Signore Gesù nella notte in cui veniva tradito prese il pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: Questo è il mio corpo che è per voi; fate questo in memoria di me. Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo ogni volta che ne bevete in memoria di me. Ogni volta infatti che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore finché egli venga» (1 Cor 11, 23-26).

Fratelli, interrogate il vostro cuore, analizzate il vostro intimo, vedete quanto amore si trova in voi, e accrescetelo… Cos’è più prezioso dell’amore? Secondo voi qual è il suo prezzo e come stabilirlo? Il denaro e i beni che possiedi costituiscono il valore del tuo patrimonio. L’amore che hai dentro di te costituisce il valore della tua stessa vita.

Sant’Agostino(Sermone 34, 7)

La grandezza suprema del cristianesimo viene dal fatto che esso non cerca un rimedio soprannaturale contro la sofferenza, ma un impiego soprannaturale della sofferenza.

Simone Weil

Non è possibile amare il prossimo senza soffrire per il prossimo e con il prossimo. Non è possibile amare Dio senza soffrire per Dio e con Dio.

Anonimo

Non è nella santa Eucaristia che i nostri fratelli, che non vanno mai in chiesa, troveranno il Signore. È in noi che lo incontreranno, nella misura in cui i nostri atti, le nostre parole e i nostri gesti saranno la viva espressione della Sua presenza dentro di noi.

H. Perrin

Perciò il sacrificio viene offerto perché sia annunziata la morte del Signore e si faccia memoria di lui, che per noi ha dato la sua vita. Egli stesso poi dice: «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici» (Gv 15, 13). Cristo è morto per noi. Perciò quando facciamo memoria della sua morte, durante il sacrificio, invochiamo la venuta dello Spirito Santo quale dono di amore. La nostra preghiera chiede quello stesso amore per cui Cristo si è degnato di essere crocifisso per noi.

Anche noi, mediante la grazia dello Spirito Santo, possiamo essere crocifissi al mondo e il mondo a noi. Siamo invitati ad imitare Cristo. Egli per quanto riguarda la sua morte, morì al peccato una volta per tutte; ora invece, per il fatto che vive, vive per Dio. Così anche noi consideriamoci morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù (cfr. Rm 6, 10-11).

«Camminiamo in una vita nuova» (Rm 6, 4) mediante il dono dell’amore. «Infatti l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato» (Rm 5, 5). Noi partecipiamo al corpo e al sangue del Signore, noi mangiamo il suo pane e ne beviamo il calice. Perciò dobbiamo morire al mondo e condurre una vita nascosta con Cristo in Dio e crocifiggere la nostra carne con i suoi vizi e le sue concupiscenze (cfr. Col 3, 3; Gal 5, 24).

Tutti i fedeli che amano Dio e il prossimo, anche se non bevono il calice della passione corporale, bevono tuttavia il calice dell’amore del Signore. Inebriati da esso, mortificano le loro membra e, avendo rivestito il Signore Gesù Cristo, non si danno pensiero dei desideri della carne e non fissano lo sguardo sulle cose che si vedono, ma su quelle che non si vedono. Così che beve al calice del Signore custodisce la santa carità, senza la quale nulla giova, neppure il dare il proprio corpo alle fiamme. Per il dono della carità poi ci viene dato di essere veramente quello che misticamente celebriamo in modo sacramentale nel sacrificio.

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ultimo aggiornamento 08 marzo, 2012