Maria Mediatrice nella
Sacra Scrittura, nella
Liturgia e nella Dottrina
della Chiesa

(Seguito)

 

I PAPI

Benedetto XIV: Bolla "Gloriosae Domina" (27. 09. 1748);

 

Pio VII: "Privilegi alla Chiesa dell’Annunziata di Firenze", 1806

 

Papa Leone XIII Nella prima delle sue Encicliche sul Rosario, Supremi Apostolatus (1883), Papa Leone XIII chiama la Madonna "Custode della nostra pace e Dispensatrice di grazie celesti". L’anno seguente la sua Enciclica Superiore anno parla di preghiere presentate a Dio "attraverso Maria che ha scelto di essere la distributrice di tutte le grazie celesti". Ma è forse in Octobri mense (1891) che Sua Santità fa una più forte esposizione di questa dottrina: "Con parità di verità si può affermare che, per volontà di Dio, nulla dell’immenso tesoro di ogni grazia che il Signore ha accumulato, viene a noi se non per mezzo di Maria .... Come grandi sono la sapienza e la misericordia, rivelato in questo disegno di Dio, Maria è la nostra intermediaria per la gloria; è la potente Madre di Dio onnipotente .... Questo disegno realizzato dalla Misericordia di Dio in Maria e confermato dal Testamento di Cristo (Gv. 19:26 -27), si è capito fin dall’inizio ed è stato accettato con grande gioia dai santi Apostoli e dei primi credenti. È stata anche la fede e l’insegnamento dei venerabili Padri della Chiesa. Tutti i popoli cristiani di ogni età l’hanno accettata all’unanimità. ... Non vi è alcuna altra ragione per questo di una fede divina. "Armand Robischaud comprende quattro osservazioni su questa Dichiarazione di Papa Leone  XIII: la verità che propone Sua Santità, è che per volontà di Dio la Madonna ha questo ruolo, che la sua Enciclica è indirizzata a tutta la Chiesa; che Egli lancia un appello di universale convinzione della Chiesa, dal tempo degli Apostoli, che questa verità è implicita nella Sacra Scrittura, attraverso l’Annunciazione e le parole di Cristo dalla Croce indirizzate alla sua Santa Madre e San Giovanni. [Robischaud, p. 431. 431].

Robischaud scrive, "Al momento non sappiamo di teologo cattolico serio che metta in dubbio la verità della universale Mediazione di Maria, nel senso già spiegato, ed è sicuro di dire che la stragrande maggioranza di essi ritengono sufficientemente giustificata dalle fonti di essere definita dalla Chiesa. "Egli è inoltre del parere che la Dottrina della Mediazione universale di grazie della Madonna deve essere classificata come de fide divina ex ordinario Magisterio. Questa conclusione, egli afferma, è basata in particolare sull’Enciclica di Papa Leone XIII Octobri mense. [Ibidem, pag. 436. 436.].

 

Papa Benedetto XV scrivendo al Cardinale Gasparri il 27 aprile 1917, afferma: "Dal momento che tutte le grazie che l’Autore di ogni bene si degni conferire su i poveri che sono i discendenti di Adamo, dal favorevole disegno della Provvidenza divina, le dispensa per le mani della Vergine santissima, ... " [AAS, vol. 9, 1917, p. 9, 1917, p. 266. 266].

In una allocuzione, dopo la solenne lettura del Decreto di approvazione dei due miracoli per la canonizzazione di S. Giovanna d’Arco, Benedetto XV ha risposto alla obiezione del promotore della fede per la sua Causa, che ha obiettato che uno dei due miracoli dovrebbe essere attribuito alla Madonna. Sua Santità afferma: "Se in ogni miracolo dobbiamo riconoscere la Mediazione di Maria, per mezzo della quale, secondo la volontà di Dio, ogni grazia e benedizione per noi, si deve ammettere che, nel caso di uno di questi miracoli, la mediazione della Beata Vergine si è manifestata in un modo molto speciale. Noi crediamo che Dio ha tanto smaltito il problema al fine di ricordare ai fedeli che il ricordo di Maria non deve mai essere escluso, anche se può sembrare che un miracolo è quello di essere attribuiti alla intercessione o la mediazione di uno dei Beati o uno dei Santi ". [Robischaud, p. 432. 432].

Benedetto XV, nella Lettera apostolica Inter Sodalicia (1918), scrive: "Si può davvero affermare che, insieme con Cristo Maria ha redento il genere umano. Per questo motivo, ogni tipo di grazia che riceviamo dal tesoro della Redenzione è amministrata come si trattasse attraverso le mani della Vergine Addolorata stessa ... " (22 marzo 1918, AAS 10, 1918, 182). Nel 1921 istituisce la Festa di Maria Mediatrice di tutte le Grazie.

