La lettera

 

Dio non ha nemici

Carissimo,

incognite, terrore, morte, ma è tempo di Natale, di misericordia. L’impossibile di un Dio che decide di decadere dalla sua situazione di Dio, che nasce dal grembo dell’umanità, che, sulla croce, giustifica gli uomini che lo uccidono.

È il Natale del Giubileo, di un Dio che non fa la guerra, che non uccide, che rimprovera Pietro che si mette per difenderlo.

Ecco, un Dio di cui dobbiamo ancora meravigliarci. Così, Papa Francesco ha aperto sulle ferite del mondo la misericordia del Giubileo, un tempo per entrare nel cuore di Dio, per stupirci, per innamorarci, per testimoniare il suo amore eccessivo, gratuito, inverosimile.

Per riappropriarci dello "scandalo" di Dio. Un Dio che si dichiara, che "si sente responsabile" della nostra felicità.

La felicità dei suoi figli (carnefici e vittime, tutti figli), il che significa superare intolleranze, razzismi, parzialità, guerre, abuso della verità.

La verità non è Dio che uccide, ma il decadimento di un Dio che ci impone di pensare, di volere, di lottare, per una terra altra: "E il lupo abiterà con l’agnello, e la pantera si sdraierà accanto alla capretta, e il bambino metterà le sue mani nel covo dei rettili".

Giurare sul giorno di Natale, in cui si capisca che è terrorismo uccidere ma è anche terrorismo non amare. Chi non ama uccide.

Il giorno nuovo, di tutti, in cui appartenere all’unica famiglia umana.

Nino Barraco

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ultimo aggiornamento 18 dicembre, 2015