La lettera

 

Il diario dell’anima

Carissimo,

ebbe a scrivere quel grande filosofo che è stato Michele Federico Sciacca: "Ogni parola è degna di una meditazione perpetua".

Ogni parola. La parola in cui si compie il mistero di ogni uomo. La parola che trema, che ama, che si stupisce. Tenda d’incontro dell’uomo che chiama Dio, che parla a Dio. La meraviglia, l’implorazione: "O Dio, tu sei il mio Dio, all’aurora ti cerco, di te ha sete l’anima mia, a te anela la mia carne, come terra deserta, arida, senz’acqua".

Babilonia, Egitto, la deportazione, la speranza, la promessa: "Quando il Signore ricondusse i pri­gionieri di Sion ci sembrava di sognare. Allora la nostra bocca si aprì alla gioia, la nostra lingua si sciolse in canti di gioia".

E però anche la tentazione, il gemito, l’abbandono, la "non risposta" di Dio: "Dio mio, Dio mio, ti invoco di giorno, e non rispondi, grido di notte, e non trovo riposo".

La beffa di un Dio che non c’è, l’assenza, il panico, la disperazione, il nulla sul quale morire: "Mi scherniscono quelli che mi vedono, storcono la bocca, scuotono il capo: si è affidato al Signore, Lui lo scampi, lo liberi, se è suo amico".

Ma ecco, come una lama di luce, l’irruzione del "dopo", la contemplazione, la fede inesausta, l’ulte­riorità del tutto: "Al mio risveglio, mi sazierò della tua presenza".

Sì, i Salmi, il tutto della vita, della vicenda della vita, della fatica della vita, della rivincita della vita.

Non c’è origine, non c’è pensiero, sentimento, futuro, che non sia stato detto.

I Salmi come diario dell’anima, amore, tradimento, nuzialità. L’attesa, il ringraziamento, il giardino dei simboli, attualità di ogni nostro giorno.

Così uguale al giorno di sempre, di ogni uomo!

Nino Barraco

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ultimo aggiornamento 14 dicembre, 2017