pastorale familiare

Enrico Graziano Giovanni Solinas, Postulatore

Il Venerabile Vittorio Trancanelli

 

Con grandissimo piacere ho risposto all’invito di offrire un mio contributo, in qualità di Postulatore della causa di Canonizzazione, con riguardo alla figura del Venerabile Servo di Dio Vittorio Trancanelli.

Vittorio era nato a Petrignano di Assisi (PG) il 26 aprile 1944 e dopo aver studiato con ottimi risultati presso il liceo classico di Assisi, si iscrisse alla facoltà di Medicina e Chirurgia divenendo un ottimo medico. Sposò nel 1970 la signora Rosalia (Lia) Sabatini, il suo grande amore, colei che il Signore fin dall’Eternità aveva creato per lui. I due ebbero un solo figlio naturale ma si aprirono all’affido prendendo diversi bambini e ragazzi che venivano da situazioni familiari devastanti.

Vittorio e Lia, un binomio indivisibile, come mi ha più volte detto il loro figlio naturale Diego, che risiede a San Paolo del Brasile ed insegna Fisica nella locale Università.

Vittorio era un santo della "normalità", dal carattere un po’ schivo, di poche parole ma quando parlava le sue parole erano "pesanti". La sua virtù più grande è stata sicuramente l’umiltà vissuta concretamente nelle sue relazioni come marito, padre e medico. Per lui tutti i pazienti erano uguali, non esistevano le "persone importanti" perché in ognuno di loro vedeva riflesso, come in uno specchio, il Signore Gesù Cristo.

La sua attività lavorativa prendeva gran parte della sua giornata, lavorando presso il reparto di Chirurgia d’Urgenza dell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia che lo vide non solo medico ma anche "paziente". Si perché Vittorio, fin dai primi anni ‘70, soffrì di una terribile malattia all’epoca poco conosciuta che era la colite ulcerosa che gli arrecò danni irreversibili all’intestino. Proprio quando la moglie Lia stava partorendo il loro tanto desiderato figlio Diego, il 31 marzo 1976, Vittorio lottava tra la vita e la morte nello stesso ospedale dove veniva operato proprio nello stesso reparto dove lui aveva operato ed assistito tanti ammalati e sopravviveva miracolosamente riuscendo a vedere ed abbracciare il figlio e la moglie. Questa operazione gli lasciò una "spina" (così lui la chiamava) molto dura da sopportare ovvero una iliostomia che Vittorio portò con pazienza veramente eroica per circa 22 anni, ovvero fino alla sua morte avvenuta il 24 giugno 1998, solennità di San Giovanni Battista, attorniato da tanta gente, amici, parenti, pazienti, tutte persone che nel corso degli anni avevano sperimentato la santità "quotidiana" di quest’uomo il cui motto è sempre stato "Io mi fido di Dio".

Preghiera Servo di Dio

VITTORIO TRANCANELLI

Medico

Spello 26 aprile 1944 - Perugia 24 giugno 1998

Un santo in sala operatoria,

testimone della tenerezza di Dio

Ti prego, Signore:

ho bisogno del tuo aiuto

per la mia situazione…

Vieni in mio soccorso

per la intercessione di Vittorio,

che ti ha riconosciuto nei poveri

come Abramo ti riconobbe

negli angeli a Mamre.