Nella Enciclica Ad Diem Illum Laetissimum, Papa Pio X scrive che "È da questa compagnia nel dolore e nella sofferenza già evocato tra la Madre e il Figlio, che è stato consentito alla Vergine di essere la più potente Mediatrice e Avvocata di tutto il mondo con il suo Divin Figlio".

 

Papa Pio XI, nel 1924 nella Lettera apostolica Exstat in civitate, afferma: "È chiaro che molti Romani Pontefici hanno suscitato devozione tra le nazioni alla più clemente Madre, la Vergine Maria, Consolatrice degli afflitti, e Tesoriera di tutte le grazie di Dio". (Feb. 1, 1924, AAS 16 1924, 152) Nel 1926 ha proclamato: "Noi, a cui nulla è più caro che la devozione del popolo cristiano essere suscitato più e più verso la Vergine, che è la Tesoriera di tutte le grazie a Dio, credo che si debba accondiscendere a questi desideri." (Pio XI, Lettera Apostolica, Cognitum sane, gennaio 14, 1926, AAS 18, 1926, 213).

 

Papa Pio XII: " All’Alma Madre di Dio, mediatrice delle grazie celesti, Noi affidiamo i Sacerdoti di tutto il mondo..." [Menti nostrae, 143, (Esortazione Apostolica di Pope Pius XII al clero di tutto il mondo per lo sviluppo della santità nella vita sacerdotale), Sett. 23, 1950].

Inoltre, in un Decreto della Sacra Congregazione dei Riti riconoscendo i miracoli per la canonizzazione di San Luigi de Montfort, Papa Pio XII° invita a ricordare la Tradizione della Chiesa e la dottrina dei teologi in quel momento: "Raccoglie insieme la Tradizione dei Padri. San Bernardo, il Dottore Mellifluo, insegna che Dio vuole dare tutto a noi per mezzo di Maria. Su questa pia e salutare dottrina tutti i teologi, al momento attuale, sono in comune accordo". [AAS, vol. 34, 1942, p. 34, 1942, p. 44.].

Madre Speranza, quando nel 1930 fondò la Congregazione delle Ancelle dell’Amore Misericordioso, nelle Costituzioni aveva posto come protettrice la Madonna con il titolo di Nostra Signora della Mercede. Il titolo mariano, da lei adottato agli inizi, era quello della Madonna della Mercede, considerandola come intermediaria per la salvezza dei cristiani. Aveva però sempre in mente la devozione a Maria Mediatrice; sembra addirittura che nell’abito delle suore, mostratole dalla Madonna, la figura di Maria Mediatrice fosse incisa, fin dall’inizio, in una delle facce della medaglia che si trovava nella corona del rosario. Successivamente, nell’anno 1958, in una domanda del 20 novembre, al Santo Padre Giovanni XXIII, a seguito del 3° Capitolo generale della Congregazione, a petizione unanime di tutte le Madri Capitolari, chiese che potessero essere modificati tre Articoli delle Costituzioni e il primo riguardava proprio il Titolo con cui invocare la Vergine santissima protettrice della Congregazione, il titolo di "Santissima Vergine Maria Mediatrice". La Sacra Congregazione per i Religiosi (SCRIS), in data 10 febbraio 1961, con Foglio Prot. N° 17162/58. V.121, accolse pienamente la richiesta.

Giovanni XXIII e Paolo VI: I Padri del Concilio e i suoi Presidenti istituzionali, Giovanni XXIII e Paolo VI, ritennero che non fosse il caso di procedere a nuove definizioni dogmatiche: conclusione maturata in un processo di riflessione e di preghiera che vide impegnati in prima linea Giovanni XXIII, Paolo VI e la Commissione teologica del Concilio. Perché richieste di nuovi dogmi mariani erano giunte alla Commissione preparatoria del Vaticano II.

Il titolo di Mediatrice, ad esempio, è stato inteso lungo i secoli ed è inteso tuttora in modo notevolmente diverso. Basta prendere in mano i manuali di Mariologia degli ultimi anni - dal 1987 ad oggi ne sono usciti una ventina - per constatare che la Mediazione della beata Vergine è trattata dai teologi in maniera contrastante nell’impostazione, nella valutazione dottrinale, nella determinazione del campo in cui essa viene esercitata, nel raffronto con la mediazione di Cristo e dello Spirito Santo. A prescindere da ogni altra considerazione, nel caso della Mediazione di Maria si è davanti, per quanto concerne molti aspetti di essa, a una "quaestio disputata", si è lontani cioè da quella sostanziale unanimità teologica che, in relazione a ogni questione dottrinale, è il preludio necessario per procedere ad una definizione dogmatica.

