Uno sguardo nuovo ...

P. Ireneo Martín fam

 

 

"Venite in disparte, voi soli, e riposatevi un po’… ", disse un giorno Gesù ai suoi discepoli. "Riposatevi" è imperativo risuonato domenica 22 luglio, perché abbiamo bisogno tutti di un po’ di vacanza. D’altronde il tempo segna profondamente tutte le esperienze umane.

In questa cornice, l’estate arriva, ciclicamente, con le sue molteplici valenze. Per alcuni è una liberazione (provvisoria, ma non per questo meno desiderata) da impegni non sempre gradevoli. Per altri, l’estate è l’opportunità per realizzare sogni da lungo attesi e sempre rimandati ad un "tempo migliore".

Per molti, ma non per tutti, è occasione speciale per incontrare Dio, per lodare, per ringraziare; è rendersi conto della presenza di Dio tra noi, presenza costante ma che ci sfugge perché pensiamo ad altro.

Il sabato è il giorno del compimento della creazione perché in esso si realizza la finalità delle creature e in particolare dell’uomo, la creatura più alta: la comunione con Dio. Così il tempo estivo potrebbe aiutarci a recuperare il senso della nostra vita, grazie ad esperienze che ci portano alla comunione con Dio.

Privilegiare la dimensione contemplativa: "Dio vide che era cosa buona", si ripete nel racconto della creazione della Genesi. Lo sguardo contemplativo ci ricrea, ci rende partecipi della gioia di Dio, ci rinnova nel rapportarci a ciò che ci circonda come dono di Dio, come meraviglia di Dio.

Per chi può andare in montagna spontanea è la contemplazione di monti, boschi, cielo, fiumi… Anche l’esperienza del mare, se non è solo caos o vita frenetica, può essere occasione di contemplazione. Frequentare città ricche di arte, visitare musei, ma anche il muoversi nei nostri paesi senza fretta: l’attitudine contemplativa si forma con uno sguardo nuovo su ciò che ci circonda e ci invita al rispetto e alla gratitudine per le persone e le cose che Dio ci dona.

Il tempo estivo è per molti occasione di ascolto di Dio più prolungato grazie alle esperienze dei ritiri ed esercizi spirituali, corsi biblici, pellegrinaggi ai santuari…

Si ha l’opportunità di riscoprire la preziosità di questi luoghi di fede, di cultura e di spiritualità. Il Santuario, "armoniosa sintesi di natura e di grazia, di pietà e di arte, come annota il "Direttorio su pietà popolare e liturgia", può davvero proporsi come espressione della via pulchritudinis per la contemplazione della bellezza di Dio, del mistero della Tota pulchra, della meravigliosa vicenda dei Santi" [cfr. ibid., p. 233].

E legato al Santuario c’è il tema del pellegrinaggio e della spiritualità del pellegrinaggio, con la sua dimensione di festa: invito a trovare sollievo per la rottura della monotonia quotidiana, nella prospettiva di momenti diversi.

Il silenzio, l’ascolto, la meditazione della Scrittura, la preghiera sono una costante della vita del cristiano, hanno bisogno nell’anno di periodi particolari in cui diventare attività prevalenti per ricrearci, per infiammare di nuovo il nostro cuore, per vincere le dispersioni e ritrovare la fedeltà quotidiana della relazione con il Signore.

Per chi non riesce in altri periodi, è utile dare tempo alla lettura non solo di giornali o riviste, ma di testi spirituali, teologici; non ci sono solo opere per esperti, ma anche accessibili e in modo ampio.

Vacanza è tempo per le persone care: quante volte ci si incontra appena per un fugace pasto e sembra che la famiglia serva solo per rispondere ai problemi quotidiani. La vacanza può e deve essere tempo per la famiglia, per regalarsi del tempo e condividere momenti che fanno diventare l’altro importante per me; può essere occasione per ritrovarsi e rinnovare l’amicizia che non si è interrotta ma un po’ allentata.

Molto interessanti sono le diverse proposte di servizio fatte dalle parrocchie, dai santuari, dalle associazioni ecclesiali: l’estate può realmente spingerci ad esperienze di servizio significative, nella gratuità.

Credo sia essenziale vivere la dimensione interiore del servizio concreto e il tempo delle vacanze, dove i ritmi del lavoro sono meno pressanti, può suggerire quindi una maggiore disponibilità verso gli ammalati o i poveri nella parrocchia, nel Santuario, nella mia famiglia... Le esperienze ecclesiali, aperte al servizio, concorrono, a formare la nostra interiorità e quindi a uno stile di vita, a una spiritualità, a un inserimento ordinario nel tessuto comunitario.

C’è chi ha l’opportunità di andare in vacanza da qualche parte, c’è chi passa l’estate lavorando, altri cercando lavoro, molti rimangono a casa: credo che lo spirito del riposo come contemplazione lo possiamo vivere in ogni ambito e situazione. Ricordiamo un dato essenziale. Per Israele il giorno del riposo era il giorno dell’incontro di famiglia e dell’incontro comunitario, tempo di festa da condividere con gli altri.

Anche questo può caratterizzare il tuo tempo. Ci vuole sempre uno sguardo… nuovo.

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ultimo aggiornamento 24 settembre, 2012