Gesù mio, Tu che sei Fonte di vita …

È strano che proprio in questo ultimo secolo in cui l’ingegno dell’uomo è riuscito progressivamente a scoprire moltissime realtà prima nascoste ai propri occhi arrivando a scrutare con mezzi sempre più potenti le cellule viventi fino alla struttura del Dna e la stessa materia fino alle componenti dell’atomo, piuttosto che riconoscere, sopraffatto dalla contemplazione, che una così ordinata e stupenda armonia non potrebbe che avere origine da una Intelligenza superiore che l’ha pensata, preferisca attribuire tutto all’evoluzione del caso.

Il caso, cioè, avrebbe iniziato un processo così ben concatenato e organizzato, che noi esseri umani, creature intelligenti e pensanti, solo dopo diverse migliaia di anni dalla nostra comparsa sulla terra, riusciamo appena ad individuare e non ancora completamente.

 

Ma l’esistenza stessa dell’uomo, senza Dio, smarrisce il suo significato, viene sopraffatta dal turbamento, perde il suo unico fine.

"Siamo di Dio e per Dio: ecco la nostra vera grandezza" (El pan 8, 78) scrive Madre Speranza "Egli è la causa e il solo scopo della nostra vita. Non abbiamo altro motivo di esistere che la sua gloria, ed esistiamo soltanto per provvedere questo unico bene." (El pan 8, 117-18)

Senza Dio è inevitabile che l’uomo perda anche il senso vero del peccato, che, prima di tutto, è non riconoscere la signoria di Dio sulla propria vita "Tutto ciò che facciamo contro la gloria di Dio o che non è rivolto, direttamente o indirettamente, a questo fine è pervertimento e male, menzogna e vanità; è schiavitù … è morte, iniquità che distrugge il suo piano, che rompe l’ordine della nostra vita e annulla il motivo per il quale Dio ci ha creato."(El pan 8,171)

L’essenza fondamentale di ogni peccato dell’uomo è, quindi, il tentativo di escludere Dio, vera e propria contrapposizione a Lui: "Contro di te, contro te solo ho peccato" (Sal 50).

Offesa ancora più assurda e grave se consideriamo che Dio stesso ci chiede di essere chiamato Padre nostro e, come tale, "cerca in ogni maniera di confortare, aiutare e rendere felici i suoi figli e li segue e cerca con amore instancabile, come se non potesse essere felice senza di loro". (El pan 18,2)

Maria Antonietta Sansone

Annegami nell'abisso della tua misericordia

Mia sorella aveva una grande ferita al calcagno, causata da una scarpa. Nonostante le cure accurate non migliorava, le provocava dolore continuo e inzuppava di sangue e siero le garze della medicazione. Arrivati a Collevalenza, ho preso l’Acqua del Santuario dell’Amore Misericordioso e ho bagnato la ferita. Il giorno dopo era completamente guarita e al suo posto si vedeva pelle tenera e appena un po’ più rossiccia.

 

 

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ultimo aggiornamento 12 novembre, 2013