Beatificazione di Madre Speranza

M. Speranza Montecchiani, Superiora Generale eam

 

I "sogni di Dio" e di Madre Speranza:

Le Ancelle dell’Amore Misericordioso la Congregazione voluta dal Buon Gesù

 

Gesù mio, sii per me luce dello spirito, amore e fuoco del cuore, forza e virtù di tutte le mie energie, perché io in Te possa conoscere, amare e compiere la volontà del mio Dio.

(El pan 18, 702)

È l’invocazione di Madre Speranza, un cuore assetato di Dio.

 

 

 

 

Con grande gioia traccio qualche linea della straordinaria figura di Madre Speranza di Gesù Alhama Valera, nostra amata Fondatrice, e di riflesso delineo qualche aspetto fondamentale dell’identità delle sue figlie, le Ancelle dell’Amore Misericordioso.

Con la sua vita ed i suoi insegnamenti, Ella segna per loro il cammino come luce inequivocabile che indica il fine da raggiungere: la nostra specifica missione nella Chiesa consiste nel far conoscere al mondo intero l’Amore e la Misericordia del Signore non con parole eloquenti ma con la nostra vita di amore, di sacrificio, di abnegazione, di carità verso tutti gli uomini e in modo speciale verso i più peccatori e i più abbandonati (cf. El pan 20, 625-648).

L’esperienza di Dio vissuta da Madre Speranza, profonda e affascinante come il Volto dell’Amore Misericordioso, è partecipata ai suoi figli e figlie e consegnata ai suoi scritti.

 

Chi sono le Ancelle fondate da Madre Speranza?

Qualche tratto del loro profilo, perché affiori la bellezza di un’identità che viene dall’Alto.

"L’essenza del Carisma che lo Spirito ha trasmesso alla nostra Fondatrice Madre Speranza di Gesù, per la sua Famiglia religiosa, è Dio Amore Misericordioso, il quale nel Signore Gesù si è manifestato meravigliosamente «ricco di misericordia» con ogni uomo, specialmente con chi è povero e misero, sofferente e peccatore".

Così si aprono le nostre Costituzioni, delineando l’identità dell’Ancella, derivante dal Carisma dell’Amore Misericordioso ricevuto in dono. È, essenzialmente, un’esperienza di Dio.

La persona, aprendosi a questa esperienza, si spinge verso Dio del quale scopre il desiderio di parteciparsi a lei, percepisce la sua vocazione personale e la accoglie, lasciandosi condurre dallo Spirito verso le profondità del suo essere dove avviene l’incontro personale con Dio.

L’anima, lì, sperimenta la bellezza dell’Amore e della Misericordia. "Apri, o Gesù, per la mia anima – invoca Madre Speranza - tutte le fonti dell’immenso abisso della tua infinita misericordia; fammi perire nel diluvio del tuo amore divino. Tienimi molto vicina a Te perché solo in Te mi diletti. Entra nell’anima mia, o mio diletto, e fammi entrare in Te!" (El pan 23, 73 e 61).

Nella misura in cui sboccia questa intimità profonda, l’anima esce dai suoi ristretti confini e va verso l’adorazione amorosa di Dio, che si manifesta e si offre a lei e, insieme, matura una grande passione per il bene dei fratelli.

Fra tutte le cose che destano stupore quella che può rimanerci più impressa nel cuore e nella mente, fino a diventarne oggetto e quasi idea fissa, è questa: poter chiamare Padre l’infinito Iddio (El pan 9, 106).

La persona vive della vita di Dio, diventa dinamica, interiore, "divina", fino al dono reciproco di sé tra Dio e l’anima.

È la pienezza dell’esperienza dello Spirito raggiunta da Madre Speranza.

Dio Padre, comunicandosi a Lei, vuole renderla partecipe della Sua misericordia per associarla alla stessa missione di misericordia di Gesù e inviarla a continuare questa missione tra gli uomini.

Il giorno 30 ottobre 1927 è senza dubbio storico per Madre Speranza e per tutti noi poiché riceve dal Buon Gesù, come lei lo chiamava, l’invito di dedicarsi con tutta se stessa a lavorare intensamente per diffondere la dottrina dell’Amore Misericordioso secondo l’esperienza da Lui stesso guidata. Si intensifica l’incontro personale e trasformante tra Gesù e la Madre. L’Amore si dona all’amore, la conoscenza e il dono reciproco di sé si fanno sempre più pieni ed assoluti.

Tre aspetti fondamentali della missione di Gesù si scolpiscono nella sua anima: Gesù è l’Incarnazione, il Servo e l’Apostolo della misericordia. Tutta la sua persona è coinvolta in questa esperienza di misericordia, ne è progressivamente illuminata e identificata a quella del Buon Gesù.

La Madre, nella sua grande umiltà, è consapevole dei propri limiti ma sente di possedere in sé lo stesso Spirito misericordioso di Gesù che la spinge alla totale accettazione della Volontà di Dio, semplice strumento nelle Sue mani. Tutto di lei deve esprimere la tenerezza misericordiosa del Padre, a somiglianza di Gesù.

