Gesù, Fonte di vita, fa’ che gustando di Te, io non abbia altra sete che di Te

Un ulteriore simbolo attribuito all’acqua è quello utilizzato dai Maestri di spirito per parlare della preghiera, che può zampillare e dissetare all’improvviso senza fatica, per puro dono di Dio o come ricompensa ad una lunga, faticosa e perseverante ricerca. Come l’acqua la preghiera è dono e insieme conquista, e poiché non si può improvvisare e necessita di tutta la nostra collaborazione, proveremo a imparare a pregare alla scuola di Madre Speranza

PREGHIERA DI ASCOLTO

Abbiamo detto che voler entrare nella preghiera di ascolto per restare senza maschere né ipocrisie davanti a Dio e a noi stessi, richiede una certa dose di coraggio.

Ci vuole coraggio, infatti, per decidere di conoscere se stessi, o meglio per riuscire a vincere quella inevitabile dose di orgoglio comune a tutti, e che generalmente rende ciechi, e poter riconoscere quali siano i propri odiosi difetti abituali, le proprie inaccettabili tendenze negative e tutte le proprie scelte egoistiche, fatte con superficialità e sapendo di danneggiare altri.

"È impossibile avanzare verso Dio senza prima conoscere noi stessi perchè ci esporremo a grandi illusioni: a cadere facilmente in un ottimismo presuntuoso, che ci farà credere perfetti quando ancora non capiamo nulla di perfezione, o a cadere nello scoraggiamento che ingrandirà i nostri peccati. In entrambi i casi il risultato sarà lo stesso, perché come minimo saremo indotti ad abbandonare la perseveranza nell’impegno per piombare nella superbia o nella tiepidezza. Come correggerci di mancanze che non riusciamo a vedere? Come sviluppare le nostre qualità, se per noi non è chiaro che le abbiamo?"(El pan 15, 205)

Conoscere se stessi è dunque una scelta importante e un compito prioritario e continuo della vita di preghiera. Tutti i maestri di spirito concordano nell’affermare che non si dovrebbe mai concludere la preghiera di ascolto senza aver scovato alla sua luce un proprio difetto abituale e aver preso la decisione concreta di correggerlo.

Ma, attenzione, Madre Speranza non conferma soltanto che la preghiera di ascolto è necessaria per vedere i propri difetti e convertirsene, aggiunge che è anche indispensabile per scoprire le proprie qualità e così poterle sviluppare.

Sembra suggerire che per camminare verso Dio occorrono due gambe, perché solo in una visione completa di sé, come persona capace di peccato ma anche ricca di doni e capace di bene per grazia di Dio, è la verità e l’umiltà.

Così Madre Speranza guardava se stessa e così vedeva gli altri. Una caratteristica consueta della sua maternità, era di saper far emergere nelle persone a lei affidate i talenti che, quasi sempre, loro stesse ignoravano di avere e riuscire, così, a promuovere e a fare progredire le persone verso il bene.

Cosciente che uno dei maggiori pericoli della perseveranza nell’impegno è lo scoraggiamento nel vedere solo i propri limiti, ci raccomanda di non terminare mai la preghiera senza aver prima riconosciuto, alla luce di Dio, anche tutte le nostre qualità.

Maria Antonietta Sansone

 

Seguitiamo la pubblicazione di ricordi inediti di Madre Speranza, grazie ottenute dalla sua preghiera mentre era in vita, che solo da poco tempo ci sono state riferite dai beneficati.
Perché non vada perduto alcun ricordo, invitiamo anche i nostri lettori, che hanno ottenuto dalla preghiera di Madre Speranza una particolare grazia, a volerla condividere con tutti noi, scrivendo il loro ricordo e inviandolo, per la pubblicazione in questa pagina, alla Redazione.

Alla fine del 1963, una grave malattia epatica colpì nostro padre. Le numerose cure prestategli e i diversi ricoveri ospedalieri non ebbero i risultati sperati, tanto che, alla fine del 1965, venne nuovamente ricoverato all’ospedale di Marsciano dove il professor Bufalari, primario di medicina, consigliò di trasferirlo al reparto chirurgia per farlo operare.

Il dottor Cancellotti, primario di chirurgia, avvisò nostra madre che il papà era in pericolo di vita per il grave stato di debilitazione e che lei, quindi, avrebbe dovuto assumersi l’intera responsabilità di ricorrere ad un intervento chirurgico.

La mamma, terrorizzata da tale responsabilità, domandò al nostro Parroco, che si rese subito disponibile, di accompagnarla a Collevalenza a chiedere conforto a Madre Speranza.

A quell’incontro la mamma volle anche la presenza di noi figlie, che a quel tempo avevamo 15 e 12 anni.

Madre Speranza ci raccomandò di avere fiducia, di recitare la novena contenuta in un libricino che ci donava, di prendere l’Acqua della fonte del Santuario e di pregare.

Nostro padre, oltre ad avere un colorito giallo, era debilitato al punto da pesare solo 40 chili e da non riuscire quasi a parlare, la sua voce era così flebile che sembrava che stava già per spegnersi. Pur in queste condizioni fu operato.

Alla fine dell’intervento il chirurgo disse alla mamma di essersi limitato a togliere soltanto i calcoli e a richiudere la ferita perché il fegato era già invaso da tessuti sospetti cancerosi. Disse anche di assistere cristianamente il babbo per il breve tempo che ancora gli rimaneva.

Il babbo continuò a bere l’Acqua e dopo qualche tempo venne dimesso e anche a casa continuò a migliorare e a riprendersi velocemente, tanto che tre mesi dopo, alla visita di controllo, il primario chirurgo scrisse al nostro medico di essersi evidentemente sbagliato nel sospettare tessuto canceroso nel fegato.

Nostro padre riprese la sua vita normale e visse serenamente altri 38 anni.

Tutta la nostra famiglia ha sempre avuto la certezza che la guarigione sia stata per intervento divino e ne continua a ringraziare l’Amore Misericordioso.

Lucrezia e Marcella - Perugia

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ultimo aggiornamento 15 marzo, 2017