Gesù mio, lavami con l’acqua del tuo santissimo costato

"Il sacramento della penitenza, per ciò che riguarda il peccatore, consiste nella manifestazione contrita delle proprie colpe fatta con sincerità al ministro di Gesù, per ottenere il perdono dei peccati." (El pan 8,441)

Come afferma anche Madre Speranza, il segno indispensabile, che da parte del peccatore costituisce il sacramento della penitenza, è l’accusa sincera dei propri peccati, tanto che nell’uso comune questo sacramento viene appunto definito confessione.

L’accusa è indispensabile non solo per il motivo ascetico già accennato, perché l’umiliazione connessa ad essa costituisce di per sé una penitenza per il peccato commesso. C’è anche un motivo inerente al sacramento stesso che, in quanto "tribunale", deve conoscere esattamente la realtà profonda del peccatore per agire con efficacia, così come ogni cura, per essere adeguata, esige di conoscere il più possibile la malattia da combattere.

Preliminare per l’accusa è allora l’esame attento della propria coscienza, che non è ricerca dei propri assillanti scrupoli e sensi di colpa. Ma il confronto sereno e fiducioso della propria vita con la legge morale interiore e l’esempio di Gesù nel vangelo.

"Dal momento che l’uomo decide seriamente di accostarsi al sacro tribunale sembra che una benda cada dai suoi occhi; egli sente la necessità di raccogliersi nel più intimo di sé e di esaminare attentamente le inclinazioni del suo cuore. Come primo risultato di questo rigoroso esame l’uomo incomincia a conoscersi e a giudicare se stesso" (El pan 8,452).

Esaminarsi alla luce dell’esempio di Gesù trasmesso nella sua Parola, consente di recuperare gradatamente il senso del peccato e di poter conoscere progressivamente se stessi e le motivazioni più profonde delle proprie azioni.

Crescendo in questa conoscenza di sé e sempre più vicini alla luce di Dio, solo i santi, con lucida chiarezza e sincerità, crescono anche nel riconoscersi peccatori.

Se è questa la realtà profonda di tutti i figli di Dio, quale paura, allora, di ricorrere a Lui? in quel Tribunale "li sta aspettando non un giudice per condannarli e dar loro subito il castigo, ma un Padre che li ama, perdona, non tiene il conto dei peccati, ma li dimentica." (El Pan 24,75)

Maria Antonietta Sansone

Annegami nell'abisso della tua misericordia

A Collevalenza ho iniziato a recitare la Novena scritta da Madre Speranza e, tornata a casa, ogni mattina, confidando instancabilmente nella Misericordia di nostro Signore, ho bevuto l’Acqua del Santuario dell’Amore Misericordioso, al fine di ottenere la grazia per mio figlio che, inspiegabilmente, aveva deciso di abbandonare gli studi.

Con gioia indescrivibile constatavo di giorno, in giorno, il cambiamento di mio figlio che usciva progressivamente dallo scoraggiamento e riacquistava fiducia e stima di sé fino al superamento dell’esame.

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ultimo aggiornamento 15 aprile, 2014