pastorale familiare

Marina Berardi

 

Domenica, 24 ottobre si è celebrata in tutto il mondo la 95° Giornata Missionaria Mondiale, che la Diocesi di Roma ha preparato con una Veglia, presieduta dal Car. Angelo De Donatis, svoltasi nella madre di tutte le Chiese, la suggestiva Basilica di San Giovanni in Laterano.

Tra i partecipanti, Suor Sherila, un’Ancella dell’Amore Misericordioso di origini indiane, che ha ricevuto il mandato missionario per recarsi nelle Filippine, non appena l’attuale situazione lo permetterà. Insieme a lei, Suor Erika, rientrata da qualche mese da quella stessa terra.

Tra coloro che hanno ricevuto il segno del Crocifisso e del Vangelo, c’erano anche dieci giovani di parrocchie romane e due coppie, delle quali una partirà per il Congo, mentre Agnese e Giampiero raggiungeranno la Birmania, insieme ai loro cinque figli.

L’intera liturgia ha aiutato a rendere tangibile la bellezza della pluralità delle vocazioni e delle culture, come il suono della musica africana che, al tocco del tamburo, ha accompagnato l’intronizzazione della Parola, al centro di tutta la Veglia.

Toccanti le testimonianze, che hanno svelato la missionarietà "della porta accanto". Così Maria Rita, una mamma rimasta vedova da poco, ha accolto la proposta del figlio di ospitare nella loro casa una mamma nigeriana con la sua bambina di 4 anni.

Non c’è condizione in cui non si possa amare. Ci è solo chiesto di aprire il cuore all’ascolto della Parola, dello Spirito, della vita, o magari, come è accaduto ai miei, di chi bussa per un’elemosina o chiama al telefono per una richiesta inaspettata. Mio fratello ed io eravamo undicenni quando per la prima volta i nostri genitori aprirono le porte di casa all’accoglienza. Diversi i volti e le storie che, ringraziando il Signore, hanno scomodato la nostra tranquillità, fino ad arrivare a cedere con gioia ed entusiasmo la nostra stanza, pronti ad aprire anche il salvadanaio.

Il Signore chiama ognuno di noi, ogni famiglia a collaborare con Lui, in quel luogo sacro, in quella piccola chiesa domestica fatta di pareti accoglienti ma soprattutto di un cuore capace di dilatarsi per fare spazio a chi è nel bisogno, al fratello, alla sorella, al diverso.

Il Card. Di Donato ha ricordato l’importanza di "trasmettere la tenerezza del Padre, specialmente ai più poveri": è questo a renderci "testimoni e profeti". È anche il cuore del carisma affidato a Madre Speranza, con il preciso mandato di diffonderlo nel mondo intero.

Ripenso a Santa Teresa di Gesù Bambino, proclamata Patrona delle Missioni pur vivendo fra le mura di un chiostro, la cui statua Madre Speranza ha voluto in una cappella della Basilica.

Ascoltando la toccante testimonianza di Suor Erika, inviata dall’obbedienza nelle Filippine proprio nel 50° di matrimonio dei suoi genitori, ho pensato che anche loro, nella loro casa di Collevalenza, hanno espresso appieno la missionarietà e partecipato a quella della loro figlia, rispettando la sua libertà e il disegno del Signore su di lei.

Ho scelto qualche passaggio della testimonianza di Suor Erika e lascio che sia lei a condividere i suoi sentimenti e qualcosa della sua storia.

"Nell’andare se ne va piangendo..., ci fa pregare un salmo. Così è stato per me, che sono figlia unica, per i miei genitori, che ancora una volta hanno rispettato la mia libertà e il disegno del Signore che mi chiedeva di attraversare "acque nuove", di lasciare la mia terra ed annunciare il Vangelo più con l’esempio della vita che con le parole.
Eh già, le parole… una parola parlare una lingua nuova come il tagalog o intuire la portata di una cultura complessa e frammentata come quella filippina! I nostri Maestri sono stati i bambini poveri e loro famiglie che ci hanno ascoltato e insegnato con pazienza e la sapienza dei semplici...
Ho imparato a fidarmi ancora di più della Provvidenza del Padre, che si serve del poco che hanno per far spazio a Lui, che poi lo moltiplica...  Soprattutto in qualità, in "qualità dell’amore". Questa qualità è la Misericordia!

