Quanto bene vi si compirà a vantaggio dei fedeli non soltanto di Collevalenza ma a vantaggio di tutti i pellegrini che qui verranno a chiedere l’abbondanza delle misericordie divine. Qui nel Tempio dell’Amore Misericordioso verranno a dire il loro amore al Cristo Salvatore sapendo di essere ripagati da un amore misericordioso che largisce favori e grazie in abbondanza.

... Dominarono quella giornata tre grandi sentimenti:

– La Benedizione e l’incoraggiamento del Santo Padre Paolo VI

– Il devoto indirizzo del Rettore del Santuario

– Un grande bene previsto in questo Tempio dal Card. Ottaviani

 

 

1. La Benedizione e l’incoraggiamento del Santo Padre Paolo VI

 

2. Il devoto indirizzo del Rettore del Santuario

Eminenza Rev.ma, Eccellenze, Autorità, carissimi Fratelli.

La Prima e l’ultima tappa di una piccola storia di 14 anni.

18 agosto 1951, mentre suona l’Angelus della sera, in un sereno sabato estivo, il Vescovo Diocesano Mons. De Sanctis conduce due piccole Comunità a Collevalenza: sono le Ancelle dell’Amore Misericordioso e i primi tre Figli dell’Amore Misericordioso che prendono residenza nella Casa parrocchiale.

31 Ottobre 1965: Il Vescovo Diocesano Mons. Antonio Fustella ha consacrato questo Tempio che nella mente della Madre Fondatrice doveva essere appena un ampliamento del piccolo Santuario e che l’Arch. Lafuente ha reso imponente per linee e per mole.

Ometto di ricordare tutte le tappe intermedie, forse meno importanti ma tanto luminose.

La presenza dell’Eminenza Vostra, Sig. Cardinale, la presenza di numerosi Padri Conciliari ci fa onore e ci incoraggia.

Serva ai non pochi timidi. Da oggi in poi sottolineeremo con più entusiasmo il concetto della Paternità di Dio e dell’amabilità infinita di Cristo.

Nelle paterne semplici parole rivolteci questa mattina al Suo ingresso nel Santuario ci ha dato una bella notizia che intuivamo ma non sapevamo: Lei ci ha detto che il Santo Padre è contento che ci sia in questa zona tanta devozione verso l’Amore Misericordioso di Gesù.

Possiamo chiederLe un favore, Eminenza? Umilii al Santo Padre il nostro devoto filiale omaggio e tutta la nostra riconoscenza. Abbiamo sempre visto nel Papa il Vicario dell’Amore e Lo abbiamo servito con vera dedizione. Vediamo in Paolo VI un seminatore di amore e nel nostro piccolo vogliamo seguirLo.

Ed ora, Eminenza, chiediamo a Lei ed agli Eccellentissimi Presuli qui presenti una Benedizione e una preghiera perché riusciamo a dare a Gesù tutto quello che ci chiede. Domandiamo troppo se chiediamo una Benedizione particolare per la Venerata Madre Fondatrice, Madre Speranza di Gesù?

 

3. Quanto bene vi si compirà in questo tempio …

Dal discorso di Sua Eminenza il Cardinale ALFREDO OTTAVIANI

 

Eccellenze Rev.me, Rev.mi Sacerdoti, buone Suore e voi tutti cari fedeli, innalziamo grati al Signore le preghiere di ringraziamento perché ha concesso di poter inaugurare questo Tempio a maggior gloria di Dio e per la salvezza delle anime.

Quanto bene vi si compirà a vantaggio dei fedeli non soltanto di Collevalenza ma a vantaggio di tutti i pellegrini che qui verranno a chiedere l’abbondanza delle misericordie divine.

Qui nel Tempio dell’Amore Misericordioso verranno a dire il loro amore al Cristo Salvatore sapendo di essere ripagati da un amore misericordioso che largisce favori e grazie in abbondanza.

