Verso una cultura della misericordia

Francesca Petetta

 

La misericordia tra fragilità e cura

 

 

 

 

La possibilità di comprendere il vero senso della misericordia dipende dal riconoscimento della fragilità come cifra della condizione umana. Con tale consapevolezza, nasce La misericordia tra fragilità e cura, il volume curato da Antonio Pieretti, appena pubblicato da Ancora, quinto della collana Rachamim/Misericordia (sezione "Percorsi"), promossa dal Centro Studi Amore Misericordioso. Il libro, che dà una veste editoriale all’esperienza del seminario su "La misericordia tra fragilità e cura" tenutosi a Collevalenza nei giorni 4 e 5 marzo 2015, contiene testi di Antonio Pieretti, Ina Siviglia, Giuseppina De Simone, Ivo Lizzola, Maria Beatrice Toro e Donatella Pagliacci, nonché testimonianze di Virginio Colmegna, Gabriel Antunes Ferreira De Almeida, Riccardo Rezzesi, Francesca Petetta e Serena Meattini.

I vari contributi aiutano a far luce sull’importanza del riconoscersi fragili, non in quanto manchevoli di qualche elemento costitutivo, bensì in quanto costitutivamente esposti al rischio della caduta e della miseria. Sul terreno fertile della fragilità, la vita fiorisce come un dono prezioso che richiede le cure dell’uomo, il quale, accogliendo tale dono, si scopre immeritatamente graziato dall’amore divino. È questo amore misericordioso che invita e aiuta l’uomo stesso a rialzarsi e a orientarsi, nel mondo, verso la meta ultramondana, preannunciata dal sacrificio di Gesù che si è immolato per redimere, salvare e donare speranza. Affidandosi all’amore misericordioso di Dio, l’uomo diviene capace non solo di prendersi cura della propria vita fragile, ma anche di compiere atti di misericordia che, spesso, sorgono proprio laddove si incontrano fragilità, ferite, colpe e sofferenze. La misericordia chiama dunque a non sprecare quella fragilità, ma a integrarla nella vita, amando e perdonando un’alterità che, in alcuni casi, è percepita come una minaccia.

Nella congiuntura tra fragilità e cura, così, l’uomo che rinuncia alla propria fame di progresso insaziabile e indiscriminato scopre l’amore divino che, nella fragilità e dalla fragilità lo convoca alla cura, destinando a lui - e soltanto a lui - il nobile compito della responsabilità e, insieme, la grazia inaspettata che lo sostiene offrendogli misericordia.

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ultimo aggiornamento 15 maggio, 2017