studi

Roberto Lanza

Madre Speranza ... e la parola di Dio

 

 

La Parabola dell’uomo saggio
(Mt. 7, 24-29)

Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande».

Iniziamo la riflessione, su questo brano di vangelo, rileggendo come comincia il suo commento la Madre Speranza: "Care figlie, meditiamo sulla parabola del saggio che edificò la sua casa sulla roccia e dello stolto che la edificò sulla sabbia. Il saggio che costruisce sulla roccia la sua casa, che né i venti né le piogge fanno crollare, è l’uomo buono che edifica la casa dell’anima sulla roccia forte della fede, unita alle opere della carità, e non è vinto dalle tentazioni delle passioni terrene. Lo stolto che edifica sulla sabbia la sua casa, che perciò viene distrutta dalle piogge e dai venti, è l’uomo che ascolta la parola di Dio, ma non la custodisce; o quello che ha fede, ma non ha le opere della carità; o che ha una fede mischiata alla terra sabbiosa degli affetti per le cose della terra: beni, onori, comodità, incarichi elevati, la propria volontà. Costoro quando sopraggiungono i venti delle tentazioni cadono facilmente nel peccato".1

Un inizio molto chiaro quello della Madre che ci fa capire da subito che la parabola vuole contrapporre due figure: quella dell’uomo saggio e quella dell’uomo stolto. Entrambi ascoltano la medesima parola, ma agiscono poi in modo diverso. La differenza tra l’uomo saggio e quello stolto sta nel fatto che lo stolto "ascolta" solo le parole, mentre il saggio le "ascolta e le mette in pratica". Gesù in questo brano di Vangelo vuole ricordarci che non si accontenta di una fede formale e di una religiosità fatta di parole o di gesti e preghiere abitudinarie, vuole ed esige una fede solida, fondata sulla roccia sicura della sua Parola.

Tutti sapevano, al tempo di Gesù, che è da stolti costruire la propria casa sulla sabbia, anziché in alto sulla roccia. Dopo ogni pioggia abbondante si forma, infatti, quasi da subito un torrente che può spazzare via le case che incontra sul suo cammino: "Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia". Con simmetria perfetta, Gesù presenta la stessa scena in negativo: "Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande".

Costruire la propria casa sulla sabbia vuol dire riporre le proprie speranze, certezze e la propria esistenza su "cose" instabili che non reggono all’urto del tempo e dei rovesci delle tempeste. Costruire la casa sulla roccia, vuol dire, al contrario, poggiare la propria vita su ciò che i ladri non possono rubare, né la tignola corrodere, su ciò che non passa: "I cieli e la terra passeranno, diceva Gesù, ma le mie parole non passeranno".2 Costruire la casa sulla roccia significa molto semplicemente costruire su Dio, Egli è la roccia e nelle Scritture la roccia è uno dei simboli preferiti per parlare di Dio: "Il nostro Dio è una roccia eterna" 3; "Egli è la Roccia, perfetta è l’opera sua" 4.

Significa, infine, lasciare che la Parola di Dio modelli la nostra maniera di pensare, e lo stile di Gesù plasmi il nostro comportamento; significa lasciarsi convertire a poco a poco nelle scelte, sempre da rinnovare della nostra vita; significa fermarsi, ogni tanto, per riflettere sulla qualità della nostra vita alla luce della fede; significa domandarsi come la parola di Dio ci conduce in mezzo ai problemi del mondo di oggi.

La preghiera Colletta della IXA domenica del Tempo Ordinario, mi pare che ci possa offrire una giusta chiave di lettura per l’interpretazione di questo vangelo: "O Dio, che edifichi la nostra vita sulla roccia della tua parola, fa che essa diventi il fondamento dei nostri giudizi e delle nostre scelte, perché non siamo travolti dai venti delle opinioni umane, ma resistiamo saldi nella fede".5

Chi ascolta la parola di Dio e la mette in pratica, edifica la sua casa sulla roccia, nella bufera, resisterà. Chi ascolta la parola ma non la mette in pratica, edifica la sua vita su un terreno instabile, insicuro; cederà nella tempesta. Costruire sulla roccia non significa sfuggire alle tempeste e ai torrenti in piena, bensì mettersi in posizione tale da uscirne imbattuti, seppure scossi.

Ma a volte è proprio grazie a questi "scossoni" che restiamo sulla strada di Dio: essi mettono a prova la nostra fede, ma la rafforzano. Tutte le prove, grandi e piccole, ci fanno sentire poveri davanti a Dio, e quindi bisognosi di Lui e della sua salvezza. E’ attraverso questi "momenti forti" della vita che Dio ci fa entrare sempre più nel suo Regno. Non è facile seguire Gesù; non ci dice che è un cammino semplice, ma Egli stesso ci porge la sua mano dicendoci: sono con voi, coraggio! Comprendiamo, allora, quanto deve essere grande il nostro impegno.

