ROBERTO LANZA

 

“A mio avviso è sempre vissuta immersa nella fede in Dio; in tutto vede va la mano di Dio, per questo non si è mai ribellata di fronte alle ingiustizie, calunnie, critiche, contrarietà, ma diceva: Tutto passa per le mani del nostro Buon Padre che lo permette per il nostro migliore bene” 1 (P. Mario Tosi Fam)

 

Viviamo in un tempo veramente difficile, mai come in questo momento la nostra umanità è messa a dura prova, avvertiamo la stanchezza di una vita che non ci appartiene, la difficoltà di avere relazioni virtuali, lo sfiancamento del nostro modo di comunicare. Quante volte, in questo tempo, il nostro pessimismo ha preso il posto della fede, nessuno di noi sa e nessuno conosce quello che ci riserverà la vita e cosa ci porterà.

 

Quante volte, restiamo incerti sulla nostra vita!

Ma un cristiano, o se volete qualsiasi uomo non può abbassare la testa, altrimenti può perdere di vista l’orizzonte della propria esistenza, ossia può lasciarsi sfuggire la capacità di guardare lontano, può essere privato della possibilità di vedere il grande e stupendo arazzo che Dio sta costruendo, piano piano, con i fili intrecciati delle nostre esperienze. Quanti "luoghi comuni" sentiamo oggi dalla nostra gente: "Sono un cristiano, ma da qualche tempo ho perso la fede in Dio? Definiamo Dio nostro Padre, come può un Padre buono a cui tutto è possibile permettere che suoi figli possano soffrire in questo modo?

 

Quale dunque la risposta?

Sembra di rivivere l’esperienza degli Apostoli quando, Gesù, dopo aver sfamato le folle ordina ai discepoli di salire sulla barca e di precederlo sull’altra riva. Gli apostoli restano soli, ora tocca a loro prendere in mano i destini della barca, devono guidarla, correggerne la rotta, manovrare fiduciosi anche in mezzo a difficoltà grandi: "Care figlie, meditiamo oggi il miracolo di Gesù che cammina sulle acque. Gesù comandò agli Apostoli di salire sulla barca e di passare all’altra riva del lago verso Betsaida. Gli Apostoli obbedirono senza replicare, anche se avrebbero potuto aspettare a terra dove stavano al sicuro." 2

 Ecco che però per essi sopraggiungono le difficoltà: si alza il vento contrario, la barca non riesce ad avanzare, troppo vento forte, una situazione davvero tormentata e "complicata", e il fatto che gli Apostoli siano in difficoltà non sfugge nemmeno alla Madre Speranza: "Essi lottarono con tutti i mezzi contro la tempesta che si era sollevata, mostrandoci così che alle difficoltà dobbiamo resistere fino a quando Gesù viene in nostro aiuto. A volte mentre preghiamo, anche a noi succede lo stesso, cioè a motivo della superbia e della vanità scambiamo per presenza di Gesù ciò che è un fantasma o per fantasma la sua vera presenza". Riconoscere Gesù come Signore della nostra vita quando tutto ci va bene e per il meglio, può essere gratificante, ma non ci permette di "entrare" profondamente in comunione con Lui, per quello che veramente è.

Forse, per assurdo, proprio quando le cose ci vanno bene, Egli non è altro per noi se non un fantasma, solo nei venti e con le forze a noi contrarie sappiamo riconoscere la sua voce, sappiamo constatare il valore e l’efficacia della sua presenza. I discepoli, e non solo loro, stanno facendo una difficile traversata nel cuore della notte.

 

Come è uguale tutto questo alla faticosa traversata della nostra vita oggi nel tempo del Covid!

Spesso non siamo capaci di affrontare da soli tutti i pericoli che troviamo sulla nostra strada, il vento comincia a soffiare minaccioso. Non mancano mai a nessuno i momenti della prova, anche a noi, nella vita, accade di restare in mezzo al lago in tempesta. Sì, ci siamo affidati, ci abbiamo messo tanta buona volontà, abbiamo accolto la buona notizia. Ma non basta!

