Gesù, Fonte di vita, fa’ che gustando di Te, io non abbia altra sete che di Te

Un ulteriore simbolo attribuito all’acqua è quello utilizzato dai Maestri di spirito per parlare della preghiera, che può zampillare e dissetare all’improvviso senza fatica, per puro dono di Dio o come ricompensa ad una lunga, faticosa e perseverante ricerca. Come l’acqua la preghiera è dono e insieme conquista, e poiché non si può improvvisare e necessita di tutta la nostra collaborazione, proveremo a imparare a pregare alla scuola di Madre Speranza

PREGHIERA DI ASCOLTO

Dicevamo che la preghiera, intrapresa con serietà, molto presto diventa un percorso in salita e subisce la nostra stanchezza.
Procedere sarà, allora, come disporsi a percorrere un sentiero di montagna che richiede di camminare con passo costante, né pigro né precipitoso; di accettare lo sforzo; di rinunciare a portarsi dietro quello che non è proprio indispensabile, di sopportare la fatica e se necessario di essere disposti anche a inerpicarsi.
Secondo Madre Speranza, per poter avanzare facilmente, bisogna coltivare la fede nell’amore personale di Dio per ognuno di noi e lasciarsi avvolgere da questo amore.

"Per elevare il cuore a Dio e ravvivare il desiderio di santificarci, non servono molti ragionamenti e considerazioni. Ci basta la convinzione che Dio è nostro Padre, perché questa unica considerazione muove fortemente il cuore ad un amore intenso, capace di invadere tutta l’anima per un certo tempo, disponendola a compiere grandi cose." (El pan 15, 156)
E come quando si cammina in salita, nei momenti di stanchezza, bisogna richiamare alla mente la meta che si intende raggiungere, perché il desiderio della meta sostenga la volontà e infonda nuovo vigore nelle difficoltà.
La meta che Madre Speranza ha sempre chiara nella sua preghiera, come già detto in precedenza, è l’amore: ricambiare l’incredibile amore che Dio nostro Padre ha per noi, amandolo concretamente con l’amore al prossimo:" Il frutto che dobbiamo ricavare dalla preghiera è quello d’infiammare il cuore con il fuoco dell’amore di Dio e della sua carità."
(El pan 1,79)
"Ricordiamo cosa dice S. Bernardo a proposito della Carità: chi possiede grande carità è grande, chi ne possiede poca è poco, chi ne possiede niente è niente. La carità verso il prossimo è per noi indispensabile, perché se non amiamo i fratelli che vediamo, come ameremo Gesù che non si vede facilmente? Io credo che l’amore al prossimo e quello a Gesù siano così fortemente uniti che, quando c’è sincero amore al prossimo sovrabbonda anche quello per Gesù." (El pan 20,713-14)
Nella preghiera, quindi, si procede con l’amore a Dio, attraverso i piccoli passi della vita quotidiana, e mediante l’amore che da Dio costantemente si riceve.
"Quale differenza tra il santo e il mediocre? Il primo prega abitualmente e costantemente; tutte le sue opere, compiute solo per Dio, sono in se stesse preghiera. Non fa nulla senza riconoscere interiormente la propria pochezza e supplica il buon Gesù di dargli la sua grazia. E Gesù gliela concede in abbondanza"
(El pan 9,305)

Maria Antonietta Sansone

 

Seguitiamo la pubblicazione di ricordi inediti di Madre Speranza, grazie ottenute dalla sua preghiera mentre era in vita, che solo da poco tempo ci sono state riferite dai beneficati.
Perché non vada perduto alcun ricordo, invitiamo anche i nostri lettori, che hanno ottenuto dalla preghiera di Madre Speranza una particolare grazia, a volerla condividere con tutti noi, scrivendo il loro ricordo e inviandolo, per la pubblicazione in questa pagina, alla Redazione.

Le vie del Signore sono infinite e imprevedibili, io ho potuto sperimentarlo nella mia vita. Provo una grande gioia nel raccontare la mia esperienza.

Se ognuno di noi ha un angelo custode che lo guida e protegge, il mio angelo quando ero piccolissima, mi ha portato e affidato nelle braccia della beata Speranza Alhama. Ecco come è andata.

Dopo circa quaranta giorni dalla mia nascita, mi viene diagnosticata una grave gastroenterite.

I miei genitori seguono le cure prescritte dai medici ma i risultati sono negativi, i farmaci non riescono a farmi guarire, anzi la situazione precipita e i medici affermano che ormai, purtroppo, non c’è più niente da fare.

I miei genitori, disperati, intraprendono l’ultimo "viaggio della speranza" vengono a Collevalenza e mi affidano alle braccia di Madre Speranza, mentre loro rimangono in chiesa a pregare.

Dopo molto tempo una suora li raggiunge e dice loro di non preoccuparsi perché il mio visino bianco e smorto stava riprendendo colore ed ero in buone mani.

All’imbrunire arriva Madre Speranza portandomi in braccio, ero serena e rilassata ed era cessato quel mio pianto continuo e disperato dovuto ai dolori. Madre Speranza si trattiene a lungo a parlare con i miei genitori, poi mi bacia in fronte e si ritira in camera sua.

Oggi, riflettendo su quanto è accaduto, posso solo affermare che la vita è un grande dono e nulla avviene a caso.

Ringrazio il cielo per aver incontrato una persona speciale come la beata Speranza.

P.F., Perugia

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ultimo aggiornamento 16 novembre, 2015