In questo Tempio verranno le anime in pena per deporre dinanzi a Gesù Misericordioso le loro lacrime, verranno le madri per raccomandare i loro figlioletti perché crescano con la benedizione di Dio misericordioso; verranno tutti coloro che vorranno ringraziare il Signore delle misericordie ricevute e loro impartite; verranno tutti quelli che vorranno qui sperimentare le misericordie del Signore anche nel ricevere i Santi Sacramenti, quello del perdono dei propri peccati che è una delle più grandi misericordie che Dio fa agli uomini e quello del dono eucaristico che è il dono che Dio fa di Sé stesso all’uomo.

Tutte le volte che si celebra una festa e si canta l’inno della gloria e del ringraziamento, il «Te Deum», non manca la Chiesa di invocare la misericordia del Signore: «Miserere nostri, Domine, miserere nostri», abbi misericordia di noi, Signore, abbi misericordia; non manca la Chiesa di chiudere l’inno con un’altra invocazione della misericordia di Dio: «la tua misericordia, o Signore, scenda sopra di noi»; e non manca il Signore di mostrare quanto ci ami e quanto ci voglia bene.

Poteva Dio Padre Onnipotente mostrarsi più misericordioso quando ci ha dato il Suo diletto Figlio e ce lo ha dato anche per il martirio della Croce? Poteva volerci più bene, essere più misericordioso con noi quando Egli ci chiama ai premi eterni dopo che eravamo stati schiavi del demonio? O miei cari fedeli, sappiate approfittare di queste misericordie. Nostro Signore Gesù, camminando per le vie della Palestina, è lodato con questa frase dello scrittore sacro: «Passò beneficando e sanando tutti». Quanti hanno esperimentato le Sue misericordie personali, su quanti malati si è chinato il Salvatore, quanti hanno ricevuto la vista perduta, quanti hanno riacquistato l’udito e la favella, quanti storpi hanno camminato di nuovo, ma tutto questo è poco se si pensa alle misericordie del Signore, quando, come disse al Paralitico, prima di sanarlo nel corpo lo sanò nell’anima: «Ti sono perdonati i tuoi peccati». Venite dunque, o fedeli, a sperimentare le misericordie del Signore per dare la pace all’anima Vs. turbata dal pentimento e dal rimorso del peccato, venite a rinfrancarla alle fonti salutari della grazia sacramentale nell’Eucaristia, qui risorge l’anima del peccatore a nuova vita accostandosi alle fonti della grazia.

Noi, o figlioli, siamo su questa terra come dei pellegrini che camminiamo accompagnando Cristo nell’Eucaristia, non vediamo Gesù realmente, lo vediamo coperto dai veli o nascosto dai veli eucaristici, ma la fede, la fede dei nostri occhi dello spirito, degli occhi dell’anima, vedono Gesù e lo ascoltano. Noi camminiamo nella via della vita, tenuti come per mano da Gesù Eucaristico. «Tu mi hai preso per mano, Gesù, quando mi hai portato ai tuoi santi altari» e tenuti per mano da Lui, non vedendolo realmente come è, ma soltanto sotto i veli eucaristici passeremo per le vie del mondo sino ad arrivare lassù nei cieli, dove la luce non tramonta mai, dove il pensiero non vacilla, dove il cuore ama, ama sempre, santamente ama e loda in eterno le misericordie del Signore «in aeternum cantabo misericordias Domini» io canterò in eterno le misericordie del Signore.

Questo è l’augurio che faccio a tutti, che possiate camminare sempre seguendo Gesù come se vi tenesse per mano, seguendo le vie del bene, dell’onestà, della santità e della religione. Possiate seguire questa via sino ad arrivare nei cieli a godere con Lui della sua gloria, cantare le sue misericordie: «io canterò in eterno le sue misericordie». In adempimento di questo auspicio vi sia grato di ascoltare la benedizione che vi manda il Santo Padre. Vi sarà letto il telegramma con cui il Segretario di Stato comunica la benedizione papale.

 

 

L’intensa giornata del 31 ottobre 1965

 

Ore 7,00 Consacrazione del nuovo Tempio officiata da S. Ecc. Mons. Antonio Fustella , Vescovo di Todi.
Intanto alle 7 Mons. Antonio Fustella, Vescovo di Todi iniziava il magnifico rito della consacrazione e dedicazione della nuova casa di Dio; conconsacranti erano l’Arcivescovo di Madrid, Mons. Morcillo e Mons. Arattukulam, Vescovo di Aleppey (India). L’altare grande veniva consacrato a Cristo Re Amore Misericordioso dal Vescovo di Todi, quello della cripta a Maria Mediatrice dall’Arcivescovo di Madrid e quello della quinta cappella di sinistra al SS.mo Corpo di Cristo dal Vescovo indiano.

