Gesù mio, Tu che sei Fonte di vita …

Se l’Acqua viva si può solo ricevere, perseverare nel "voler amare" necessita di restare sempre collegati alla Sorgente, come dei veri canali, di "rimanere nel Suo Amore" (cfr Gv 15,9).

Ma essere canali mortali e limitati di un’Acqua che invece è divina richiederà inevitabilmente il continuo sforzo di non chiudersi, ma assecondare docilmente ogni ispirazione dello Spirito di Dio, eterno e trascendente.

Di fronte alla fatica delle difficoltà, la tentazione nel tempo sarà, per tutti, quella della fuga, della rinuncia, della resa. Quando invece l’unica soluzione è solo quella di "rimanere" nel Suo Amore e corrispondere, arrendersi allo Spirito, per non arrestare il corso dell’Acqua, ma lasciarcene sempre più inondare e permetterle, attraversandoci, di raggiungere anche altri. L’Amore a Dio e al prossimo, infatti, sono strettamente collegati.

"Gesù mi ha detto che quanto più mi eserciterò nella virtù della carità, tanto più cresceranno in me sentimenti di misericordia che scaturiscono facilmente da un cuore che percepisce l’amore di Dio…e che quanto più grande sarà l’amore verso Dio, tanto più si espanderanno questi sentimenti; come avviene con l’amore verso di Lui: quanto più l’anima considera quanto Lui ha fatto e sofferto e l’Amore che le dimostra nell’Eucaristia, tanto più è colmata di amore, di adorazione, di gratitudine e spinta ad amarLo intensamente e ad abbracciare la croce per quanto possa essere pesante." (El pan 18, 2011)

"Rimanere nell’Amore" e "corrispondere allo Spirito", richiedono perseveranza e pazienza; valori dimenticati in questa epoca telematica in cui la nuova legge è moltiplicare la velocità di ogni servizio e continuare ad oltranza in questa incredibile ricerca di velocità, dimenticandone perfino il motivo: forse per avere molto più tempo da poter sprecare?

Perseveranza e pazienza, virtù difficili, probabilmente, eppure indispensabili per ottenere tutto quello che di più prezioso, in ogni tempo, ha saputo produrre l’ingegno umano.

Perseveranza e pazienza, uniche armi da poter opporre a ogni inevitabile scoraggiamento, figlie dell’amore e compagne inseparabili di ogni vera saggezza.

Maria Antonietta Sansone

Dammi da bere l’acqua viva che sgorga da Te

Avevo ventiquattro anni ed ero gravemente malata per una disfunzione delle valvole cardiache di origine reumatica. Ormai le cure non mi davano più alcun sollievo.

Quando mi portarono una damigiana d’Acqua del Santuario dell’Amore Misericordioso, di nascosto smisi le varie medicine e cominciai a bere l’Acqua anche di notte.

Quasi subito sentii di stare meglio e poco dopo ripresi l’insegnamento. Ero guarita.

 

 

 

 

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ultimo aggiornamento 24 settembre, 2012