Gesù,  

ci riconduci

Desidero soffermarmi sulla Preghiera Eucaristica della Riconciliazione II. La liturgia ce la propone soprattutto nelle Messe a carattere penitenziale. Il testo è molto bello e profondo e ci invita alla riflessione. La seconda Preghiera Eucaristica della Riconciliazione sottolinea particolarmente la dimensione ecclesiale della riconciliazione. Qui vengono cantate le gesta di Dio che riguardano non il passato ma l’oggi. E questo diventa importante per noi perché si riallaccia con la nostra vita odierna.

(5) seguito

           al tuo amore

Sac. Angelo Spilla

 

Nella Preghiera Eucaristica della Riconciliazione II diciamo: "Con il sacrificio del tuo Cristo, consegnato alla morte per noi, ci riconduci al tuo amore ".

 

 

 

Un modo per ricondurci all’amore di Dio Padre è quando noi rimaniamo nell’amore del Cristo: "Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena"( Gv 15, 9 -11).

Partiamo da un dato certo. Dio ama perché è amore; la sua è una gratuita necessità e una necessaria gratuità. Gesù rimane nell’amore del Padre perché è sempre unito a lui. E noi possiamo divenire nel mondo il riflesso di questa unione solo se rimaniamo nel suo amore e osserviamo i suoi comandamenti.

La cosa sorprendente sapete quale è? Gesù qui non presenta il suo amore come modello da imitare, ma come una vita che continua in noi. "Rimanete nel mio amore". Con il battesimo siamo inseriti in lui, siamo diventati sue membra; e così è lui che attua in noi. È sorprendente questo. Gesù in noi ama in famiglia, ama i poveri, ama gli ultimi, ama chi soffre nel corpo e nello spirito...

Questa unione con Cristo ci unisce al Padre e reca in noi la pienezza della gioia.

"Con il sacrificio del tuo Cristo … ci riconduci al tuo amore".

A Nicodemo in una conversazione serale Gesù ha fatto una confidenza grande da non dover dimenticare mai: "Dio ha tanto amato il mondo da mandare il suo unigenito Figlio" (Gv, 3,16). Questo ha fatto il Padre per noi e questo ci è stato rivelato da Gesù, suo Figlio. Il disegno di benevolenza, Dio lo ha fatto conoscere entrando in relazione con l’uomo, infatti non ha rivelato solo qualcosa, ma se stesso; si è autocomunicato a noi, fino ad essere uno di noi, ad incarnarsi.

Per lasciarci "ricondurre" al suo amore non dobbiamo "dargli" qualcosa ma "condividere" il suo progetto in favore dell’uomo, accogliere il suo amore ed effonderlo sugli altri: "Dio ha tanto amato il mondo". Amando gli altri siamo animati dallo Spirito perché l’amore può venire solo da Dio (cfr 1Gv 4,7 ).

Lo abbiamo sperimentato in Gesù: ci ha amato per primo (1Gv 4,10); ci ha amato "mentre eravamo nemici" ( Rm 5,10); ci ha amato "fino alla fine" (Gv 13,1).

Questo dev’essere il nostro stile: per primo, anche nelle situazioni difficili, senza limiti. E Gesù così ci riconduce all’amore del Padre. E il Padre sarà contento di questo e ci aspetta; è innamorato di noi. La fede è fare spazio a questo amore di Dio.

E Dio cammina con noi. Come ha fatto con Madre Teresa di Calcutta. Nel 1952 ha accolto una donna raccolta dal bordo della strada, era stata gettata via dai figli perché lebbrosa e i topi di fogna le avevano rosicchiato un piede. È stata Madre Teresa a usarle accoglienza e amorevolezza. "Perché fai questo?" un giorno le domandò quella sventurata donna. "Perché ti voglio bene", rispose Madre Teresa. "E perché mi vuoi bene?". "Me l’ha insegnato il mio Dio". "E come si chiama il tuo Dio?". "Il mio Dio ha un nome bellissimo: si chiama Amore". "Fammelo conoscere!". "Tu già lo conosci: con le miei mani è Lui che ti accarezza, con la mia voce è Lui che ti parla, con i miei occhi è Lui che ti sorride".

Quella donna lebbrosa raccolta dalla strada divenne serena e i suoi occhi mandavano un riflesso di una gioia che da tempo non conosceva. Morì dicendo: "Dio si chiama Amore! Come è bello: io non lo sapevo ".

Papa Francesco ce lo sta ricordando anche con il Giubileo della Misericordia: "Sono convinto che tutta la Chiesa, che ha tanto bisogno di ricevere misericordia, perché siamo peccatori, potrà trovare in questo Giubileo la gioia per riscoprire e rendere feconda la misericordia di Dio, con la quale tutti siamo chiamati a dare consolazione ad ogni uomo e ad ogni donna del nostro tempo" (Omelia del 13-03-2015). Chiamati ad essere immagine di una Chiesa in uscita, che si faccia carico delle lotte e delle speranze di questa umanità.

Tu già lo conosci. Non possiamo vivere senza l’Amore, sarebbe una vita priva di senso, se non ci incontriamo con l’Amore, se non lo sperimentiamo, se non lo facciamo proprio, se non vi partecipiamo vivamente. L’esperienza ci dice che la causa più universale di sofferenza nel mondo non è la malattia, o altre cose del genere, ma la mancanza di amore. Per questo S. Agostino ci ricorda: "Tu ci hai fatti per te, o Signore, e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te".

Con il sacrificio del tuo Cristo ci riconduci al tuo amore, o Padre.

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ultimo aggiornamento 10 maggio, 2016