Gesù mio, lavami con l’acqua del tuo santissimo costato

"Dopo quanto detto, vi sembra possibile sperimentare il nobilissimo sentimento della contrizione e al tempo stesso rifiutare la pratica della Confessione sacramentale? Può forse concepire un tale dolore chi non è disposto a confessarsi, o rifiuta di accostarsi al sacramento della Penitenza istituito da Gesù Cristo?

Dal momento che la contrizione sincera include il proposito della confessione, coloro che la detestano, non compiendo questo atto di vera contrizione, in realtà non si pentono e per questo non ritornano a Dio con il cuore contrito e umiliato.

Lasciamo agire liberamente la natura in accordo con la grazia e vedremo come il peccatore prorompe in un doloroso grido di pentimento e rivela i propri peccati nascosti con tanta maggior sollecitudine, quanto più sono gravi e più gli tormentano l’anima". (El pan 8,459-461)

All’accoglienza amorevole del Padre si può rispondere soltanto con l’amore. La soddisfazione o penitenza è quindi l’atto conclusivo del sacramento. E’ un segno che vuole in qualche modo ricambiare l’amore ricevuto ed esprimere la volontà di partecipare umilmente alla Passione di Gesù, in riparazione del proprio precedente disordine, e di cominciare un’esistenza nuova assumendone l’impegno, consapevoli che dopo l’assoluzione il peccato non c’è più, ma resta la nostra debolezza.

La prima e imprescindibile penitenza sarà concedere a nostra volta il perdono a chi ci ha offeso "senza vendicarci, anzi dimenticando…" come raccomanda la beata Speranza Alhama, perché anche noi siamo stati perdonati così e come lei stessa perdonava senza ombra alcuna di risentimento, quando veniva osteggiata o diffamata. In questo modo incarnava e testimoniava con la vita, la missione ricevuta da Dio: far conoscere il Suo vero volto di Padre buono e misericordioso che ama, perdona e dimentica.

"…Ricorriamo al buon Gesù, chiediamogli perdono dei nostri peccati, confessiamoci bene e, seriamente pentiti, chiediamogli che ci aiuti a spogliarci dell’uomo vecchio e delle sue azioni e a rivestirci dell’uomo nuovo, sul modello di Gesù Cristo, cioè dell’uomo che si rinnova, mediante la conoscenza di Dio, a immagine e somiglianza divina." (El pan 8,934)

Maria Antonietta Sansone

Annegami nell'abisso della tua misericordia

Il mio bambino di 7 anni e mezzo aveva la febbre da qualche giorno e il dottore lo fece ricoverare in ospedale perché era in corso una perforazione appendicolare con peritonite. Mentre operavano il bambino, andai con mia madre a pregare in una Chiesa vicina. Lì incontrammo un monaco e gli parlammo della nostra grande preoccupazione per la vita del bambino. Il monaco mi diede una bottiglietta e disse che era Acqua del Santuario dell’Amore Misericordioso di Collevalenza. Quando il piccolo uscì dalla sala operatoria, mi spiegarono che era ancora grave e non doveva assolutamente bere per almeno 48 ore. Ma appena sveglio, il bambino cominciò a chiedere acqua con così tanta insistenza, che gli diedi l’Acqua di Collevalenza, pregando Gesù di guarirlo. Sembrò subito stare meglio e anche il dottore, al mattino, fu sorpreso di trovarlo così rapidamente ristabilito.

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ultimo aggiornamento 12 dicembre, 2014