Gesù mio, lavami con l’acqua del tuo santissimo costato

"Non saremmo in grado di conoscere la profondità dell’abisso delle nostre miserie, se Gesù non ci avesse permesso di toccarne il fondo per sollevarci da lì fino alla sublimità dello stato di grazia, in virtù del mirabile sacramento della penitenza che umilia ed innalza, abbassa ed esalta, mortifica e dà vita" (El pan 8,446).

Insieme alla luce sulla propria realtà di peccatore l’uomo riceve, quindi, anche la grazia del pentimento, il desiderio di ritornare sui propri passi e di riparare in qualche modo quello che adesso si vede chiaramente come errore colpevole.

E’ necessario, però, che un tale desiderio si concretizzi nella personale e libera volontà di tornare al Padre, ed è proprio a questo punto che la paura del giudizio di Dio e l’orrore di sé può spingere alla sfiducia e allo scoraggiamento, fino alla disperazione.

Scrive Madre Speranza "L’astuzia e la perfidia di Satana che, prima del peccato, fa tacere dubbi, vergogna e scrupoli, dopo fa risaltare l’enormità della colpa e la difficoltà di manifestarla, soffocando ogni speranza, per cui sembra che non ci sia altra via d’uscita che la disperazione…" (El pan 7, 343)

Ancora una volta, è alla luce del Crocifisso che dobbiamo trovare la certezza che Dio è veramente per noi Padre di immensa bontà, che ama sempre e non si arrende di fronte al peccato anzi, pur avendolo in orrore, lo perdona, non ne conta il numero e lo dimentica (cfr. El pan 24,75 – El pan2,119).

"A Dio, infinitamente santo e puro, il peccato produce un effetto simile al voltastomaco e al ribrezzo che a noi causa la vista di cose ripugnanti. Perciò la Sacra Scrittura dà al peccato il nome di marciume e putridume. Gesù, Salvatore del genere umano, nella sua passione volle apparire coperto di sputi e di sangue, per lavare con le macchie del suo volto divino l’orrore di tanti crimini" (El pan 8,918).

Scoprire di essere amati è la sola esperienza della vita in grado di sanare completamente tutte le nostre ferite e dare senso suscitando forza, gioia e capacità di ricambiare l’amore. "Attingerete acqua con gioia alle Sorgenti della salvezza" (Is 12,3).

Maria Antonietta Sansone

Annegami nell'abisso della tua misericordia

Ero stata operata nel mese di luglio di un tumore alla testa e il chirurgo, che temeva una recidiva locale, mi aveva chiesto di continuare le visite di controllo.

Quando sono tornata da lui a settembre, si è però tranquillizzato perché la cicatrizzazione, che sembrava dovesse essere difficile, era invece avvenuta rapidamente.

Io avevo bevuto l’Acqua del Santuario dell’Amore Misericordioso di Collevalenza che conservo sempre e uso con grande fiducia.

Ringrazio anche Maria Mediatrice che si venera a Collevalenza, per la forza morale che sa infondere.

 
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ultimo aggiornamento 12 febbraio, 2014