Ore  8,15 S. Messa concelebrata dall’Ecc. mo Vescovo di Todi con i figli dell’Amore Misericordioso.
Siamo ora alla prima Santa Messa. È una e sono quattordici, infatti Mons. Fustella concelebrava con tredici Figli dell’Amore Misericordioso

Ore 10,00 Concelebrazione di Ecc. mi Padri conciliari presieduta da S. E. Mons. Casimiro Morcillo, Arcivescovo di Madrid.
Alle ore 10 Mons. Morcillo Arcivescovo di Madrid con altri 10 Padri Conciliari ha iniziato la concelebrazione, che vorrei chiamare ecumenica: erano all’altare del Tempio: i Monsignori Ernesto Unterkoefler, Vescovo di Charleston (USA), segretario generale della Conferenza episcopale degli Stati Uniti, Julo Rosales, Arcivescovo di Cebu, Presidente della Conferenza Episcopale delle Filippine; Stefano Barela, Vescovo di Czestochowa (Polonia), Petrus Tou, Vescovo di Hsinchu (Cina), Lukas Arai, Vescovo di Yokohama (Giappone), Kaldany Hanna, Ausiliare del Patriarca di Gerusalemme; Michael Arattukulam, Vescovo di Alleppey; Marc Mikayo, Arcivescovo di Tabora (Tanzania), J. A. Lebrum, Vescovo di Valencia (Venezuela); Virgil Copas, Vescovo T. di Bennefa (Australia) e Geraldo Pebido (Brasile).

Ore 11,30 Arrivo e visita al Santuario di Sua Eminenza il Signor Cardinale Alfredo Ottaviani, Segretario della Suprema S. Congregazione del S. Uffizio.
Qualche minuto dopo il mezzogiorno arriva il Sig. Cardinale Alfredo Ottaviani, scortato da motociclisti della Polizia stradale, dalle Guardie Municipali e dai Carabinieri. Negli ultimi sette chilometri si era formato un lungo corteo di macchine fra le quali quella del Vescovo spagnolo di Vitoria, Mons. F. Peralta y Ballabriga, dell’Ambasciatore di Spagna presso il Quirinale Dott. Sanchez Bello, dell’Architetto Lafuente e del Rettore del Santuario. Sulla gradinata del Tempio erano ad accogliere il Porporato sessanta Padri Conciliari tra le acclamazioni della folla fuori e dentro il sacro edificio. C’era una carica di commozione in giro e tanta gioia. Il Cardinale sale, prende posto nella sede di marmo con ai lati il nostro Superiore Generale Padre di Penta ed un Cerimoniere Pontificio.

Ore 15,30 Inizio della cerimonia ufficiale: omaggio delle Autorità a Sua Eminenza il Cardinale ed ai sessanta Padri Conciliari provenienti da tutti i continenti.
All’ingresso solenne del Cardinale Ottaviani insieme ai Vescovi e alle Autorità il grande tempio era stipato fino all’inverosimile. Il Rettore del Santuario ha letto un devoto indirizzo al Sig. Cardinale ed ai sessanta Vescovi presenti, quindi Sua Eminenza ha pronunciato un discorso tanto caldo e paterno per incoraggiare alla fede e confidenza all’Amore Misericordioso di Gesù.

Ore 16,00 Preceduto dal Clero e dai Padri Conciliari, seguito dalle Autorità e dai fedeli, Sua Eminenza il Sig. Cardinale Alfredo Ottaviani fa il suo ingresso solenne nel Tempio. Discorso di Sua Eminenza e Trina Benedizione Eucaristica.
Alla Benedizione Eucaristica del Cardinale i Figli dell’Amore Misericordioso hanno rinnovato devotamente i loro Santi Voti.

