Associazione Laici Amore Misericordioso

Gaetano Storace

Ogni dono è un impegno

 

"Con il cuore colmo di gioia lodiamo l’Amore Misericordioso per l’evento straordinario che oggi, 5 luglio 2013, ci ha dato di celebrare, il riconoscimento ufficiale da parte della Santa Chiesa del miracolo avvenuto per intercessione della nostra amatissima Fondatrice, Madre Speranza di Gesù Alhama Valera". Così i due Governi Generali si sono espressi comunicando questa bella notizia e quindi presto la Madre sarà annoverata tra i BEATI.

Anche noi dell’Associazione Laici dell’Amore Misericordioso (ALAM) vogliamo ringraziare il Signore e le Congregazioni delle Ancelle e dei Figli per essere stati accolti in questa grande Famiglia, nata dal cuore della nostra Madre. La sua beatificazione, oltre ad indicarci un modello e un cammino di vita cristiana sulle sue orme, ci è di forte stimolo ad andare avanti, nonostante tutte le difficoltà e gli ostacoli. Abbiamo scoperto, infatti, che è stato proprio fidandosi ed abbandonandosi al Signore, al suo "buon Gesù", che M. Speranza ha potuto realizzare questo Santuario-Basilica della Misericordia, meta di sempre più numerosi pellegrini da tutte le parti del mondo. Inoltre, insieme, sentiamo il desiderio di ringraziare anche tutti coloro che in questi sessant’anni di storia dell’Amore Misericordioso a Collevalenza, ci sono stati vicini, ci hanno seguiti, ci hanno voluto bene e ci hanno formati. Molti di loro sono già nella Casa del Padre, in compagnia proprio della beata Madre Speranza.

Vorremmo, inoltre, che questo Evento ci spinga e ci conduca ad una crescita personale e, allo stesso tempo, sproni ogni gruppo ALAM a testimoniare la propria appartenenza attraverso la santità della vita negli impegni di ogni giorno, così da "animare" e diffondere l’Amore Misericordioso nel mondo.

È un dono della Chiesa che comporta anche un impegno da parte di ognuno di noi: fin da ora, la beatificazione ci deve educare a vivere nello spirito della Madre Speranza.

Nel cercare di capire come si vive nello spirito della Madre, dobbiamo parlare di noi.

Ecco una prima considerazione di carattere generale: noi tutti conosciamo la fatica che facciamo a vivere, a tutti i livelli. La nostra vita è piena di problemi e di sofferenza, non solo per le malattie ma soprattutto per la fatica che facciamo a stare insieme, a capirci, a comprenderci, a perdonarci, ad aiutarci. Madre Speranza usa moltissimo un termine: abnegazione; non ne dà una spiegazione ma lo identifica in mille atteggiamenti: preferire quello che piace all’altro più che a me; rinunciare a una cosa alla quale avrei anche diritto per far piacere a un altro; essere pronto a qualunque sacrificio per far felice un altro.

Emerge dagli scritti della Madre quello che emerge alla scuola di Gesù: contemplare il suo cammino verso il Calvario e l’offerta di Sé non solo per conoscere le Sue sofferenze, ma soprattutto per conoscere ed imitare i sentimenti che Gesù ha vissuto durante la Passione.

Riflettendo sempre sul modo di vivere nello spirito della Madre, un’altra considerazione potrebbe essere questa: nel mondo esistono tante diverse possibilità di organizzare, programmare e spendere la propria vita per perseguire il bene; tutte le varie forme hanno sicuramente tanto di bene e non vi è un modo di vivere più grande o più bello o più prezioso di un altro; questo dovrebbe portarci a valorizzare la diversità, solo e sempre come un dono da accogliere perché nella ricchezza di tanti doni si evidenzi sempre più la ricchezza e la bontà di Dio.

Immagino che tutti vorremmo impegnarci a ri-scoprire nella fedeltà e nella coerenza questo qualcosa di "particolare" che appartiene a noi dell’ALAM, per fare emergere la ricchezza dei doni di Dio, nei quali siamo stati immersi dopo la chiamata a seguirLo e, soprattutto, dopo che l’abbiamo accolta e accettata. Non è un modo più perfetto o più grande, ma è diverso; non è l’unico modo per essere buoni cristiani, ma è specifico, proprio.

A un Figlio, un’Ancella o un Laico dell’Amore Misericordioso, il Signore ha offerto e continua ad offrire un dono e una "possibilità" diversa, un progetto diverso: per esempio un tipo di penitenza che, senza escludere un giorno di digiuno, prenda un impegno forte nell’ambito della carità, offerta sempre a tutti, fino all’eroismo.

Questa un’ultima considerazione prende spunto da una nota di Diario della Madre che risale al lontano 1927, che ritento faccia "parte del nostro proprio": "Mi sono distratta, ossia ho passato parte della notte fuori di me e molto unita al buon Gesù e Lui mi ha detto che devo arrivare a far sì, che gli uomini conoscano il buon Gesù non come un padre sdegnato per le ingratitudini dei figli, ma come padre pietoso, che cerca con ogni mezzo di confortare, di aiutare di far felici i propri figli, che li segue da vicino, li cerca incessantemente con amore, come se Lui non potesse essere felice senza di loro" (El Pan 18,2). Per lei è diventato programma di vita, cercato e attuato con tutte le sue forze.

Spetta a noi, quindi, far conoscere Madre Speranza e tenerne viva la preziosa eredità riconosciuta dalla Chiesa, forti della convinzione che, anche i nostri piccoli gesti quotidiani di amore misericordioso, suggeriti dall’esempio di vita della nostra Madre, contribuiranno a far risaltare la santità di lei.

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ultimo aggiornamento 11 settembre, 2013