Ella ha dovuto percorrere un cammino ascetico molto arduo per essere totalmente disponibile a quanto Dio le chiedeva. A tale proposito il 5 gennaio 1928 nel suo Diario scrive: "…il Buon Gesù mi ha chiesto e, oserei dire, mi ha imposto l’obbligo di aspirare ad una maggiore perfezione per potermi chiedere ciò che Lui tanto desidera…".

Nel mese di maggio 1929 comprende che il Buon Gesù vuole che realizzi la Fondazione di una Congregazione intitolata "Ancelle dell’Amore Misericordioso" per aprire collegi dove educare orfani e poveri, figli di famiglie numerose e di classi modeste, che avrebbero contribuito all’educazione dei figli secondo le proprie possibilità (El pan 18, 185).

La notte di Natale del 1930 a Madrid, nella totale povertà e disponibilità al Progetto di Dio, la Madre fonda la Congregazione delle Ancelle dell’Amore Misericordioso e l’11 febbraio 1957 le Ancelle impegnate nelle attività temporali.

Il 14 agosto 1951 fonda a Roma la Congregazione dei "Figli dell’Amore Misericordioso" nelle quattro modalità di appartenenza.

Gesù, Amore Misericordioso, incarnato ormai nel suo cuore, con lei si pone accanto ai più bisognosi, sperimenta le loro sofferenze rivelandole che i poveri sono "i suoi beni più cari" (El pan 20, 16) e li affida alle sue cure materne.

Alla luce di questa sua identificazione con Gesù e con i poveri, si spiega il ritmo intenso con cui ha fondato le varie opere in Spagna, Italia, ecc. per accogliere i poveri e, secondo le sue possibilità, promuoverli come persone e figli di Dio.

A venticinque anni dalla fondazione della Congregazione eam aveva aperto oltre 15 Case. "Siate madri dei poveri - esorta le sue figlie - ricordando che il cuore della mamma con facilità propende per il figlio più incapace e sventurato; sono per lui, di solito, le espressioni della premura e affetto più vero" (El pan 20, 202).

 

Quale stile di vita Madre Speranza assume verso i poveri?

Sorprendente. Si sente madre, responsabile del male che potrebbero fare, prova profonda empatia, non si separa da loro, rifugge dal ricco, vive povera ed umile, come serva ed ancella, si butta nel lavoro e nel sacrificio a loro favore, li accoglie come membri della famiglia. "Chiamate, o poveri, sarete soccorsi, chiamate, afflitti, sarete consolati, chiamate, infermi, sarete assistiti, chiamate, orfani, e nelle Ancelle dell’Amore Misericordioso troverete delle madri" (El pan 20, 180).

 

Quale scopo la spinge a tanto?

Consumata dalla passione per i poveri vuole che essi scoprano l’Amore Misericordioso come salvezza e liberazione. Ella si sente sostenuta dall’amore e la misericordia stessa di Dio, per cui lavorare, soffrire, espiare, promuovere, difendere e consolare raggiungevano in Lei dimensioni sempre più alte. Ella desidera ardentemente che le sue figlie diventino caritatevoli e mediatrici dei suoi poveri, soprattutto dei deboli e afflitti.

Stupisce la sua capacità di armonizzare la sua unione con Dio e, insieme, lo spendersi interamente per i poveri.

Perché questo grande desiderio di perdersi nell’infinita bontà di Dio e attirare tutti gli uomini a Lui? Qual è la singolarità del Carisma ricevuto dallo Spirito per la sua Famiglia religiosa?

Ella stessa ci risponde. Dio cerca gli uomini come se non potesse essere felice senza di loro (Diario, 5.11.1927).

Vuole che lo chiamiamo Padre perché come figli lo amiamo, gli obbediamo e lo veneriamo e per destare in noi gli affetti di amore e di fiducia per i quali otterremo quanto gli domandiamo (Novena).

Si è abbassato fino a noi come il Padre più amoroso va verso suo figlio e ci invita ad amarlo e a consegnargli il nostro cuore (El pan 5, 19).

L’unione profonda tra Gesù e ciascuno di noi non si vive nell’individualità. Dio è Amore che crea, suscita la vita, genera figli e non è felice senza di essi (cf. Diario, 5.II.1927), la paternità è la sua essenza.

Egli è Padre vivendo con gli uomini; la sua paternità crea la fraternità tra noi introducendoci nella famiglia dei figli di Dio.

Il peccato, rifiutando Dio e la dignità di figlio, porta l’uomo all’umiliazione, alla solitudine e al vuoto.

Il perdono misericordioso del Padre, invocato da Gesù sulla croce, ricrea la condizione originaria di amicizia tra Dio e l’uomo e degli uomini tra loro.

