Gesù, Fonte di vita, fa’ che gustando di Te, io non abbia altra sete che di Te

Un ulteriore simbolo attribuito all’acqua è quello utilizzato dai Maestri di spirito per parlare della preghiera, che può zampillare e dissetare all’improvviso senza fatica, per puro dono di Dio o come ricompensa ad una lunga, faticosa e perseverante ricerca. Come l’acqua la preghiera è dono e insieme conquista, e poiché non si può improvvisare e necessita di tutta la nostra collaborazione, proveremo a imparare a pregare alla scuola di Madre Speranza

PREGHIERA DI ASCOLTO

Se è bene che la preghiera penetri e si diffonda nella vita quotidiana, è assolutamente indispensabile che, a sua volta, la vita concreta entri nella preghiera per esserne valutata. È questa la preghiera che si mette in ascolto di Dio.

Madre Speranza più volte disapprova la consuetudine ad una preghiera superficiale ed emozionale, costruita soltanto su molte pratiche di pietà. Esorta, invece, a cercare Dio nel profondo di sé, come faceva lei. "…facilmente perderanno il fervore quanti vivono indecisi, appoggiati ad innumerevoli piccole pratiche religiose, senza mai riuscire a reggersi in piedi… sono anime tisiche, temono l’aria aperta e senza rendersene conto si soffocano nell’atmosfera tiepida di un sentimentalismo estenuante …sono stomachi condannati alle salsine leggere di devozioni inconsistenti e occhi abituati a vedere solamente nell’oscurità dei libri pieni di frasi senza valore né dottrina.

La vita di preghiera soffre oggi una malattia quasi universale, è inconsistente e nel profondo le manca il nutrimento solido. Quanta superficialità in alcune anime! Il fascino delle vanità esteriori mette in ombra il vero bene e non permette di vedere più in là della seducente apparenza superficiale.… Vivendo secondo i sensi, si vive in superficie e non si penetra nell’interiorità dell’anima che possiede profondità insondabili. Dio parla nel profondo dell’anima; ascoltiamo la verità lì dove si lascia sentire e dove si ricevono le ispirazioni più alte e sublimi. Andiamo al Signore mediante la pietà interiore". (El pan 8,79-81)

Entrare in questa tappa richiede, però, una certa dose di coraggio, per abbandonare il puntello di un vuoto devozionismo e accettare di restare davanti a Dio nella verità di se stessi.

Scrive Madre Speranza:

"Presentarsi a Gesù come un bambino cieco, sordo e derelitto". (El pan 1,80)

Presentarsi a Dio come siamo, togliere ogni maschera.

Restare in questa nostra verità davanti a Dio, agli occhi del Quale già tutto è nudo e scoperto e fare proprio al contrario di Adamo, che nel giardino dell’Eden vedendosi nudo e scoperto dopo il peccato, "ha paura" e vergogna di sé e cerca di coprirsi e di nascondersi da Dio (cfr.Gen.3,10).

Restare nudi e scoperti davanti a Dio, perché basta questo per commuovere il Suo cuore, come Gesù stesso afferma quando dice che, per la sua preghiera di umile riconoscimento di sé, il peccatore pubblicano tornò a casa sua perdonato. (Lc 18,13-14)

Maria Antonietta Sansone

 

Seguitiamo la pubblicazione di ricordi inediti di Madre Speranza, grazie ottenute dalla sua preghiera mentre era in vita, che solo da poco tempo ci sono state riferite dai beneficati.
Perché non vada perduto alcun ricordo, invitiamo anche i nostri lettori, che hanno ottenuto dalla preghiera di Madre Speranza una particolare grazia, a volerla condividere con tutti noi, scrivendo il loro ricordo e inviandolo, per la pubblicazione in questa pagina, alla Redazione.

Stavo malissimo. La gioia per la nuova gravidanza che si era presentata senza le minacce d’aborto che avevano complicato la precedente, si trasformò al secondo mese in un vero incubo. Non riuscivo a trattenere né cibo né bevanda.

La dottoressa che mi visitò, sapendo che avevo avuto un bambino appena sei mesi prima, si mostrò molto preoccupata: "È una tossicosi gravidica piuttosto grave, c’è rischio per la creatura, ma anche per lei". Stavo troppo male per capire, ma una parola mi fu chiara "Aborto". Ricordai il mio pianto quando, poco dopo il matrimonio, ne avevo subito uno spontaneo e il successivo sacrificio di restare tre mesi a letto pur di avere il mio primo bambino.

Al mattino dopo, mentre aspettavo mio marito che ritirava i documenti per essere ricoverata, ebbi come una scossa elettrica che mi riportò la lucidità di pensiero che credevo di aver perduto: Avevo in grembo una creatura che voleva vivere…trovai in me una forza inaspettata e convinsi mio marito a portarmi da Perugia a Terni.

Il primario che mi visitò mi giudicò assolutamente incosciente e credo che anche gli altri medici considerassero la mia insistenza il capriccio di una ragazza testarda, tuttavia mi misero a letto e cominciarono ad alimentarmi con fleboclisi.

Ma stavo sempre peggio e le analisi pure.

Mio marito, interpretando un mio desiderio, andò a Collevalenza a cercare Madre Speranza ed ebbe questo consiglio per me: "Preghi, faccia quello che dicono i medici e beva l’Acqua dell’Amore Misericordioso".

Con l’Acqua mio marito mi bagnò appena le labbra…qualcosa mi si sciolse nella gola, ebbi sete e ne bevvi un bicchiere intero senza vomitare. Il giorno dopo, le analisi erano migliorate e mi tolsero il sondino. Avevo fame…la mia vicina di letto mi diede di nascosto e con timore una pera a piccoli pezzettini. Ne ricordo ancora il sapore.

Continuavo a bere soltanto l’Acqua dell’Amore Misericordioso e cominciai a mangiare di tutto e in pochi giorni mi rimisi in piedi.

Il medico era stupito e accettava con un po’ di disagio i miei ringraziamenti.

Il resto della gravidanza fu meraviglioso e con un parto normale, al termine, venne alla luce una bambina bellissima, che le ostetriche soprannominarono "bocciolino di rosa". Ma per me, da subito, fu Maria Speranza.

L.P. - Perugia

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ultimo aggiornamento 17 marzo, 2017