studi Vangelo e santità laicale

Sac. Angelo Spilla, fam

 

Vangelo e santità laicale

3

 

 

 

 

 

 

ALCIDE
DE GASPERI,
valente
politico e
uomo di fede

 

 

 

"La Chiesa stima degna di lode e di considerazione l’opera di coloro che per servire gli uomini si dedicano al bene della cosa pubblica e assumono il peso delle relative responsabilità" (GS,75). "I cattolici esperti in politica e, come è naturale, saldamente ancorati alla fede e alla dottrina cristiana, non ricusino le cariche pubbliche, potendo per mezzo di esse, degnamente esercitare, provvedere al bene comune e al tempo stesso aprire la via al vangelo" (AA,14).

Sono due citazioni del Concilio Vaticano II che ci permettono di conoscere la figura di Alcide De Gasperi (1881 -1954), laico cristiano impegnato nell’ambito politico, che con la sua fede di cristiano ha saputo portare avanti questa missione richiamata sopra nei documenti conciliari, colui che di se stesso ebbe a dire: "Preferirei vedessero in me un uomo di fede che un valente politico".

Chi è stato Alcide De Gasperi? La più alta figura di statista che l’Italia abbia conosciuto, ricordato come primo presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica e fondatore dell’Unione Europea. Nato il 3 aprile 1881 a Pieve Tesino (TN), quando il Trentino apparteneva ancora all’Impero austro – ungarico anche se erano territori di lingua italiana, Alcide De Gasperi è stato un protagonista della rinascita democratica dell’Italia e dell’unificazione europea.

Bene lo ha definito san Giovanni Paolo II ai partecipanti alle celebrazioni per il centenario della nascita di Alcide De Gasperi: "Un cattolico di grande statura spirituale e di insigne prestigio politico che ha lasciato una nobile testimonianza nella storia d’Italia e d’Europa dell’ultimo dopoguerra, in virtù di un’illuminata coscienza cristiana" (2 – 04- 1981).

Riguardo alla sua fede, lo stesso pontefice sottolineandone la fisionomia spirituale dell’uomo e dello statista, ha aggiunto: "In lui la fede fu centro ispiratore, forza coesiva, criterio di valori, ragione di scelta".

De Gasperi muove i suoi primi passi della sua carriera nella vita politica austriaca, assume la direzione del quotidiano della diocesi di Trento "La voce cattolica", poi denominata "Il Trentino" per dare una più libera azione politica e sociale. Eletto al Parlamento di Vienna, al passaggio del Trentino all’Italia, egli prosegue il suo impegno nel Partito popolare italiano. Nel 1921 diviene deputato al Parlamento italiano e due anni dopo segretario del partito, succedendo a don Luigi Sturzo. L’avvento del fascismo segna, però, l’interruzione brusca della sua militanza attiva. Infatti nel 1926 viene sciolto il Partito popolare e De Gasperi viene arrestato insieme con la moglie e condannato a quattro anni di reclusione per la sua attività politica. Dal carcere Regina Coeli a Roma scrive: "Fatemi avere qualche libro! La Bibbia e l’Imitazione di Cristo". Sconta solamente sedici mesi e nel 1929 viene assunto alla Biblioteca Vaticana per 14 anni. Furono anni di sofferenza per lui. Quando decade il fascismo e alla fine della guerra, De Gasperi fonda la Democrazia Cristiana e nel 1944 ne viene eletto come segretario politico; dal 1945 al 1953 diviene presidente del Consiglio, contribuendo all’uscita dell’Italia dall’isolamento internazionale. Sempre ha inteso l’autorità come un servizio per il bene comune.

Vive momenti assai critici quando il cattolico ed antifascista De Gasperi nel 1953 ha detto di no al Vaticano e a don Sturzo, opponendosi all’apertura a destra per le amministrative romane. Ciò per motivi morali, per il suo passato antifascista e perché sosteneva una visione laica dello Stato; sapendo anche accettare l’umiliazione di non essere ricevuto da Papa Pio XII in occasione del trentesimo anniversario del suo matrimonio.

Fu sempre autonomo e responsabile nelle sue decisioni, senza servirsi della Chiesa per fini politici e senza mai scendere a compromessi con la sua retta coscienza di laico cristiano. Sentiva di avere una missione e di svolgere un servizio al prossimo secondo un disegno di Dio, con la responsabilità autonoma del cattolico impegnato in politica.

Lo aiutarono nella sua crescita e formazione spirituale, mons. Celestino Entrici, divenuto poi vescovo di Trento, e mons. Giovanni Battista Montini, poi diventato Paolo VI. Ma gli fu di grande sostegno soprattutto la sua famiglia. Infatti nel 1922, all’età 41 anni sposa Francesca Romani 14 anni più piccola di lui, da cui ebbe 4 figlie; restò commosso quando la figlia Lucia entrò in convento all’Assunzione.

È stato un politico che non si è approfittato per accumulare beni materiali; a Roma viveva in una modesta abitazione presa in affitto; verso la fine della sua vita fu il partito a donargli un immobile vicino al lago di Albano. Muore nel 1954. Di lui anni prima, nel 1947, aveva scritto don Luigi Sturzo: "Persona diritta, integra, senza posa, condotta rettilinea, bontà, austera complessità umana; egli, in momenti di smarrimento e di ansia, a rappresentato la nuova Italia con le sue speranze".

Il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della CEI, al convegno "A 70 anni dalle elezioni del 1948" ha detto su De Gasperi: "Una figura che, infatti, si caratterizza per essere, ancora oggi un modello esemplare di impegno sociale sia per il credente impegnato in politica, che per ogni persona di buona volontà che abbia veramente a cuore il bene comune del Paese. A mio avviso, De Gasperi è stato indubbiamente un vero italiano, un autentico cristiano e uno straordinario statista, tra i più importanti – se non il più importante – dell’Italia unita" (18 – 04- 2018).

Alcide De Gasperi ci lascia una testimonianza straordinaria di vita cristiana vissuta nella storia con fede tenace ed autentica. La Chiesa lo venera come servo di Dio, avendo avviata la causa di beatificazione, aperta con la fase diocesana a Trento nel 1993.

Articolo precedente

Articolo successivo

[Home page | Sommario Rivista]


realizzazione webmaster@collevalenza.it
ultimo aggiornamento 17 dicembre, 2019