 

Giovanni Paolo II: nell’Enciclica Redemptoris Mater, nn. 44-47, concepisce la "Mediazione mariana" quale "Mediazione materna", la inquadra nella trattazione della maternità spirituale e vede in essa l’espressione più alta della sua cooperazione all’opera della salvezza.

 

Nel Santuario di Collevalenza ci sono riproduzioni significative di Maria Mediatrice:

Nella Basilica una cappella è dedicata a Maria Mediatrice, e ci è collocata la grande tela del pittore Elis Romagnoli. Il giorno 8 dicembre 1956, festa dell’Immacolata, nella Chiesa del Carmine in Fermo era stata inaugurata una grande tela, un quadro di metri 6x3, raffigurante Maria Mediatrice, eseguita dal pittore Elis Romagnoli. L’immagine era stata fatta eseguire e donata alla Congregazione da Don Luigi Leonardi fam, parroco di S. Matteo.
Una statua di Maria Mediatrice si trova nei pressi delle piscine; è in marmo di Carrara, del peso di 30 quintali; fu collocata sul posto il 2.12.1960.
Tutta la Cripta è poi dedicata a Maria Mediatrice.

Benedetto XVI: Uno degli aspetti caratterizzanti dell’Enciclica Deus caritas est è il reciproco richiamo che si fanno l’amore e la carità, espressione quest’ultima della novità cristiana dell’amore. Veramente bella è la conclusione tutta mariana dell’Enciclica. La Vergine Maria viene indicata come specchio di ogni santità e modello di servizio di carità. Ella ci insegna che solo quando si fa spazio a Dio, incontrato nella preghiera che nel servizio al prossimo, il mondo diventa buono.

Alla sua bontà materna, come alla sua purezza e bellezza verginale, si rivolgono gli uomini di tutti i tempi e di tutte le parti del mondo nelle loro necessità e speranze, nelle loro gioie e sofferenze, nelle loro solitudini come anche nella condivisione comunitaria. Le testimonianze di gratitudine, a lei tributate in tutti i continenti e in tutte le culture, sono il riconoscimento di quell’amore puro che non cerca se stesso, ma semplicemente vuole il bene.

La devozione dei fedeli mostra, al contempo, l’intuizione infallibile di come un tale amore sia possibile.

Chi beve alla fonte dell’amore di Dio diventa egli stesso una sorgente « da cui sgorgano fiumi di acqua viva » (cfr Gv 7, 38).

«Non c’è frutto della Grazia nella storia della salvezza che non abbia come strumento necessario la Mediazione di Nostra Signora» (Omelia per la canonizzazione di fra Antônio de Sant’Ana Galvão 11-05-2007).

 

Liturgia Orientale

In uno dei Tropari della Liturgia Copta si legge che la nostra salvezza è assicurata "Perché ogni aiuto viene ai fedeli per mezzo di Maria, la Madre di Dio". [Robischaud, p. 438. 438].

In una preghiera nella Liturgia Siriaca si legge: "Come posso rendere a Te debitamente lode, o Vergine castissima ? Per Te o Tuttasanta è il Creatore tra gli uomini , e Tu dai loro tutto l’aiuto e la grazia di cui hanno bisogno". [D. Attwater, Preghiere della Liturgia orientale (Londra, 1931), p. 20. 20].

La Liturgia Armena ha la seguente preghiera: "Rallegrati, o Madre di Dio, trono e speranza di salvezza del genere umano, Mediatrice della Legge e della grazia". [Robischaud, p. Robischaud, p. 438. 438].

E la Liturgia Caldea ha questa bella preghiera: "O Regina delle regine, fai tutti ricchi, arricchisci con le tue grazie, o Madre dell’Altissimo.

Egli ha fatto di te la Dispensatrice dei suoi tesori e la Regina universale. E’ nel tuo grembo che Egli ha posto i suoi tesori , e in te ha raccolto grazie, come in un mare, e Lui ha fatto di Te la sorgente della vita dei mortali ... " [Ibid., Pp. 436439. 436-439].