Gloria a Dio, Trinità Santissima

Si approva

+ Giuseppe Chiaretti

Arcivescovo di Perugia – Città della Pieve (2006)

Vittorio si è sempre fidato ciecamente del Signore sia nei momenti più sereni e felici ma anche nei momenti più bui. Aveva chiesto al Signore di poter morire insieme alla sua amata Lia ma il Signore nella sua insondabile Provvidenza aveva ben altri progetti. Nel 1997 infatti, Vittorio e Lia insieme ad alcuni più cari amici avevano fondato l’associazione "Alle Querce di Mamre" che avrebbe accolto ed ancora oggi lo fa in unione con la Caritas Diocesana, qualsiasi situazione di povertà senza distinzione di lingua, razza, nazionalità o religione. Tutto era per Amore di Dio. Di lì a poco Vittorio sarebbe ritornato alla casa del Padre ma sarebbe toccato proprio alla moglie Lia portare avanti questa missione. Pochi giorni prima della sua morte, aveva voluto intorno a se la moglie e tutti i suoi figli e guardandoli ad uno ad uno, come se volesse rassicurarli, disse, rivolto a Lia: "vedi Lia, ora avrei potuto avere un grosso conto in banca, macchine, barche, tutto, ma con me non avrei portato via nulla. Per questo è valsa la pena vivere (per lei e per tutti i loro figli ndr) ed ora porto con me l’amore che abbiamo dato e che abbiamo ricevuto". Il giorno del funerale di Vittorio, svoltosi il 26 giugno 1998 nella Chiesa Cattedrale di Perugia e presieduto dall’allora Arcivescovo di Perugia Mons. Giuseppe Chiaretti, fu definito proprio dal Presule perugino, "un santo laico per i nostri giorni". Fu proprio Mons. Chiaretti, nel 2006 ad iniziare il Processo informativo diocesano sulla vita e virtù di Vittorio conclusosi il 23 giugno 2013. Il 27 febbraio 2017 Papa Francesco approvava la promulgazione del Decreto sulla eroicità delle virtù di Vittorio, dichiarandolo Venerabile. Così, tutto ciò che la chiesa doveva dire su Vittorio è stato detto. Ora rimane da attendere quel miracolo che lo porterà, speriamo quanto prima, alla beatificazione.

Per quello che era il suo carattere e la sua personalità, Vittorio non avrebbe sicuramente voluto che venisse aperto per lui il processo di canonizzazione ma, si sa, nessun "santo" lo avrebbe voluto. La Chiesa lo ha voluto portare ad esempio proprio per la sua santità semplice ed "arrivabile" da qualsiasi persona desideri amare il Signore. A Vittorio non sono ascrivibili fatti mistici o cose del genere ma la sua "fama sanctitatis" si fece sentire da subito dopo la sua morte e a tutt’oggi è sempre in crescita. Le Grazie che il Signore ha concesso finora attraverso la sua intercessione sono molteplici.

Vittorio e Lia avevano una grandissima ammirazione per la figura della Beata Madre Speranza ed andavano spesso a Collevalenza visto che conoscevano bene tanti sacerdoti "Figli dell’Amore Misericordioso" che Vittorio curava con tanto amore. Uno di questi è l’attuale Vescovo di Città di Castello, Mons. Domenico Cancian che è stato il padre spirituale di Vittorio ed ha raccolto le ultime confessioni sacramentali. Padre Domenico ha seguito Vittorio fino ai suoi ultimi istanti su questa Terra e in occasione del ventesimo anniversario della morte ha ricordato in modo stupendo la figura di Vittorio non solo come cristiano ma anche come marito e padre, mettendo in risalto come lui fosse sempre disponibile a qualsiasi ora per tutti ed avesse un affetto particolare per i sacerdoti che amavano farsi curare da lui.

Io non ho conosciuto "nella carne" Vittorio ma Dio mi ha concesso, come mi ha detto una volta Lia, di conoscerlo così in profondità leggendo tutto ciò che lo ha riguardato in vita e dopo la sua morte. Vittorio è presente nella mia vita ma sempre in modo "pacato" quasi silenzioso come d’altronde è stata tutta la sua vita.

I Santi sono presenti più che mai e ci accompagnano, bisogna solo saper leggere "i segni" che ci donano.

Articolo precedente

Articolo successivo

[Home page | Sommario Rivista]


realizzazione webmaster@collevalenza.it
ultimo aggiornamento 07 settembre, 2018