La porta "bella" della Misericordia

Studi

P. Aurelio Pérez fam

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La Porta "Bella" o "Porta della Misericordia" in Gerusalemme

Il prossimo 8 dicembre, solennità dell’Immacolata, 50° anniversario della chiusura del Concilio Vaticano II, Papa Francesco darà inizio, con l’apertura della porta Santa, al Giubileo straordinario della misericordia, da lui intensamente voluto. La domenica seguente, 13 dicembre, si aprirà per volontà del nostro Vescovo Mons. Benedetto Tuzia, la Porta Santa anche nel nostro Santuario dell’Amore Misericordioso. "A scelta dell’Ordinario, la Porta Santa potrà essere aperta anche nei Santuari, meta di tanti pellegrini, che in questi luoghi sacri spesso sono toccati nel cuore dalla grazia e trovano la via della conversione... Sarà in quest’occasione una Porta della Misericordia, dove chiunque entrerà potrà sperimentare l’amore di Dio che consola, che perdona e dona speranza" (Papa Francesco, Misericordiae Vultus, 3).

È la prima volta in cui presso il Santuario dell’Amore misericordioso si apre la porta santa del Giubileo, per la nostra Diocesi e per tutti i pellegrini che qui verranno da tante parti. Sia benedetta la misericordia del Signore! L’evento non ci dovrà trovare impreparati.

Inizio a condividere con i lettori, da questo numero della nostra rivista, alcune riflessioni sul significato della Porta santa intesa come Porta della misericordia. "Cominciando da Gerusalemme" (Lc 24, 47), perché mi ha colpito molto la storia della porta della misericordia sulle mura del Tempio della Città santa.

La Porta Bella o Aurea

C’è una porta sulle mura di Gerusalemme, attualmente chiusa, "murata", che anticamente dava accesso al Tempio dal lato orientale.

Era chiamata "Porta Bella", attualmente anche "porta d’oro" o "Aurea". La porta indicata con il termine greco di Oraia (Ωραια = bella, cf At 3,2), era quella che si trovava non all’entrata del recinto sacro, com’è oggi, bensì all’interno e precisamente all’entrata dell’Atrio delle donne. Una cattiva traduzione popolare dal greco al latino deve aver fatto nascere, per assonanza di oraia con aurea, la denominazione di Porta Aurea, per di più sbagliando anche la toponomastica.

Si apriva sul lato orientale della spianata del Tempio e sembra la più antica delle porte di Gerusalemme. La porta, non ancora murata, ai tempi di Gesù poteva permettere l’entrata direttamente nel Tempio a chi veniva dal Monte degli Ulivi, il che fa supporre che l’entrata trionfale di Gesù a Gerusalemme sia avvenuta attraverso questa porta (cf. Mc 11,1-11).

La porta attuale conserva ancora elementi della costruzione erodiana; la cupola, invece, è d’epoca bizantina con rifinimenti arabi. Secondo alcuni studiosi la porta attualmente visibile, con due archi, risalirebbe all’epoca di Giustiniano (520 d.C. circa), secondo altri sarebbe invece stata costruita da maestranze bizantine al servizio dei califfi omayyadi alla fine del VII secolo. Sono stati comunque ritrovati resti di una porta più antica, risalente all’epoca del secondo Tempio (515 a.C.).

Presso questa porta del Tempio, appunto "detta Bella", Pietro e Giovanni, negli Atti degli Apostoli, guarirono lo storpio nel nome di Gesù Cristo (At 3, 1-10):

Pietro e Giovanni salivano al tempio per la preghiera delle tre del pomeriggio. 2Qui di solito veniva portato un uomo, storpio fin dalla nascita; lo ponevano ogni giorno presso la porta del tempio detta Bella, per chiedere l’elemosina a coloro che entravano nel tempio. 3Costui, vedendo Pietro e Giovanni che stavano per entrare nel tempio, li pregava per avere un’elemosina. 4Allora, fissando lo sguardo su di lui, Pietro insieme a Giovanni disse: "Guarda verso di noi". 5Ed egli si volse a guardarli, sperando di ricevere da loro qualche cosa. 6Pietro gli disse: "Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, àlzati e cammina!". 7Lo prese per la mano destra e lo sollevò. Di colpo i suoi piedi e le caviglie si rinvigorirono 8e, balzato in piedi, si mise a camminare; ed entrò con loro nel tempio camminando, saltando e lodando Dio. 9Tutto il popolo lo vide camminare e lodare Dio 10e riconoscevano che era colui che sedeva a chiedere l’elemosina alla porta Bella del tempio, e furono ricolmi di meraviglia e stupore per quello che gli era accaduto.

 

La Porta della Misericordia

Secondo una tradizione ebraica, la Shekhinah (שכינה la «presenza divina») si manifestava attraverso questa porta e si sarebbe manifestata ancora in occasione dell’avvento del Messia, e una nuova porta avrebbe rimpiazzato l’attuale. Nel Medio Evo i pii ebrei venivano qui a pregare e chiedere misericordia, come oggi fanno al Muro Occidentale o Muro del Pianto. Di qui il nome in ebraico dato alla Porta: Sha’ar Harachamim (הרחמים שער), la Porta della Misericordia.

