... ascoltando la parola del papa   e   rileggendo gli scritti della Madre ...

Papa Francesco
MEDITAZIONE MATTUTINA NELLA CAPPELLA DELLA DOMUS SANCTAE MARTHAE - Martedì, 3 febbraio 2015
(da: L’Osservatore Romano, ed. quotidiana, Anno CLV, n.027, Mer. 04/02/2015)

Il Vangelo a portata di mano

Leggere ogni giorno una pagina del Vangelo per «dieci, quindici minuti e non di più», tenendo «fisso lo sguardo su Gesù» per «immaginarmi nella scena e parlare con lui, come mi viene dal cuore»: queste sono le caratteristiche della «preghiera di contemplazione», vera sorgente di speranza per la nostra vita. È il suggerimento lanciato dal Papa durante la messa celebrata martedì mattina, 3 febbraio, nella cappella della Casa Santa Marta.

 

Man mano che l’anima progredisce nella conoscenza e nell’amore di Gesù, la sua vita si semplifica ed anche la sua contemplazione che diventa via via più semplice, più elevata, più perfetta, dal momento che l’unico suo oggetto è Dio, la sua bontà, la sua misericordia e la sua carità verso chi lo ha offeso. Quest’anima arriva a sentirsi rivestita della bontà, dell’amore e della misericordia di Gesù; le sembra di essere un abisso senza fondo, capace di assumere e annientare tutte le malvagità dei fratelli. Ed è veramente così, perché l’anima si eleva verso Gesù implorando il perdono e la misericordia per i poveri peccatori ed Egli non glielo può negare; anzi, al contrario, si compiace di concederle quanto gli chiede in loro favore. (Madre Speranza 2, 73 nel 1933)

Ma tu, Gesù mio, sai bene che il cammino della perfezione per me è molto duro e per progredire mi occorrono sforzi enormi e ripetuti ed io mi sento debole, molto debole e, se tu non mi sostieni e aiuti a percorrere questo cammino aspro e difficile, non arriverò alla meta. Infatti, molte sono le volte che ho cominciato, spinta dal grande desiderio di arrivare alla fine, ma sempre sono tornata indietro; sicuramente perché mi è venuto a mancare l’amore per Dio e l’anelito alla perfezione e anche perché è diminuito in me il desiderio di santificarmi, per non essere ben convinta che, se m’impegno, col tuo aiuto potrò giungere dove sono arrivati tanti santi che, decisi in questo senso, si sono impegnati e, poco, a poco, sono saliti tanto in alto. Io invece, Gesù mio, ho sprecato il tempo, cominciando e abbandonando una cosa così importante.

Oggi, Gesù mio, mi presento davanti a te per dirti che sono decisa, sempre col tuo aiuto, a rompere i legami che mi trattengono dall’avanzare verso le vette della santità, per consacrarmi totalmente a te.

Gesù mio, fa’ che sappia stimare nella giusta misura quanto ho ricevuto da te e questa consapevolezza mi spinga ad una grande riconoscenza. La contemplazione delle mie infinite ingratitudini, debolezze e miserie infonda in me un grande disprezzo di me stessa e provochi la vera umiltà, che ha come conseguenza l’amore; poiché, secondo quanto tu mi dici, nel vuoto di sé si realizza l’unione con te, mio Dio.

Dio mio, quando arriverà il momento beato nel quale potrò dire con tutta verità che ti amo perdutamente, perché sei per me tutto e altro non desidero all’infuori di te, né cerco o trovo niente meritevole del mio amore! (Madre Speranza 18, 818-821 nel 1942)

Collevalenza 14 gennaio 1954 - Padre mio, devo confessarle che, nonostante i miei propositi di non essere triste e di darmi alla contemplazione, ieri ho trascorso il giorno in tristi immaginazioni e sono terrorizzata al pensiero di vivere senza più vedere il buon Gesù e senza sapere da Lui cosa gli succede e cosa lo fa soffrire di più, se restare nascosto o mortificarsi con questa povera creatura. Il mio egoismo mi ha portato a desiderare di vederlo anche solo per una volta ancora, per domandargli se c’è qualche altra prova che gradisce al posto di questa, aggiungendo che non posso vivere senza di Lui e senza che Lui continuamente mi dica cosa debbo fare per le due Congregazioni, perché diversamente combinerò solo guai. (Madre Speranza 18, 1414 nel 1954)

La Lettera agli Ebrei, tra l’altro, fa riferimento alla speranza. E "ci dice che dobbiamo avere coraggio di andare avanti: "Corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti"». Poi «dice qual è proprio il nocciolo della speranza: "tenendo fisso lo sguardo su Gesù"». Ecco il punto: «Se noi non abbiamo il nostro sguardo fisso su Gesù difficilmente possiamo avere speranza». Magari «possiamo avere ottimismo, essere positivi, ma la speranza?».

Del resto, ha spiegato Francesco, «la speranza si impara soltanto guardando Gesù, contemplando Gesù; s’impara con la preghiera di contemplazione». E «di questo voglio parlare oggi» ha confidato, alimentando la sua riflessione attraverso una domanda: «Io posso chiedere a voi: come pregate?». Qualcuno, ha detto, potrebbe rispondere: «Io, padre, prego le preghiere che ho imparato da bambino». E ha commentato: «Va bene, quello è buono». Qualche altro potrebbe aggiungere: «Prego anche il rosario, ma tutti i giorni!». E il Papa: «È buono pregare il rosario tutti i giorni». Infine c’è chi potrebbe dire: «Parlo anche col Signore, quando ho una difficoltà, o con la Madonna o con i santi...». E anche «questo è buono».

