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Sac. Angelo Spilla

Credo in un solo Signore Gesù Cristo

Le beatitudini

 

 

 

 

(seguito)

 

 

Beati i perseguitati per la giustizia

Siamo alla conclusione della serie delle beatitudini secondo l’evangelista Matteo. Si tratta dell’ottava ed ultima: "Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli"39.

Questa beatitudine, in verità, è ripetuta due volte. Prima, nella solita forma di tutte le altre, e quindi alla terza persona: "Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli". Subito dopo, in forma amplificata, segue la seconda persona plurale, quasi ad interpellare direttamente gli ascoltatori: "Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi" 40.

Da notare ancora che quest’ultima beatitudine si ricollega alla prima nella causa: "perché di essi è il regno dei cieli". Propriamente come per i poveri di spirito, usando l’indicativo presente, dice: "vostro è…"; dice cioè un già, adesso, ora e non qualcosa che si possiederà in futuro solamente. Troviamo qui un intento di "inclusione" in quanto sia all’inizio come alla fine c’è questo elemento affine che consiste nel richiamo al regno dei cieli. Infatti questa ottava beatitudine costituisce la cornice di chiusura.

Ma questa beatitudine presenta anche una caratteristica particolare. Qui i "perseguitati a causa della giustizia" non sono persone che hanno un atteggiamento da assumere, ma persone che subiscono.

Le altre sette beatitudini presentano elementi attivi, questa invece è l’unica che presenta una caratteristica passiva. Qui per "perseguitati" si intende coloro che vengono perseguitati, volendo evidenziare la conseguenza inevitabile per una persona che effettivamente voglia vivere in questo stile evangelico.

Per questo possiamo dire che questa ottava beatitudine, in quanto compimento, è legata a ciascuna delle precedenti beatitudini. Gesù dice qui: "Beati i perseguitati per la giustizia" intendendo coloro che compiono la volontà di Dio. La giustizia allora è da collegare con la povertà in spirito, con il mite, il misericordioso, il puro, e così di seguito. Ne segue che le persone che vivono questo stile di vita hanno come conseguenza la persecuzione. Sono coloro che ci rimettono per il fatto di vivere come ha proposto Gesù. Sono i perseguitati a causa di Gesù. È come se Gesù ci dicesse: "Beati quelli che sono perseguitati facendo quello che io ho proposto".

A chi poteva aver nutrito la strana illusione di potersene stare tranquillo dopo essere diventato cristiano, Gesù dice che il segno più qualificante dell’esser cristiano è propriamente la persecuzione.

Ci sono da considerare, però, due cose: ciò che è stato fatto a Gesù e ciò che Gesù promette a chi pratica questa beatitudine. Per primo, il modello è Gesù: "Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me... Un servo non è più grande del suo padrone. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi"41.

Gesù non ha illuso i suoi discepoli e quindi neppure noi; non ha promesso successi e trionfi, ma ha additato con chiarezza la stessa via battuta da lui: contraddizioni, odi, persecuzione, calunnie. Se noi mettiamo in pratica le beatitudini, sappiamolo bene, nessuno ci batterà le mani, non ci daranno titoli onorifici, anzi saremo perseguitati e calunniati. Forse per questo le beatitudini non hanno molto successo nella vita di noi cristiani. Ma è l’esperienza che hanno fatto gli apostoli e tutti coloro che hanno creduto alle parole del Vangelo. San Paolo scriverà infatti: "Mi compiaccio nelle mie debolezze, negli oltraggi, nelle difficoltà, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: infatti quando sono debole, è allora che sono forte"42.

È inevitabile che coloro che portano avanti la proposta di una società basata sulla "logica del monte" siano perseguitati. Essi mettono in crisi le istituzioni in cui i forti prevalgono sui deboli, i privilegiati sui meno favoriti, i padroni sui servi. Per questo aggrediscono con violenza chiunque si impegni per porre fine alla sopraffazione, all’arroganza, alla povertà, all’ingiustizia.

I discepoli di Gesù dinanzi alle persecuzioni e alle violenze devono rispondere con la logica dell’amore. Un esempio ce lo offre Martin Luther King, pastore battista e martire (1929-1968). Durante gli anni della lotta viene più volte arrestato e molte manifestazioni da lui organizzate finiscono con violenze e arresti di massa. Egli continua a predicare la non violenza pur subendo minacce e attentati: "Noi sfidiamo la vostra capacità di farci soffrire con la nostra capacità di sopportare le sofferenze. Metteteci in prigione, e noi, vi ameremo ancora. Lanciate bombe sulle nostre case e minacciate i nostri figli, e noi vi ameremo ancora… Ma siate sicuri che vi vinceremo con la nostra capacità di soffrire. Un giorno noi conquisteremo la libertà, ma non solo per noi stessi: faremo talmente appello alla vostra coscienza e al vostro cuore che alla fine conquisteremo anche voi, e la nostra vittoria sarà piena".

La seconda considerazione, ancora sulle beatitudini, riguarda, poi, la promessa di Gesù. Intanto chiama "beati" quanti mettono in pratica questa beatitudine e poi aggiunge: "di essi è il regno dei cieli", "grande è la vostra ricompensa". È certo che la gioia non sta nella sofferenza o nella persecuzione in se stessa, non siamo masochisti. La gioia sta nell’essere con Cristo, qualunque cosa succeda. Di fronte alla grandezza di quest’amore, le difficoltà del mondo non sono niente.

Non dimentichiamo la motivazione di questa beatitudine, l’elemento più importante, la garanzia: "È vostro il regno dei cieli". Vuole dirci che Dio è dalla nostra parte. Il mondo ci potrà insultare e perseguitare ma Dio si prenderà cura di me. Possiamo affrontare anche le persecuzioni. La nostra fortuna e la nostra felicità stanno nel fatto che Dio è dalla nostra parte.

Annunciare Cristo, testimoniarlo nella propria vita, denunciare corruzione, vizi, tradimenti, lassismo morale, ingiustizie, violenze, tutto questo vuol dire essere profeti scomodi e perciò esposti alla derisione e persecuzione. Ma non per questo dobbiamo lasciarci spaventare. Proprio dalla vita di cristiani che aderiscono in questo modo a Gesù Cristo il mondo viene salvato e il potere del male distrutto. Rallegriamoci e gioiamo, perché la nostra ricompensa è grande.

 


39 Mt 5,10.

40 Mt 5,11-12.

41 Gv 15,18.20.

42 2Cor 12,10.

 

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ultimo aggiornamento 24 settembre, 2012