Non è sufficiente per rendere semplice la nostra vita, perché accade, semplicemente, di faticare, di tribolare, di non farcela, di remare controcorrente. Quel vento contrario ha portato un sorgere di difficoltà e questo mette a nudo l’insufficienza della fede degli Apostoli ma soprattutto quella di Pietro: la sua fede era stata capace di arrivare solo fino a un certo punto, ma poi si rivela incapace di andare oltre. L’aggravarsi delle circostanze, causato dal vento, avrebbe dovuto aiutarlo a fare un passo avanti nella fede, ma questo non avviene, anzi gli fa fare un passo indietro, gli fa perdere anche quel poco di fede che finora aveva dimostrato. La fede di Pietro è poca perché è debole, non riesce a fronteggiare le nuove difficoltà, le nuove sfide; è poca perché è oscillante, è fragile perché è superficiale, senza radici profonde, senza diventare uno stile abituale, un criterio di giudizio costante.

 

Come è oggi la nostra fede? Non è forse uguale a quella di Pietro?

Nel suo commento anche la Madre sottolinea la debolezza della fede di Pietro: "Sollevatosi il vento, Pietro cominciò ad affondare e a perdere fiducia; questo ci dimostra che quando ci vediamo in balìa della tempesta dimentichiamo l’amore e il potere di Dio e, rivolgendoci alle sole nostre forze, cominciamo a diffidare di Lui". L’errore di Pietro, e anche molte volte il nostro, non è stato quello di sprofondare, ma di pensare che questo non sarebbe mai accaduto. Il suo sbaglio è stato il non aver dubitato di se stesso e l’aver dubitato, invece, della forza della Parola di Gesù. Spesso il Signore, quando lo invochiamo, non fa immediatamente quello che domandiamo, ma ci chiede di fare subito quello che Lui ci dice, ci chiede di obbedire alla sua Parola. A noi il Signore richiede, ogni giorno e soprattutto oggi nel tempo del Covid, un grande atto di fede: "Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?" 3

 

Abbiamo noi questa fede? Siamo disposti a giocarci tutto? Continuo a credere anche quando si tratta di camminare al buio?

Domande che richiedono risposte, e la Madre sembra averle quando ribadisce ancora più profondamente: "Pietro, è rimproverato da Gesù che gli disse: "Uomo di poca fede, perché hai dubitato? Ci mostra che non il vento, ma la poca fede fu la causa del suo affondare. Ricordiamo, figlie mie, che se Gesù è sempre presente nella barca del nostro cuore, in noi regnerà la bonaccia".

Quanti insegnamenti carismatici possiamo trarre da queste pagine e il primo aspetto che mi sembra di cogliere è proprio quello della perseveranza della fede nelle prove. Così infatti, scrive la Madre nel suo diario: "Fà che la mia anima gioisca sempre nelle prove che permetti e la tua bellezza, la tua bontà e il tuo amore accendano in me il fuoco ardente della tua carità e mai indietreggi davanti agli sforzi necessari per conseguire la santità che mi chiedi.4" Attraverso la fede in Cristo, chi crede, chi vive la fiducia, viene strappato a se stesso, la sua dimora e il suo centro sono d’ora in poi in Cristo. Avere fede, significa imparare a leggere gli avvenimenti della propria vita come espressione del passaggio di Dio, della sua presenza, anche in quelli magari dove camminiamo al buio. Si cede il passo a Dio, si fa della propria vita, questo passaggio: "Dammi, Gesù mio, una fede viva per sopportare con gioia quanto tu permetti […]"5

A livello carismatico significa saper leggere i segni che Dio compie, e solo la persona che si abbandona totalmente sa vivere con Dio un incontro vivo, personale: "Considerate una grande gioia, fratelli miei, quando vi trovate di fronte a prove di vario genere, sapendo che la prova della vostra fede produce costanza. E la costanza compia in voi un’opera perfetta, affinché siate perfetti e completi, in nulla mancanti."6 Il nostro carisma è proprio caratterizzato da questo legame fortissimo, un’obbedienza a Dio tanto forte da affrontare qualsiasi prova o difficoltà, e si capisce anche perché poi ogni obbedienza a Dio porta con sè un "prezzo da pagare", perché ti chiede di mettere in discussione la tua vita. Ma tutto questo non è finalizzato soltanto ad uno sterile ascolto spirituale, ma porta con sé un grande "frutto", la presenza stessa di Dio: "Li ricompensò per la loro obbedienza e, poiché erano tribolati per avergli obbedito imbarcandosi, Gesù volle dimostrare che obbedendo si deve aver fiducia nel suo aiuto".7