Di fronte a tutto ciò, tuttavia, il Pontefice ha rilanciato con un’altra domanda: «Ma tu fai la preghiera di contemplazione?». Un interrogativo, forse, un po’ spiazzante, tanto che qualcuno potrebbe dire: «Cosa è questo, padre? Com’è questa preghiera? Dove si compra? Come si fa?». La risposta di Francesco è chiara: «Si può fare soltanto col Vangelo in mano». In pratica, ha suggerito, «tu prendi il Vangelo, scegli un passo, lo leggi una volta, lo leggi due volte; immagina, come se tu vedessi quello che succede e contempla Gesù».

Per dare un’indicazione pratica, il Papa ha preso come esempio proprio il passo del Vangelo di Marco (5, 21-43) proposto dalla liturgia, che «c’insegna tante cose belle». Partendo da questa pagina, ha chiesto: «Come faccio la contemplazione col Vangelo di oggi?». E nel condividere la sua esperienza personale, ha proposto una prima riflessione: «Vedo che Gesù era in mezzo alla folla, attorno a lui era molta folla. Cinque volte dice questo brano la parola "folla". Ma Gesù non si riposava? Io posso pensare: sempre con la folla! La maggior parte della vita di Gesù è passata sulla strada, con la folla. Ma non riposava? Sì, una volta: il Vangelo dice che dormiva sulla barca, ma è venuta la tempesta e i discepoli lo hanno svegliato. Gesù era continuamente tra la gente». Perciò, ha suggerito il Papa, «si guarda Gesù così, contemplo Gesù così, m’immagino Gesù così. E dico a Gesù quello che mi viene in mente di dirgli».

Francesco ha proseguito la sua meditazione con queste parole: «Poi, in mezzo alla folla, c’era quella donna malata e Gesù se ne accorse. Ma come fa Gesù, in mezzo a tanta gente, ad accorgersi che una donna lo ha toccato?». È lui stesso infatti a fare la domanda diretta: «Chi mi ha toccato?». Da parte loro, i discepoli fanno notare a Gesù: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: "Chi mi ha toccato?"». La questione, ha puntualizzato il Papa, è che «Gesù non solo capisce la folla, sente la folla, ma sente il battere del cuore di ognuno di noi, di ognuno: ha cura di tutti e di ciascuno, sempre!».

Il Papa, continuando a rileggere il brano di Marco, ha spiegato che la stessa situazione si ripete anche quando si avvicina a Gesù «il capo della sinagoga, a raccontargli della figliuola ammalata gravemente. E lui lascia tutto e si occupa di questo: Gesù nel grande e nel piccolo, sempre!». Poi, ha proseguito, «possiamo andare avanti e vedere come arriva alla casa, vede quel trambusto, quelle donne sono chiamate per piangere quando si fa la veglia del morto: grida, pianti». Ma Gesù dice: «State tranquilli: dorme!». A queste parole, c’è stato chi ha persino iniziato a deriderlo. Però «lui sta zitto» e con la sua «pazienza» riesce a sopportare questa situazione, a non rispondere a quelli che lo deridono.

Il racconto evangelico culmina con «la risurrezione della bambina». E Gesù, «invece di dire: "Forza Iddio!", dice loro: "Per favore, datele da mangiare"». Perché Gesù, è la conclusione del Papa, «ha sempre i piccoli dettagli davanti a lui».

«Quello che ho fatto con questo Vangelo — ha spiegato quindi Francesco — è proprio la preghiera di contemplazione: prendere il Vangelo, leggere e immaginarmi nella scena, immaginarmi cosa succede e parlare con Gesù, come mi viene dal cuore». E «con questo noi facciamo crescere la speranza, perché teniamo fisso lo sguardo su Gesù». Da qui la proposta: «fate questa preghiera di contemplazione». E anche se si hanno tanti impegni, ha suggerito, si può sempre trovare il tempo, magari quindici minuti a casa: «Prendi il Vangelo, un brano piccolo, immagina cosa è successo e parla con Gesù di quello». Così «il tuo sguardo sarà fisso su Gesù, e non tanto sulla telenovela, per esempio; il tuo udito sarà fisso sulle parole di Gesù e non tanto sulle chiacchiere del vicino, della vicina».

«La preghiera di contemplazione ci aiuta nella speranza» e ci insegna a «vivere della sostanza del Vangelo», ha ribadito il vescovo di Roma. E per questo bisogna «pregare sempre: pregare le preghiere, pregare il rosario, parlare col Signore, ma anche fare questa preghiera di contemplazione per tenere il nostro sguardo fisso su Gesù». Da qui «viene la speranza». E così anche «la nostra vita cristiana si muove in quella cornice, fra memoria e speranza: memoria di tutto il cammino passato, memoria di tante grazie ricevute dal Signore; e speranza, guardando il Signore, che è l’unico che può darmi la speranza». E «per guardare il Signore, per conoscere il Signore, prendiamo il Vangelo e facciamo questa preghiera di contemplazione».

Concludendo Francesco non ha mancato di riproporre nuovamente l’esperienza della preghiera di contemplazione: «Oggi per esempio — ha suggerito — cercate dieci minuti, quindici e non di più: leggete il Vangelo, immaginate e dite qualcosa a Gesù. E niente di più. E così la vostra conoscenza di Gesù sarà più grande e la vostra speranza crescerà. Non dimenticate, tenendo fisso lo sguardo su Gesù». Proprio per questo si chiama «preghiera di contemplazione».

 

Articolo precedente

Articolo successivo

[Home page | Sommario Rivista]


realizzazione webmaster@collevalenza.it
ultimo aggiornamento 21 marzo, 2017