Più che considerarci cristiani perfetti, onesti, "da salotto" o in "pantofole", a parole, possiamo riconoscere le nostre debolezze e possiamo impegnarci a migliorare la nostra vita, perché ogni giorno abbiamo bisogno di convertir ci, ogni giorno abbiamo bisogno della forza del Signore, di costruire la nostra vita su Lui, che è la nostra roccia.

Ma questo brano di vangelo può essere letto anche nell’ottica dell’Amore Misericordioso, così continua la sua riflessione la Madre Speranza: "Dove abbiamo costruito noi la casa della nostra anima? Se l’abbiamo costruita come l’uomo stolto, distruggiamola immediatamente e riedifichiamola sopra la roccia stabile della fede e della carità, e riempiamola di amor di Dio e di opere buone. Combattiamo, figlie mie, la superbia della vita con l’umiltà; l’ambizione dei piaceri, del benessere e delle comodità con la mortificazione, la pazienza e l’astinenza; la cupidigia degli occhi con la carità e la giustizia. Non dimentichiamo che la fede senza la carità e le buone opere è morta".

La Madre si pone una domanda importante: "Dove abbiamo costruito noi la casa delle nostra anima?" Detto in altre parole: "Cosa vuol dire oggi per noi costruire sopra fondamenta solide?" "Cosa vuol dire ascoltare e mettere in pratica la Parola di Dio?" "Cosa è sabbia e cosa è roccia?"

La risposta è ancora da trovare nei suoi scritti: "È triste vedere che tante anime edificano sulla sabbia e non è strano, figlie mie, che la casa non rimanga in piedi. Soffiano tanti venti e tanti torrenti precipitano su di essa! Quando l’edificio pericolante è quasi a terra, allora solo ci viene in mente di correre ai ripari; cerchiamo di ricostruirlo e progettiamo di prendere nuove decisioni, nuove pratiche. Ma queste sono esteriori, poco profonde e incoerenti quanto le anteriori, sono poco durature come le prime e così la nuova costruzione è condannata a crollare un’altra volta sotto la spinta del vento e dell’acqua. Non ci viene in mente, figlie mie, di cercare la roccia dell’umiltà, della carità e dell’amore a Dio".6

La Madre indica molto chiaramente l’origine del suo "pensiero": "Il Signore è la mia roccia, la mia fortezza, il mio liberatore, il mio Dio, la mia rupe in cui mi rifugio, il mio scudo, la mia salvezza, il mio riparo! Sei la mia roccaforte che mi salva".7 E allora l’unica risposta che possiamo dare è che la roccia sulla quale costruire la nostra vita non è altro che l’Amore Misericordioso.

Nell’obbedienza alla parola di misericordia si gioca il senso definitivo della nostra vita. La salvezza, non sta solo nel riconoscere Gesù come il "Signore", ma è fare ciò che Lui ha fatto e comandato: "E’ simile a un uomo che ha costruito una casa sulla roccia..". Vivere la misericordia nella nostra vita, conoscere l’Amore Misericordioso, fare esperienza del suo amore per noi, lasciarci cercare e abitare dal suo Spirito, significa fare la casa e costruirla su solide fondamenta. Bisogna davvero scavare nel profondo del cuore per fare esperienza del cuore misericordioso di Cristo, roccia sulla quale fondare la nostra vita. Entrare in questa dimensione carismatica rende la nostra casa solida, essa non crolla al sopraggiungere della "piena" delle acque: siamo in grado di resistere alle prove e alle tribolazioni quotidiane.

Accogliere misericordia, riceverla e donarla, significa restare uniti a Gesù in modo indissolubile: "Credo che un’anima, che non si unisce a Gesù in tutto, non possa amarlo; e senza amore il suo cuore si raffredda. Turbata sarà la sua immaginazione, instabili i suoi sentimenti verso il prossimo, non potrà aiutare i fratelli e provvedere nutrimento solido alle anime dei bambini, né imprimere nei loro cuori l’immagine di Gesù; questi non potranno mai conoscerlo come Padre, non impareranno a stargli vicino e comunicargli le proprie pene e le proprie gioie. Io credo che prima di tutto dobbiamo unirci all’Amore Misericordioso, considerarlo nostro buon Padre e chiedergli che ci tenga sempre uniti a Lui". 8

Chi è un Dio? Un Dio è qualcuno al quale chiedi la vita, la sorgente della vita, della realtà, è l’asse centrale dell’esistenza, qualcosa che ti salva, che ti aiuta, da cui puoi ottenere qualcosa che ti supera, è oltre te, sta sopra di te, è più di te. Il punto vero da prendere in considerazione è che un Dio vero la vita te la dona e quindi puoi costruire sulla roccia, un Dio falso la vita te la toglie e vuol dire che hai costruito sulla sabbia dei tuoi idoli. Amare il Signore vuol dire costruire su fondamenta solide, è solo allora che la nostra vita diventa significativa, diventa santa, si diventa capaci di dare significato alla nostra esistenza.