L’obbedienza, Dio la vuole per farci crescere nella santità: "Cristo imparò l’obbedienza dalle cose che patì."8 Dio non "permetterebbe" mai un male se non fosse sufficientemente potente per trarre da quel male un bene maggiore, perché nella sua pedagogia non tutto ha una spiegazione, ma tutto ha un proposito. La sua volontà, anche se spesso è indecifrabile, è meravigliosa per la nostra vita, e ogni cosa che ci accade, pur se ci costa comprenderla, ha un senso all’interno del suo progetto.

 

Cosa significa fidarsi di Dio?

Vuol dire soprattutto accettare che si realizzi la sua volontà, nella certezza che la sua salvezza può giungere a noi, a volte in modo diverso dalle nostre aspettative. Dio vuole il meglio per te, è una verità della quale non puoi dubitare neanche per un secondo!

Caro fratello mio, Dio non ti deve spiegare sempre tutto, magari si capisce solo alla fine! Ti ricordi il Credo? Credo in Dio Padre onnipotente… e se Dio è onnipotente, può stare in cielo, ma può essere anche presente nella tua vita!

È come essere in salita, nel momento più duro…è lì che devi capire che se scendi dalla bicicletta non arriverai mai al traguardo…questo è il momento di non mollare e di restare nel "cielo"…significa continuare a camminare sulla terra anche quando manca la forza!

Nella vita ci sono ore "decisive" in cui ciò che non si fa in quel momento non lo si farà più. Il vento soffia, e quand’esso sarà caduto, la nave non potrà più uscire dal porto. Forse anche noi abbiamo fatto, qualche volta, l’esperienza di perderci, magari su un sentiero di montagna, oppure di notte dove abbiamo perso ogni orientamento, e forse ci è capitato, mentre incominciavamo a essere un po’ impauriti, di scorgere una luce, la luce di una finestra, un faro di automobile in lontananza. Forse un niente, ma sufficiente a farci dire: "ecco la strada da prendere, ecco dove devo andare."

 

Dio è sempre all’opera anche oggi nel tempo del Covid…ma non sarà che non ti fidi più del Signore?

Sappi che la fede non è mai un vestito o un paio di scarpe, che devono starci bene e non deve mai essere a pennello dei nostri gusti o esigenze particolari. E sappi in ultimo che l’Amore Misericordioso sta aspettando pazientemente che tu, dal profondo del tuo cuore, sappia pronunciare quell’unica parola piena di fede che ti può illuminare l’esistenza: "Abbà." Solo allora saprai semplicemente che Dio esiste, che quella parola unica ha avuto il potere, di svelarti che Dio è Padre misericordioso. Forse tutto resterà come prima, covid, problemi, interrogativi, incomprensioni, delusioni, macigni che non si spostano...ma se ne sarà andata la paura.

Fratello mio, avere fede significa vedere con il cuore la luce di Dio, magari quando con gli occhi vedi il buio… ti auguro che nella tua vita tu possa ascoltare ed incarnare quelle parole di Gesù che ti apriranno davvero nuovi orizzonti di speranza e di vita eterna: "L’Amore Misericordioso è con te… Beato te che hai creduto!"

Noi di solito siamo inclini a porre a Dio delle domande con la (non tanto) segreta pretesa che Egli risponda puntualmente e in modo chiaro. Oggi è lui che, attraverso questo tempo, ci interroga in modo esigente e anzi drammatico. Sono domande, quelle di Dio, che ci raggiungono in modo diretto e radicale attraverso la percezione del pericolo incombente e la paura che sottilmente si insinua e ci agita….Figlio…ma non sarà che non ti fidi più del Signore…?


1 Summ., teste 22, p. 303, 77-97.

2 L’Ordine delle nostre relazioni con Dio, EL PAN n°8

3 Lc. 18, 8

4 Diario (1927-1962) El Pan 18

5 Diario (1927-1962) El Pan 18

6 Gc. 1, 2-4

7 L’Ordine delle nostre relazioni con Dio, EL PAN n°8

8 Eb. 5,8

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ultimo aggiornamento 31 marzo, 2021