Omaggio di Sua Eminenza e dei Padri Conciliari all’Immagine dell’Amore Misericordioso.
Questo il momento culminante: Cardinale e Vescovi, Autorità e pellegrini in ginocchio davanti a Gesù Crocifisso, documentazione suprema dell’amore infinito e della misericordia più eroica.

 

... Perché Cristo è Re di Amore Misericordioso dobbiamo aver fiducia

Dall’omelia di Sua Eccellenza l’Arcivescovo di Madrid Mons. CASIMIRO MORCILLO.

Le lezioni bibliche della Messa ci dànno i pensieri profondi che noi dobbiamo meditare oggi ed avere sempre come norma e guida nella nostra vita.

Quelle lezioni ci dicono chi è il Re, quale è il Suo Regno, chi sono i Suoi sudditi, i suoi vassalli e servitori. Il Re è Gesù Cristo, figura ed immagine della potenza del Padre come dice l’epistola ai Colossesi, cioè consustanziale col Padre, Dio come il Padre, generato nella eternità nel seno sapientissimo di Dio, ma generato anche, nel tempo, nel seno della Vergine Maria per vivere con noi uomini. Da Lui e per Lui sono state create tutte le cose, quelle che sono nel mondo visibile, cioè nella terra, nel firmamento e quelle che sono nel mondo invisibile, nel cielo: gli angeli, le dominazioni, i serafini, tutti. Gesù Cristo con la sua vita di povertà, di lavoro, e con la sua Passione, Morte e Resurrezione ha riconciliato gli uomini e tutte le cose create con Dio ed ha ristabilito la pace tra il cielo e la terra per mezzo del sangue versato sulla Croce. Questo è il nostro Re, come nessun altro Re perché il Primogenito di tutte le creature e il primo nella resurrezione. Pilato domandava: «Tu sei il Re dei Giudei?» e Gesù gli disse: — Così è, come tu hai detto, io sono Re ma il mio regno non è di questo mondo —.

Quale è il regno di Cristo? Il Regno di Cristo è la Chiesa, la chiesa terrestre e la chiesa celeste, perché la chiesa fece la sua prima tappa storica nel tempo, in questo mondo, tappa temporale, transitoria, che avrà fine, tappa di transizione e di prova e vivrà la sua tappa definitiva nel cielo, nell’eternità senza fine, senza vicissitudini. Cristo è il Capo del corpo della chiesa che è un regno di verità, di giustizia cioè di grazia, di amore, di misericordia e di pace. I sudditi sono tutti gli uomini, tutti, tutti gli uomini senza eccezione sono stati chiamati. Noi dobbiamo servire al nostro Re. E perché è Re di Amore Misericordioso dobbiamo avere fiducia ed esercitare sempre la carità, la misericordia ed il perdono con i nostri prossimi e con tutti gli uomini. Noi dobbiamo fare che tutti gli uomini, anche gli infedeli ed i peccatori, partecipino di queste ricchezze spirituali che Gesù Cristo nostro Re ha meritato per tutti. E così diventeremo degni di questo regno, che pur non essendo di questo mondo, in questo mondo vive la sua prima tappa per arrivare alla mèta definitiva che è il cielo.

 

... E TUTTI QUELLI che vengono in questa chiesa a pregare Gesù Cristo Amore Misericordioso possano veramente trovare la pace, la grazia, la benedizione del Signore ...

 

Dall’omelia del Vescovo di Todi Mons. ANTONIO FUSTELLA

E che cosa abbiamo fatto con la consacrazione della chiesa? Cari Sacerdoti e miei cari fedeli ricordiamo questo: la Chiesa di Dio siamo noi fedeli, siamo noi la chiesa del Signore. Quando noi ci raduniamo assieme ai nostri Sacerdoti per ascoltare la parola del Signore e soprattutto per celebrare la S. Eucaristia, noi sappiamo che Gesù Cristo è in mezzo a noi, Gesù Cristo è presente in mezzo al popolo cristiano quando si raduna per la preghiera, per ascoltare la parola del Signore e specialmente per celebrare il Sacrificio della Messa insieme ai Sacerdoti. Siccome però queste azioni sono tanto grandi e così sacre, si sceglie un luogo apposito, un luogo adatto dove pregare assieme, dove fare i divini sacramenti, dove ascoltare la parola del Signore, e questo luogo è precisamente la chiesa; quella chiesa che noi oggi abbiamo consacrata...

