Verso una cultura della misericordia

Prof. Luigi Alici

 

Giustizia e sviluppo solidale

Il VII seminario del Centro Studi Amore Misericordioso

«Siamo chiamati a far crescere una cultura della misericordia, basata sulla riscoperta dell’incontro con gli altri»: così afferma papa Francesco, al n. 20 di Misericordia et misera, la Lettera apostolica scritta a conclusione del Giubileo straordinario della misericordia. Il Centro Studi sull’Amore Misericordioso, nato nel 2009 a Collevalenza, ha cercato di prendere sul serio questo invito, mettendolo al centro di due seminari, promossi nel corso del 2017. Il primo, tenuto nel giugno scorso e dedicato alla riscoperta dell’incontro con gli altri, è stato seguito da un secondo appuntamento ("Per una cultura della misericordia: giustizia e sviluppo solidale", 15-16 dicembre). Il seminario, al quale ha partecipato un gruppo di dottorandi e giovani ricercatori di varie università italiane, ha cercato di approfondire un tema attuale e impegnativo, facendo memoria del cinquantesimo anniversario di Populorum progressio (1967), la grande enciclica sociale di Paolo VI: può esserci sviluppo solidale senza giustizia? Può esserci autentica giustizia senza amore e misericordia?

I primi due interventi hanno approfondito la dimensione morale e politica della questione: Carla Danani (Università di Macerata) ha invitato a ripensare l’umano a partire da dipendenza e vulnerabilità, presupposto indispensabile perché la giustizia possa farsi carico concretamente di tutti gli svantaggiati. Luca Alici (Università di Perugia) ha quindi ricordato che il potere politico non può contraddire il potere umano, che è veramente un potere adulto quando è disposto a lasciar crescere, a patire in nome della generatività. Gli altri due interventi hanno quindi ripreso la riflessione con un riferimento teologico più esplicito. Rocco D’Ambrosio (Pontificia Università Gregoriana) si è interrogato sulle sfide e sul coraggio di un’autentica solidarietà globale, invocando fiducia e cooperazione, capacità di uscire da se stessi e di sconfiggere le lusinghe dell’utilitarismo. Alessandra Smerilli (Pontificia Facoltà di Scienze dell’educazione "Auxilium") si è chiesta infine quale modello economico possa servire uno sviluppo umano integrale, mostrando luci e ombre di un processo in atto, in cui cambiano i modi di intendere il benessere, ma stenta ad affermarsi una cultura della sostenibilità e della vita buona.

Un messaggio di fondo ha attraversato il seminario: la misericordia cristiana non è soltanto riparativa, ma anche preventiva e generativa. Correttamente intesa, essa aiuta a denunciare gli stereotipi dominanti, contribuendo a dare un nome alle ferite personali e sociali, quindi al peccato e alle "strutture di peccato" che paralizzano la vita e spengono la speranza. Si aprono, a partire da qui, nuove strade, costruttive e progettuali; strade che parlano di discernimento, di educazione, di coltivazione dei talenti e dei semi di bene abbandonati nel sottosuolo della nostra indifferenza, in attesa che siano restituiti a nuova vita e tornino ad alimentare una nuova fioritura dello spirito.

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ultimo aggiornamento 12 gennaio, 2018