Sempre secondo la tradizione ebraica, quando il Tempio è stato distrutto, la Presenza divina (Shekhinah), che dimorava nel Sancta Sanctorum, se n’è andata attraverso la Porta Bella e proprio da lì rientrerà quando il Tempio sarà riedificato. C’è in questa tradizione un’eco della profezia di Ezechiele:

18La gloria del Signore uscì dalla soglia del tempio e si fermò sui cherubini. 19I cherubini spiegarono le ali e si sollevarono da terra sotto i miei occhi; anche le ruote si alzarono con loro e si fermarono all’ingresso della porta orientale del tempio del Signore, mentre la gloria del Dio d’Israele era in alto su di loro…

22I cherubini allora alzarono le ali e le ruote si mossero insieme con loro, mentre la gloria del Dio d’Israele era in alto su di loro. 23Quindi dal centro della città la gloria del Signore si alzò e andò a fermarsi sul monte che è a oriente della città. (Ez 10,18s; 11,22s; cf anche Ez 44,1-3, citato più avanti)

I cristiani, dal sec. VII associarono questa Porta con la Domenica delle Palme, come memoria liturgica dell’entrata di Gesù a Gerusalemme e, conseguentemente, con la seconda venuta di Gesù nella gloria.

Il nome arabo della porta è, infine, Bab a-daharya (Porta della Vita eterna), a sottolineare come alla fine del mondo i morti seppelliti nelle vicinanze risusciteranno per non morire più. Per questo davanti ad essa è cresciuto un cimitero di musulmani, che desiderano essere sepolti nelle vicinanze perché lo stesso Corano collega il giudizio finale con questa porta (Sura 57,13). Nei secoli, cambiando il clima politico, la presenza ebraica e cristiana si è andata ritirando mentre si è allargato il cimitero musulmano all’esterno del muro. I due archi della Porta Aurea, nella tradizione escatologica islamica hanno preso due nomi distinti, quello a nord venne chiamato Porta del Pentimento, quello a sud (come nella tradizione ebraica) Porta della Misericordia.

 

La chiusura della Porta

La chiusura della Porta Bella sembra essere un’antica tradizione che risale all’epoca del Primo Tempio, come è ricordato in Ezechiele (44,1-3):

Mi condusse poi alla porta esterna del santuario rivolta a oriente; essa era chiusa. 2Il Signore mi disse: "Questa porta rimarrà chiusa: non verrà aperta, nessuno vi passerà, perché c’è passato il Signore, Dio d’Israele. Perciò resterà chiusa. 3Ma il principe, in quanto principe, siederà in essa per cibarsi davanti al Signore; entrerà dal vestibolo della porta e di lì uscirà".

Gli studiosi non sono sicuri sulla data in cui fu chiusa definitivamente. Può essere stata bloccata con pietre a scopo di sicurezza durante le alterne vicende del tempo crociato dall’XI al XIII secolo, e già in quest’epoca veniva aperta soltanto una volta all’anno, il giorno della Domenica delle Palme. Potrebbe essere stata definitivamente murata dai Turchi Ottomani, quando Solimano il Magnifico ricostruì le mura di Gerusalemme dal 1539 al 1542. Se ci furono ragioni difensive per la sua chiusura non dovettero mancare, da quanto accennato, ragioni religiose di provenienza biblica. È significativo che il giudizio finale dell’umanità e le associazioni di tradizioni messianiche giudaiche, cristiane e musulmane, si siano collegati, convergendo simbolicamente verso questa porta.

 

Quando si riaprirà la Porta Bella della Misericordia?

Gerusalemme è simbolo e profezia dei drammi e delle speranze dell’umanità. Città santa, "Città della Pace", e contemporaneamente città lacerata, divisa, contesa… senza pace.

La porta murata è come un simbolo di ogni muro che blocca l’incontro tra gli uomini e che impedisce, pertanto, anche l’incontro con Dio, l’accesso al Tempio della Presenza divina. Poco lontano dalla Porta Bella della Misericordia, Gesù il Messia inviato da Dio, il Principe di cui parla Ezechiele, ha inaugurato nel vero Tempio della Shekhinah che è il suo Corpo lacerato sulla Croce, la nuova Porta della misericordia, attraverso la quale tutti hanno accesso all’Amore del Padre, vera Patria che riunisce tutti i figli dispersi, abbattendo definitivamente "il muro di separazione, cioè l’inimicizia":

14Egli infatti è la nostra pace,

colui che di due ha fatto una cosa sola,

abbattendo il muro di separazione che li divideva,

cioè l’inimicizia, per mezzo della sua carne.

15Così egli ha abolito la Legge, fatta di prescrizioni e di decreti,

per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo,

facendo la pace,

16e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo,

per mezzo della croce,

eliminando in se stesso l’inimicizia. (Ef 2, 14-16)

Solo in questo "Uomo nuovo" è possibile l’incontro con Dio e l’incontro con l’uomo, è possibile "fare la pace". Presso questa Porta ogni storpio potrà alzarsi e camminare, ogni morto risuscitare, ogni muro essere abbattuto, ogni uomo guardare negli occhi e stringere la mano del diverso e potrà nascere l’umanità riconciliata dei figli di Dio. Chi abbatterà oggi il muro che impedisce di attraversare la porta della misericordia? La risposta è nel cuore di tutti gli uomini di buona volontà che si aprono al soffio dello Spirito.

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ultimo aggiornamento 06 aprile, 2016