 

Liturgia Occidentale

All’interno della Tradizione francescana ( molto prima dell’istituzione della Festa di Maria Mediatrice ), la Santa Sede ha concesso all’Ordine  Francescano uno speciale Ufficio e Messa per la Festa della Madonna degli Angeli (2 agosto): l’orazione Colletta si apre con queste significative parole: "O Dio, che hai voluto rinunciare a tutti i favori agli uomini attraverso la tua santissima Madre ...".

Nel 1921 Benedetto XV († 1922), su richiesta del Card. Desiderio-Giuseppe Mercier († 1926), concesse a tutto il Belgio l’Ufficio e la Messa della beata Vergine Maria «Mediatrice di tutte le grazie», da celebrarsi il 31 maggio.

La Sede Apostolica concesse poi a numerose altre Diocesi e Congregazioni religiose, dietro loro richiesta, il medesimo Ufficio e la Messa; perciò ne seguì che la memoria della beata Vergine Maria Mediatrice divenne quasi generale.

Il Concilio Vaticano II, nel 1964, ha spiegato ampiamente la funzione della beata Vergine Maria nel mistero di Cristo e della Chiesa; ed ha accuratamente esposto il senso e la forza della «mediazione» della beata Vergine: «La funzione materna di Maria verso gli uomini in nessun modo oscura o diminuisce l’unica mediazione di Cristo, ma ne mostra l’efficacia. Poiché ogni salutare influsso della beata Vergine verso gli uomini non nasce da vera necessità, ma dal beneplacito di Dio, e sgorga dalla sovrabbondanza dei meriti di Cristo, si fonda sulla mediazione di lui, da essa assolutamente dipende e attinge tutta la sua efficacia; non impedisce minimamente l’unione immediata dei credenti con Cristo, anzi la facilita» (LG 60). Nel 1971 la Sacra Congregazione per il Culto Divino ha approvato la Messa sotto il titolo della «Beata Vergine Maria, Madre e Mediatrice di grazia». Questa Messa, aderendo fedelmente alla dottrina del Concilio Vaticano II, commemora contemporaneamente la funzione materna e il compito di Mediatrice della beata Vergine (cfr Proprio delle messe dell’Ordine dei Servi della beata Vergine Maria, Curia Generalizia OSM, Roma, 1972, pp. 36-37). Ai nostri giorni questa Messa viene celebrata in molti luoghi l’8 maggio.

Il formulario, come si conviene, celebra anzitutto Cristo, «vero Dio e vero uomo, unico mediatore (...) sempre vivo a intercedere in nostro favore» (Prefazio; 1 Tm 2, 5; Eb 7, 25; Orazione sulle offerte, Orazione dopo la Comunione). Ma onora anche la beata Vergine Madre e Mediatrice di grazia, poiché il Padre, «nel mirabile disegno del suo amore» (Colletta; cfr Prefazio), l’ha costituita madre e collaboratrice del Redentore (cfr Colletta, Prefazio). La Vergine Maria è Madre di grazia, poiché ha portato nel suo «grembo purissimo (...). Cristo vero Dio e vero uomo» (Antifona d’ingresso) e ci ha donato lo stesso «Autore della grazia» (Colletta; cfr Alleluia). La Vergine Maria è Mediatrice di grazia, poiché e stata socia di Cristo nel procurarci la grazia più grande, la redenzione cioè la salvezza, la vita divina e la gloria che non ha fine (cfr LG 61). Nel formulario la «mediazione» della beata Vergine viene giustamente interpretata come «provvidenza d’amore» (Prefazio): «di intercessione e di perdono, di protezione e di grazia, di riconciliazione e di pace» (Prefazio).

Madre Speranza non ha scritto molte pagine sulla Madonna

ma le poche cose che ha scritto hanno un grande peso. "La persona che ama la Vergine santissima non deve aver timore di nessuna cosa - ripeteva convinta - Fra tutte le cose belle di cui è possibile godere qui sulla terra, la più grande è quella di vivere uniti a Maria; Essa ci prepara per la felicità suprema che consiste in vivere in Dio" (El pan 2,72). Sorprende questa affermazione della Madre, espressa quando nella sua vita già aveva fatto esperienza di cose molto belle e straordinarie: estasi, esperienze mistiche della Passione di Gesù, bilocazioni, ecc.; "fra tutte… la più grande è vivere uniti a Maria…".

Estratto da:

http://www.mariamediatrice.diocesipa.it/Mediatrice Dottrina Chiesa.htm

In aggiunta alcuni pensieri in riferimento a Collevalenza e a Madre Speranza.

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ultimo aggiornamento 12 giugno, 2019