Aspettando... "l’Anno Santo della Misericordia"

P. Ireneo Martín fam

La notizia inattesa dell’Indizione dell’Anno giubilare della Misericordia fatta da Papa Francesco il 13 marzo, 2° anniversario della sua elezione, ancora all’interno dell’anno della Beatificazione della nostra Madre, ci ha riempiti di gioia. Molti pellegrini hanno chiamato il Santuario dell’Amore Misericordioso per congratularsi e godere con noi per questo singolare evento. Notiamo che si apre nel segno di Maria Immacolata e si chiude nella Solennità di Cristo Re, nostro Titolare. Sia questa l’occasione buona, anzitutto, per aprirci con grande fiducia alla misericordia del Signore e lasciare che il suo Spirito crei in noi un cuore simile al suo: "Siate misericordiosi come il Padre!".

-Ad una prima considerazione, in attesa di più precise indicazioni della Chiesa, quale potrebbe essere il significato dell’Anno Santo della Misericordia per il Santuario dell’Amore Misericordioso? E’ particolarmente emblematico che Papa Francesco lo abbia fatto durante una celebrazione penitenziale, ricordando ai confessori il compito di usare misericordia; lo ha dimostrato anzitutto confessandosi lui stesso e diventando poi a sua volta confessore. Quindi penitente e confessore, a testimonianza del grande mistero della misericordia che ci avvolge. E’ significativo che la Porta Santa verrà aperta nel giorno del 50° Anniversario della conclusione del Concilio Vaticano II e per noi nell’anno del 50° Anniversario della Dedicazione della Basilica all’Amore Misericordioso.

A tale proposito mi viene in mente l’atteggiamento umile di Salomone mentre prega nel Tempio con martellante insistenza e con le mani alzate verso il cielo: "Volgiti alla preghiera del tuo servo, oh Signore mio; ascolta il grido, ascolta e perdona" (2Cronache 6,21). Immagine questa che raffigura bene la grande missione dell’uomo credente e la missione della Chiesa nell’imminenza del Giubileo di pregare e di adorare il Padre "in spirito e verità" (Gv 4,24). Con il Salmo 84,11"...misericordia e verità s’incontreranno, giustizia e pace si baceranno" possiamo trovare la risposta all’interrogativo sempre attuale che inquietava Salomone: "Ma è proprio vero che Dio abita sulla terra?" (1Re 8,27).

Con l’avvento di Gesù la verità non è altro che la rivelazione del meraviglioso rapporto che esiste tra Padre e Figlio. Perciò il Signore in questo Anno Santo della Misericordia ci chiama ad essere comunione dove ogni uomo possa pienamente realizzarsi.

Il Signore è venuto per educarci a tale esperienza di comunione e ci sono di esempio i santi che a un certo punto della loro storia, per favorire la comunione, hanno anche costruito una chiesa di mattoni il cui valore non erano, né i quadri, né l’architettura, il vero valore era la fraternità. Viene spontaneo pensare a Madre Speranza che qui a Collevalenza, ispirata dal Signore, ha costruito una Basilica mossa soprattutto da questo intento: la "misma" Famiglia di Figli e di Ancelle dell’Amore Misericordioso porti con gioia in tutto il mondo tale messaggio.

Questa è la missione, che Dio ha voluto dare al nostro Santuario, comunicata direttamente dal Buon Gesù a Madre Speranza nel 1949: "Anni più tardi, tu, aiutata da me, con maggiori angustie, fatiche, sofferenze e sacrifici, costruirai un Santuario dedicato al mio Amore Misericordioso,...Però tu devi tenere ben presente che io sempre mi sono servito delle cose più povere e inutili per fare quelle più grandi e magnifiche".

La grande missione di questo Santuario è stata messa in luce dalle parole che il Papa Giovanni Paolo II pronunciò come pellegrino a Collevalenza il 22 novembre 1981: "Centro eletto di pietà e di spiritualità che a tutti ricorda e proclama la grande e consolante realtà della misericordia paterna del Signore…in esso sia sempre proclamato il lieto annunzio dell’Amore Misericordioso mediante la Parola, la Riconciliazione e l’Eucaristia"

Pregare e visitare questo luogo aiuta a ricuperare nel cuore una gioiosa speranza. La Beata l’aveva intuito: "Qui verranno tante anime…e se avranno la fortuna di incontrare Figli e Ancelle...pieni di amore, carità e sacrificio, cadranno nelle reti di questo roccolo di misericordia".

