Gesù, Fonte di vita, fa’ che gustando di Te, io non abbia altra sete che di Te

Un ulteriore simbolo attribuito all’acqua è quello utilizzato dai Maestri di spirito per parlare della preghiera, che può zampillare e dissetare all’improvviso senza fatica, per puro dono di Dio o come ricompensa ad una lunga, faticosa e perseverante ricerca. Come l’acqua la preghiera è dono e insieme conquista, e poiché non si può improvvisare e necessita di tutta la nostra collaborazione, proveremo a imparare a pregare alla scuola di Madre Speranza

PREGHIERA AFFETTIVA

Cominciare a gustare il Signore (cfr Sal 33, 9) nella preghiera affettiva, quando Lui ne è finalmente diventato il centro, è un’esperienza che stravolge la vita e inizia a rinnovarla dal profondo. Una gioia intensa, prima sconosciuta, comincia a pervadere e a saziare a tal punto, che, non a caso, i maestri di spirito l’hanno paragonata al dono di poter bere gratuitamente,e senza alcun merito, alla spirituale sorgente d’acqua viva e zampillante, che adesso scaturisce per Sua volontà e in un modo misterioso che non è dato conoscere.

Adesso si contempla e si adora Dio presente al centro, esercitandosi con attenzione e massimo impegno soltanto a restare presenti alla Sua presenza, anche col ripetere in continuazione un’invocazione sola, ma densa d’amore. Adesso l’amore zampilla e si diffonde e chi ne viene invaso può vedere chiaramente che proviene da Dio e Lui solo ne è l’origine.

Adesso si comprende con chiara evidenza quanto la preghiera sia un mezzo indispensabile; perché si sperimenta fondamentale e necessario, come un essenziale e prezioso nutrimento per l’anima, sostare in silenzio alla presenza di Dio a ricevere il Suo amore e la Sua grazia.

Come dopo un lungo e faticoso cammino, quando si arriva finalmente ad un punto elevato e si può godere un panorama splendido e prima neppure immaginabile, ci si sente appagati e non si calcola più la stanchezza della salita, non appena si sperimenta nella preghiera un Bene tanto grande, si comprende fino in fondo la stoltezza di essersene inutilmente privati per aver impiegato così tanto tempo a decidere di intraprendere il cammino di preghiera.

E con forza si percepisce di dover trasmettere a tutti un tale avviso, perché sappiano come è accessibile e semplice poter sperimentare quanto Dio ama.

"Dio parla al cuore nel silenzio della contemplazione. È lì dove più fa sentire la sua voce, dove illumina meglio la nostra intelligenza, infiamma il cuore e incendia la volontà. Nell’orazione è dove lo Spirito Santo comunica, oltre ai doni di scienza e intelletto, quelli della sapienza che ci fanno gustare, amare e mettere in pratica le verità della fede; stabilendo in questo modo un’unione più intima tra Dio e l’anima, nella quale questa ha la grazia di ascoltare il buon Gesù che le parla e le dice meravigliose frasi di amore e di consolazione, che la lasciano completamente ferita d’amore". (El pan 15,193)

Maria Antonietta Sansone

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ultimo aggiornamento 13 aprile, 2017