"Tu dici, Gesù, che se l’amore non soffre e non si sacrifica non è amore. Che insegnamento Dio mio! Capisco perché è così forte il tuo amore, perché è fuoco che riscalda, brucia e consuma: hai sofferto tanto, tanto" (El Pan 18, 703).

Madre Speranza contempla e vive il Vangelo dal punto di vista dell’Amore Misericordioso che va incontro all’uomo, ferito dalla sua situazione di solitudine e morte, lo attende e accoglie con instancabile amore paterno, ricostituisce la grande famiglia voluta da Dio affinché viva nell’amore e nell’obbedienza filiale.

Ella ha continuato con le due Congregazioni da lei fondate la stessa missione di Gesù: donarsi senza riserve per avvicinare gli uomini al cuore di Dio e riscoprire la divina bellezza della vita di comunione con il Padre ed i fratelli.

Un tratto distintivo della vita della Madre e delle sue figlie e figli è quello di creare, lì dove la vita quotidianamente viene offerta per amore, un clima di famiglia che nasce dalla misericordia di Dio e si potenzia in mezzo ai fratelli bisognosi.

In ogni comunità, autentico "focolare" in cui si respira la vita di famiglia, siamo chiamate ad annunciare l’Amore Misericordioso. "Io vi supplico, figlie mie, che la vostra carità sia tale che sempre si possa dire con verità che in ogni casa delle Ancelle dell’Amore Misericordioso c’è una madre, delle figlie ed i bambini sono trattati come in una famiglia " (cf. El pan 21, 727 - 745).

La nostra realtà, come l’ha progettata il Signore, risponde a questa finalità peculiare: essere una Famiglia unita per essere Amore Misericordioso. Due Congregazioni, Figli e Ancelle, che costituiscono un’unica Famiglia religiosa; è l’unicità e la novità che ci distingue, il cuore della nostra identità (cf. Costituzioni, 8).

La misericordia e l’identificazione con i poveri diventano per noi concrete solo facendo fiorire la vita di famiglia nelle nostre comunità e nelle opere (cf. Costituzioni, 17), sperimentando nella gioia il perdono misericordioso.

"Dio è un Padre che perdona, dimentica e non tiene in conto le mancanze degli uomini, li attende a penitenza e riceve il peccatore con amore e misericordia" (Novena).

La nostra vita, nello stupore di questa infinita misericordia, diventa un continuo rigenerarsi nel perdono di Dio e dei fratelli. Realtà questa poco usuale nella cultura contemporanea, pervasa dalla divisione e dispersione.

Il perdono, sull’esempio del Padre misericordioso, è il segno inequivocabile di chi vive in comunione con Lui. La vita di Madre Speranza è cosparsa di fatti straordinari in tal senso. "Pregate - Ella dice - affinché io ami sul serio i miei nemici, possa fare del bene a quelli che mi detestano e preghi costantemente per coloro che mi calunniano e perseguitano" (Circolari, 6). Questo lo chiedeva anche per le sue figlie e figli; vivendo il perdono del Padre misericordioso il nostro cuore si conforma al Suo e ricostituiamo l’unità della famiglia.

Dio non finisce mai di stupirci. Non solo ci perdona ma ci invia nel mondo come strumenti di riconciliazione rendendoci Amore Misericordioso come Lui.

Noi annunceremo con la vita l’Amore Misericordioso, sull’esempio di Madre Speranza, accogliendo la carità misericordiosa del Padre, rivelata dal cuore di Cristo (cf. Costituzioni, 75 e 78).

La Famiglia religiosa dell’Amore Misericordioso è un dono di Dio per i nostri tempi. Sulle orme della Fondatrice, percorriamo con grande speranza il cammino della nuova evangelizzazione intrapreso dalla Chiesa seguendo Gesù, che compie la sua missione attraendo gli uomini dentro il suo intimo legame con il Padre e lo Spirito. Il senso ultimo di tutta la vita terrena di Gesù è l’annuncio della salvezza attraverso un’esperienza profonda concessa ad ogni uomo di sentirsi amato da Dio e di imparare a riconoscerlo nel volto di un Padre amoroso e pieno di compassione (cf. La Nuova Evangelizzazione per la trasmissione della Fede cristiana, p. 27).

La Chiesa riporterà l’uomo alla comunione con Dio e all’amicizia con i fratelli, annunciando con la testimonianza della vita che Dio è Amore Misericordioso. La nostra Famiglia religiosa vuole essere una luce che brilla e orienta in questo cammino della Chiesa.

La via luminosa iniziata da Madre Speranza vuole, oggi, essere seguito dai suoi figli e figlie che fanno risplendere nella Chiesa il Volto dell’Amore Misericordioso.

Maria, venerata dalla nostra Famiglia religiosa come Mediatrice di grazie, e Madre Speranza intercedano affinché il meraviglioso Progetto di Dio si compia fino in fondo, dando gloria al suo Amore.

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ultimo aggiornamento 07 agosto, 2013