-In secondo luogo Papa Francesco ha sì sorpreso tutti e, ce ne rallegriamo, ma nel suo discorso ha detto che con il Giubileo inizia un cammino di conversione spirituale per essere testimoni credibili del Signore "qui e ora", nel mondo in cui viviamo.

L’Anno Santo nel pensiero del Papa deve tendere a risvegliare negli uomini il desiderio della misericordia. La misericordia era già un tema che gli stava molto a cuore. Fin da giovane sperimentò in un modo del tutto particolare la presenza amorosa di Dio nella sua vita. In seguito ad una confessione si sentì toccare il cuore ed avvertì la discesa della misericordia di Dio che con sguardo di tenero amore lo chiamava alla vita religiosa, sull’esempio di Sant’Ignazio di Loyola. Da Vescovo sceglieva per il suo stemma episcopale il motto "Miserando atque eligendo" riprodotto poi sullo stemma pontificio.

Per Papa Francesco quindi il messaggio della misericordia sta al centro del Vangelo: a due anni dalla sua elezione si può dire che il tema misericordia è diventato la parola chiave del suo pontificato. Ripetendo questa parola-chiave egli ha colpito il cuore di tante persone, dentro e fuori la Chiesa. La Chiesa deve essere perciò il luogo della misericordia gratuita, dove tutti possano sentirsi incoraggiati a vivere secondo la vita buona del Vangelo. Il Santuario dell’Amore Misericordioso si inserisce a pieno titolo in questa grande attesa, in cammino con la comunità cristiana.

Dio, scrive Madre Speranza, è un "Padre pieno di bontà che ricerca con tutti i mezzi il modo di confortare, aiutare e far felici i suoi figli, che li segue e li cerca con amore instancabile, come se Lui non potesse essere felice senza di loro" (Diario, 5.11.1927).

Sia questo l’invito che rivolgiamo a tutti i pellegrini che durante il Giubileo della Misericordia passeranno per il Santuario per incontrarsi con Dio che non è "un giudice severo, ma un Padre pieno di amore e di misericordia, che non tiene in conto le miserie dei propri figli, ma le dimentica e perdona". Sono consolanti parole di Madre Speranza, la quale ha assicurato che anche "l’uomo più perverso, il più miserabile e persino il più abbandonato è amato con tenerezza immensa da Gesù che è per lui un Padre e una tenera Madre".

-Un terzo punto su cui insiste Papa Francesco è il Sacramento della Riconciliazione. La Chiesa per mandato di Gesù attraverso i suoi pastori offre la pace del cuore che solo Dio può regalare. Perciò esorta con S. Paolo:" Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare". (2Cor 5,20).

Al Santuario dell’Amore Misericordioso ogni pellegrino potrà sperimentare la gioia del perdono, l’abbraccio di un Padre non sdegnato per l’ingratitudine dei suoi figli ma solo desideroso di far festa per il loro ritorno. Puntuale, allora, la sintonia anche con quanto Giovanni Paolo II scriveva in occasione del Giubileo 2000: "la gioia di ogni Giubileo è in particolare modo una gioia per la remissione delle colpe, la gioia della conversione" (TMA, 32). Sono di grande conforto le parole che nella sua visita al Santuario nel 1981 rivolse ai Figli dell’Amore Misericordioso: "É parola evangelica quella che voi pronunciate per confortare e convincere i fratelli circa l’inesauribile benevolenza del Padre celeste. É rendere possibile l’esperienza di un amore divino più potente del peccato, l’accogliere i fedeli nel Sacramento della Penitenza o Riconciliazione, che so qui amministrate con costante impegno".

Nella vita di fede i segni della comunione, della conversione e della penitenza sono importanti; anche il Giubileo della Misericordia si esprime attraverso dei segni: il Pellegrinaggio segno del cammino verso Dio, vero cammino di conversione; la Porta Santa passaggio che ogni cristiano è chiamato a compiere dal peccato alla grazia; nessuno può avere accesso al Padre se non per mezzo di Cristo; l’Indulgenza per la remissione delle pene temporali; infine l’Acqua del Santuario dell’Amore Misericordioso segno della grazia battesimale e strumento della Misericordia del Signore, il quale vuole manifestarsi ancora una volta come vero medico delle anime e dei corpi, guarendo, se è volontà di Dio, quelle malattie che la scienza umana non riesce ancora a curare.

Così risuonano con forza presso il Santuario di Collevalenza le parole del Vangelo: "Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; non sono venuto per chiamare i giusti, ma i peccatori" (Mc 2,17).

Articolo precedente

Articolo successivo

[Home page | Sommario Rivista]


realizzazione webmaster@collevalenza.it
ultimo aggiornamento 17 aprile, 2015