La sabbia non è lontana da noi, non bisogna cercarla chissà dove, ce l’abbiamo nel cuore: quello che noi chiamiamo sabbia altro non è che l’orgoglio di sé, delle proprie convinzioni, è l’arroganza di chi pretende di avere sempre ragione anche davanti al Signore, è la freddezza di chi è indifferente ai bisogni degli altri. Quanti uomini, non vogliono rivelare che nel loro cuore c’è sabbia! La pietra non siamo noi, è il Signore stesso, è il suo Vangelo, che rimane saldo e non crolla. Alla base di tutto ci deve essere la necessità della coerenza fra il dire e il fare, bisogna cercare di aderire al Signore non solo con le parole, ma anche con i fatti.

Come resistere allora?

Il nostro carisma ci indica la strada: costruire secondo la volontà di Dio, perché ci aiuterà a vivere, non mediante le nostre povere forze, ma mediante la forza di Dio, così come dice il salmo: "Il Signore è la mia forza e il mio scudo, ho posto in Lui la mia fiducia"9. La forza di Dio, la roccia di Dio, è l’amore e come insegna il Cantico dei Cantici: "Forte come la morte è l’amore. Le grandi acque non possono spegnerlo né i fiumi travolgerlo".10 L’Amore Misericordioso sta alla base di tutta la nostra vita. La vita di tutti i giorni è per noi una grande palestra dove esercitare questa "virtù", ogni ora porta i suoi pesi, ogni ora possiamo esercitarci in questo atteggiamento carismatico. Se costruire sulla roccia, ossia secondo la volontà di Dio, ha lo "svantaggio" di essere un lavoro lungo, impegnativo e faticoso, ha però il vantaggio di realizzare una costruzione solida, capace di resistere all’imperversare delle più violente intemperie; chi vi abita può stare sicuro, la costruzione è garantita contro ogni possibile disastro.

Quando poggio la mia vita sulla roccia della misericordia di Dio, posso vivere nella pace e nella fiducia, Egli è fedele, non mi mancherà nulla di ciò che serve alla mia vita: "Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze, ma con la tentazione, vi darà anche la via d’uscita e la forza per sopportarla" 11 Solo vivendo in pieno questo abbandono nella grazia di Dio, possiamo permettere che Dio entri nella nostra storia, è un pò ritornare alle parole della Madre Speranza: "consentire a Dio di cercarci, di stare con noi, di incontrarci, di comunicarci la sua paternità", Egli può intervenire e rivelare concretamente la propria presenza, la propria capacità di operare piccoli e grandi miracoli: "Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me"12.

Vedo il futuro con ottimismo: e non è un ottimismo vuoto e illusorio, ma basato sulla certezza di Dio, abbandonandomi a Lui, i miei piedi entrano su un terreno sicuro. Solo quando consegno la vita al Padre fa capolino in me il sorriso libero, la gioia serena di chi sa di essere al sicuro ovunque, anche nel dolore, anche nella sofferenza, anche nella morte! Come mi lascio andare al Padre, i miei occhi vedono molto di più, riesco a restare saldo, sono più attento alla Presenza operante di Dio in ogni circostanza: Egli è Colui "nel quale viviamo, ci muoviamo ed esistiamo". Si tratta di giustificare una scelta, quella dell’accettazione o del rifiuto di Dio, l’uomo di oggi si trova di fronte ad un’alternativa fondamentale, dal momento che dalla sua scelta dipenderà il significato che egli darà alla propria vita; per questo qualunque sia la risposta, la scelta è essenziale.

È un problema importante: al centro di questa questione si trovano Dio e l’uomo, riflettere sull’Amore Misericordioso, infatti, significa pensare all’uomo e alla sua dimensione di figlio generato dal Padre, il quale dona pienezza e significato alla nostra esistenza.

La questione del senso del nostro vivere porta inesorabilmente a un Tu da incontrare, dal quale ricevere tutto e per sempre e al quale noi possiamo ugualmente dare tutto e per sempre. La misericordia di Dio non è quella di un Padre "bonaccione", è l’amore di un Padre per un figlio che ha generato e la caratteristica di questo amore è quella di essere esigente proprio perché lo ama, e l’amore di Dio ha grandi progetti per l’uomo. Il solo limite alla misericordia di Dio viene dall’uomo, il cui cuore si è indurito, il solo peccato di fronte al quale il perdono di Dio si rivela impotente è quello della chiusura dell’uomo in sè stesso, il suo rifiuto di essere perdonato.

