La lettera

 

Il cuore di Madre
Speranza

Carissimo,

penso quel Salmo: "Svegliatevi, arpa e cetra, voglio svegliare l’aurora". Il profeta non aspetta il giorno, l’anticipa, non accetta le cose, le trasforma.

Il profeta non guarda le stelle, dà alle stelle il palpito del suo cuore. Egli cammina sulle acque.

Sì, abbiamo bisogno di profeti. Isaia, Osea, Ezechiele… il profeta dello Spirito, il vento, il fuoco dello Spirito: "Profetizza su queste ossa (le ossa inaridite di questo tempo disperato, disperante). Ecco, io infonderò in voi lo Spirito e rivivrete… vi darò un cuore nuovo".

Abbiamo bisogno di profeti che ci annunzino questo cuore.

Il cuore di Dio: "Il mio cuore si commuove dentro di me, tutte le mie viscere fremono di passione".

Il cuore sulla croce, il cuore di carne, squarciato dalla lancia del soldato.

Quel cuore trafitto, che Madre Speranza amò perdutamente, che annunziò al cuore dei fratelli, alla consolazione del mondo: "Padre buono, misericordioso… e noi pensiamo che non ci ascolti, che non ci ami più, che si sia stancato di noi. Che orrore… io posso dirvi che solo Gesù e la Madre sua ci hanno amato e ci amano senza cessare, nonostante le nostre miserie… non lasciano di amarci un solo secondo, e aspettano con ansia il nostro affetto, cioè, lo vanno mendicando".

L’Amante è Dio, l’amato è ognuno di noi. Mi ricordo il Cantico dei Cantici: "Tu mi hai rapito il cuore". La fedeltà dell’amore di Dio: "Di generazione in generazione durano i pensieri del suo cuore, per salvare dalla morte i suoi figli e nutrirli in tempo di fame".

Certo, ognuno di noi ha il suo percorso di dolore, e però, davvero, quel Cuore ci ama di più.

Così, questa mia piccola lettera, per ringraziare Madre Speranza che mi ha aiutato a dire Padre.

 

Nino Barraco

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ultimo aggiornamento 13 marzo, 2014