...È casa nostra in cui noi fedeli ci raduniamo per la preghiera, ma sappiamo che Cristo è in mezzo a noi non solo spiritualmente, ma veramente, realmente nel Sacramento dell’Altare. E allora, miei cari, noi sappiamo — quante volte l’abbiamo detto durante le preghiere di questa consacrazione —, sappiamo che quando arriviamo qui, arriviamo nella casa di Dio. Arriviamo davanti a Gesù Cristo, e a Lui dobbiamo dire le nostre cose, e a Lui dobbiamo far presenti i nostri desideri, i nostri voti, sicuri che il Signore a noi risponderà.

Prima di chiudere queste parole è giusto che noi abbiamo a ricordare altre due pensieri, il primo pensiero è questo: non dimentichiamo miei cari fedeli che ogni volta in cui noi ci raduniamo nelle nostre chiese per le nostre preghiere, per le sacre cerimonie è come se già noi costituissimo il Paradiso, è come se già noi costituissimo questa grande assemblea di credenti in Dio che un giorno assieme a Gesù Cristo andranno in Paradiso. E dobbiamo fare un secondo pensiero di vivo, di cordiale e di grande ringraziamento a quei Sacerdoti e a quelle Suore che hanno costruito questa chiesa, e dobbiamo ringraziare chi ha progettato la chiesa, dobbiamo ringraziare chi ha lavorato per questa chiesa in qualunque modo, tutti i sacrifici di tante anime presenti nella costruzione di questa chiesa. Il Signore benedica a queste Congregazioni, che il Signore faccia scendere su di loro la Sua Grazia, faccia scendere su di loro il fervore, conservi in loro la grande e completa fiducia in Lui e nella sottomissione piena e completa alla Santa Chiesa del Signore.

E tutti quelli che vengono in questa chiesa a pregare Gesù Cristo Amore Misericordioso possano veramente trovare in questa chiesa la pace, la benedizione del Signore e la grazia che li guidi nella loro vita. Onore a chi ha voluto questa chiesa, e che questa chiesa si conservi e dia a tutti quelli che verranno la pace del cuore, il perdono del Signore, la forza di vivere degnamente la vita cristiana.

 

La Madre in preghiera, qualche giorno più tardi: 25 novembre 1965

 

Si mostra soddisfatta per la visita del Card. Ottaviani al Santuario, però non tutti i Figli dell’Amore Misericordioso hanno compreso il valore soprannaturale del nuovo Tempio "nel quale il Signore vuol manifestare la sua misericordia". Prega perché i Figli dell’Amore Misericordioso accolgano tutti i sacerdoti provati o turbati e siano come un parafulmine ... Prega perché i pellegrini che verranno al Santuario ritrovino la pace dell’anima e che i Figli dell’Amore Misericordioso siano comprensivi e strumento della misericordia divina. Prega che il santuario non si riduca a un centro turistico, ma sia il rifugio di tutti i bisognosi,

(Testo trascritto dalla viva voce della Madre)

È stato fatto, Signore, come hai voluto: dal S. Officio sono venuti ad inaugurare il tuo Santuario! ma se Tu dici che non basta ... Io voglio impegnarmi fino a sentirti dire con la Tua voce questa parola: basta! basta! basta! Io non desidero altra cosa che sentirti dire: basta!

Basta! Abbiamo finito… Che tutte le creature possano arrivare a capire che Tu non tieni in conto, che perdoni e dimentichi! Ma ci siamo arrivati a questo in questa inaugurazione? No, no, no; te lo dico sul serio.

Abbiamo ottenuto un trionfo per il fatto che il Cardinale assessore del S. Officio, inaugurando il Tuo santuario, ha approvato ufficialmente la devozione al Tuo Amore Misericordioso, ma niente di più.

Adesso, che posso fare, Signore, perché questa devozione si estenda fino ai confini della terra? Che cosa potrò fare perché tutte le creature arrivino a comprendere che Tu sei TUTTO, che non tieni in conto, che perdoni e dimentichi le offese? Io proprio non so come conseguirlo.