Persino quando annunciano le peggiori catastrofi i profeti non mancano mai di ricordare che il cuore di Dio è sempre pronto a staccarsi dalla sua collera di Padre tradito: "Per un breve istante ti ho abbandonata, ma ti riprenderò con immenso amore. In un impeto di collera ti ho nascosto per un poco il mio volto; ma con affetto perenne ho avuto pietà di te, dice il tuo redentore, il Signore".13 Dio non conserva rancore per l’uomo, il suo essere misericordioso lo porta al desiderio perenne che l’uomo viva: "Quale Dio è come te, che togli l’iniquità e perdoni il peccato al resto della tua eredità; che non serbi per sempre l’ira, ma ti compiaci di usare misericordia? Egli tornerà ad aver pietà di noi, calpesterà le nostre colpe.

Tu getterai in fondo al mare tutti i nostri peccati, conserverai a Giacobbe la tua fedeltà, ad Abramo la tua benevolenza, come hai giurato ai nostri padri fino dai tempi antichi"14.

Ecco la roccia della nostra vita, è la potenza della sua misericordia, forza che appartiene a Dio solo, è potenza di amore, è potenza che salva, che libera l’uomo nell’intimo, è potenza che parla al cuore e lo trasforma, è grazia che accoglie i peccatori. E’ la potenza dell’amore divino che si è manifestato in Cristo: "edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, avendo come pietra angolare lo stesso Cristo Gesù "15.

La sola cosa necessaria che dobbiamo compiere nella nostra vita è mettere Dio al primo posto, è il primato del suo Regno, è il tesoro nascosto nel campo. Tutto il resto allora si armonizza, ha un’anima, un centro, l’ascolto del Signore è il fondamento di ogni retto agire, di ogni esistenza. Davanti a Dio c’è sempre una sola cosa: l’unica cosa che l’uomo è chiamato a compiere in quel momento, ascoltare la voce di Dio, ascoltare quello che ha da dire il suo Creatore, suo Padre, entrare nel suo Mistero. Ascoltare Gesù  non è la fine, ma l’origine, l’inizio di ogni cosa che noi facciamo. Se non ascoltiamo Gesù non possiamo fare niente, ma se lo ascoltiamo davvero, la sua Parola ci farà suoi discepoli: "Se dimorate nella  mia parola, sarete davvero miei discepoli"16. Si comprende, allora, che la strada per diventare suoi discepoli, è dimorare nella sua Parola.

Questa è la Buona Novella dell’Amore Misericordioso: Dio non è lontano da noi, Egli vive in noi. La sua presenza è una presenza amorevole, Egli vive in noi e noi viviamo in Lui, immersi nella sua eterna vita. L’uomo é amato da Dio, è questo il semplicissimo e sconvolgente annuncio del quale la Chiesa è debitrice all’uomo: Dio ti ama, Cristo è venuto per te, per te Cristo é "via, verità e vita".

"Chi viene a me e ascolta le mie parole è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sopra la roccia". Gesù è la nostra roccia; Egli ci dà sicurezza e stabilità, e ci fa rinascere, travolgendoci in quell’oceano di misericordia, qual è il suo cuore per purificarci nel suo amore e dissetarci alle sorgenti delle sue acque. Il Cuore misericordioso di Cristo deve essere per noi la roccia su cui costruire la nostra casa; dobbiamo imparare a dimorare in Dio, perché solo così potremmo ascoltare il battito di questo cuore misericordioso che non cessa di amarci e che non si stanca di cercarci come se non potesse pulsare senza di noi: "I cieli e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno"17, è il suo Amore Misericordioso che non passerà mai.


1 L’Ordine delle nostre relazioni con Dio, EL PAN n°8

2 Lc. 21,33

3 Is. 26,4

4 Deut. 32,4

5 Colletta IXa Domenica Tempo Ordinario Anno A

6 Le Ancelle dell’Amore Misericordioso (1943) (El Pan 8)

7 2 Samuele 22, 2-3

8 Consigli pratici (1933) (El Pan 2)

9 Salmo 27,7

10 Cantico dei cantici 8, 6-7

11 1 Corinzi 10,13

12 Gv. 14,1

13 Is. 54, 7-8

14 Michea 7, 18-20

15 Ef. 2,20

16 Gv.8,31

17 Mt. 24,35

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ultimo aggiornamento 12 febbraio, 2014