La lettera

 

Responsabili di un sogno

Carissimo,

scriveva Madre Teresa di Calcutta: " Non permettere che niente riempia il tuo cuore di tanto dolore e tristezza, da farti dimenticare la gioia di Cristo Risorto".

Abbiamo bisogno di queste parole, di questo futuro.

Parole "contestuali" al tempo, alla storia, alla vicenda degli uomini. E però parole "inattuali", non rassegnate, non conformate, non aderenti. Parole di dissenso, di contestazione, di opposizione. Per una storia diversa, per un giorno nuovo, mai esistito. Un giorno da sognare, da pagare.

Sognare per vocazione. Avere nel cuore un sogno di erba fresca, la voglia della propria città, avere come progetto il servizio e come attualità il futuro del mondo.

Liberarsi dall’abitudine di tutte le parole predicate, definite, uscire dai piccoli recinti, avere occhi grandi, reinventare noi stessi, la nostra vita nella novità del domani.

Abbiamo bisogno di qualcuno, di una gente, di una comunità, che sia capace di frequentare il futuro. Abitanti e cittadini del domani, del dopo.

Penso a Bernanos, a Turoldo, a Rosmini, a Mazzolari, a Luther King, a Brecht (quanti altri!), pericolosi sognatori, scomodi guastafeste, che hanno scandalizzato, gettato lo scompiglio, disturbato la quiete.

Così l’Apostolo: "Non rattristate lo Spirito". Ecco, dare un sorriso alla storia, passare dalla valle del pianto, trasformare il deserto di questo tempo in "sorgente" risorta.

Nino Barraco

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ultimo aggiornamento 13 aprile, 2016