Questi Figli del Tuo Amore Misericordioso che stanno qui e che sanno come Tu scegli il peggio che esiste per fare le cose più grandi, arriveranno a capirlo bene?

Sì e no, alcuni sì, alcuni no. Sono pieni di entusiasmo per il trionfo della inaugurazione e sono pieni di gioia perché il santuario è stato inaugurato come voleva la Madre … e io ti assicuro, Signore, non hanno capito altro. Questi figli devono arrivare a convincersi che il tuo amore e la tua misericordia hanno scelto questo grande tempio nel quale vengono tutte le anime piene di dolore, di angustia, di sofferenza per incontrare un padre che non tiene in conto, perdona e dimentica le offese.

... Va bene, questa è cosa tua; Tu puoi fare quello che desideri e Tu riesci a fare le cose più grandi con le cose più piccole …, però io ti dico, Signore, che sono disposta a qualunque cosa perché nel mondo intero non esista un altro santuario come il Tuo, nel quale le povere anime, che si ritrovano scoraggiate dal dubbio e dal dolore, trovino un Padre sempre pronto a dar loro una mano e che non tiene in conto, ma anzi perdona e dimentica, le miserie delle sue creature.

Sai, Signore? Io ti ringrazio e ti prego di continuare a servirti di me come di uno "straccio", come di uno straccio del quale Tu possa fare tutto quello che credi… Ti supplico, Signore!

... Il cristiano non è colui che è senza peccato, ma colui che crede fermamente che Iddio ha amato gli uomini fino a sacrificare il Suo Divin Figlio per liberarli dalla schiavitù del peccato ...

Dall’omelia dell’Ecc.mo Arcivescovo di Camerino Mons. BRUNO FRATTEGIANI

I Figli dell’Amore misericordioso, nella festa di Cristo Re, onorano Gesù Crocifisso per esprimere la verità che Egli ha conquistato la Sua regalità sacrificandosi sulla Croce per amore degli uomini. Con questa visione caratteristica e con questo pensiero nel cuore abbiamo ascoltato dal Vangelo, letto or ora, il dialogo svoltosi tra Gesù e il Procuratore romano Ponzio Pilato. Gesù ha detto chiaramente che il Suo regno non è di questo mondo, cioè non è come i regni della terra che si conquistano e si difendono con la forza delle armi, ma è un regno che si conquista con la forza dell’amore che si sacrifica per i propri sudditi. E Gesù, dalla immagine del Suo Amore misericordioso, sembra ripetere «ecco fin dove è giunto il mio Amore per voi». È la traduzione viva dell’affermazione di San Giovanni: «Così Dio ha amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito». Questa è la verità più importante da credere, perché vedete (non vi meravigliate se sto per dire una cosa che può sembrare un paradosso) il cristiano non è colui che è senza peccato, ma colui che crede fermamente che Iddio ha amato fino a sacrificare il Suo Divin Figlio per liberare tutti gli uomini dalla schiavitù del peccato. Consapevoli di essere soggetti al peccato (se non lo fossimo, saremmo farisei), noi crediamo all’Amore di Gesù Cristo che si è sacrificato ed è morto per noi. Ecco la verità che aiuta l’uomo a detestare il peccato e, solo rifugiandosi in questo Amore, a diventare da peccatore santo. Credere fermamente all’Amore di Dio che ha compassione dell’uomo peccatore e con infinita misericordia lo salva: qui è tutto.

L’Apostolo San Paolo diceva commosso: «Io vivo nella fede del Figlio di Dio che mi ha amato e ha dato se stesso per me» e San Giovanni, quasi commentando, aggiungeva: «Noi abbiamo conosciuto e abbiamo creduto all’Amore (questa può essere la definizione dei cristiani: quelli che credono all’Amore) e, sicuri dell’Amore del Cristo, che ha dato la vita per noi, dobbiamo dare la vita per i nostri fratelli». La fede cristiana si impernia su questa verità centrale che illumina e riscalda la vita del cristiano, traducendosi nella pratica di un efficace amore per il prossimo.

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ultimo aggiornamento 12 dicembre, 2014