Ho visto e non posso tacere che le persone, pur vivendo in abitazioni fatiscenti, accolgono i più poveri di loro. Ho visto donne sole, con figli a carico, senza tetto fidarsi solo del buon Dio (amano ripetere "Bahala ang Diyos sa akin". Il Signore si prende cura di me).

Ho ascoltato le storie di malati inoperabili, nel senso che rinunciano ad operarsi – perché curarsi costa davvero un occhio della testa e pochissimi se lo possono permettere – capaci di confidare nell’Unico che può dare la vista, l’udito, curare la leucemia, il cancro, la tubercolosi... Perché Dio è l’Unico che può darci la vita eterna, una vita nel quale il popolo filippino, giovane nella fede – quest’anno ricorda 500 anni della sua evangelizzazione – crede più di noi!

Noi suore, insieme ai confratelli che ci hanno preceduto nel 2013 e si occupano della formazione dei giovani al sacerdozio e alla vita consacrata, abbiamo ricevuto e ridato un granello di speranza.

In Filippine si muore ancora di tubercolosi, non solo di Covid. Quando Grace ci chiese di andare a trovare Anita, ormai alla fine, madre di tanti figli, tra i quali anche la più piccola che in quei giorni si trovava all’ospedale, accettai con paura. Insieme alle mie consorelle, mi feci coraggio e siamo entrate nella sua "casa". Anita era nel suo giaciglio, ormai ridotta a pelle e ossa. Gli occhi spenti. Abbiamo incontrato Anita pochi giorni prima di morire, e l’abbiamo vista iniziare a pregare con fede la Novena all’Amore Misericordioso e bere l’acqua di questo Santuario come la sua unica e ultima speranza. I suoi occhi sono tornati a splendere di una luce "altra". La luce di Cristo.
"Oggi, - ci ricorda Papa Francesco - Gesù ha bisogno di cuori che siano capaci di vivere la vocazione come una vera storia d’amore, che li faccia andare alle periferie del mondo e diventare messaggeri e strumenti di compassione".

Così ho cercato di fare sei anni fa e sono tornata perché oggi i miei genitori anziani hanno bisogno del mio aiuto. Anch’essi sono fragili e bisognosi di tante attenzioni. Aggiunge il Papa: "Ci sono periferie che si trovano vicino a noi, nel centro di una città, o nella propria famiglia". Tutti siamo chiamati ad andare con fede in queste periferie!
Sono tornata, lasciando il paese di missione con altrettante lacrime, più ancora che alla partenza… per una missione diversa, ma importante, quella di ridare un granello di speranza ai miei genitori. Vi domando una preghiera perché io sia disponibile a fare qualsiasi cosa il Signore mi chiederà. Sono convinta che soltanto nel sentirci, ma soprattutto "saperci" amati e salvati, possiamo rispondere all’Amore che ci chiama e ci manda a vivere il suo Amore Misericordioso e così essere autenticamente felici!

Lo ringrazio di tutto, soprattutto per i 25 anni di consacrazione che ricorderò il prossimo 1° novembre. "Grandi cose ha fatto il Signore per me!". Mi ha costituito testimone della sua Misericordia. Mi ha donato la gioia di sapermi perdonata e amata. Sempre. Grazie di tutto! Salute e pace!".

È attraente la bellezza della Famiglia dell’Amore Misericordioso nelle sue diverse realtà: religiose, religiosi, sacerdoti e laici, chiamati ad essere nel mondo "testimoni e profeti" della Speranza.

Il Vangelo e la Croce sono la Speranza, perché è in loro il germe della Vita, anche quando tutto sembra fallire. Significativo il momento in cui durante la Veglia missionaria è stata consegnata la Parola e un crocifisso "realizzato con il legno recuperato dai barconi degli immigrati". "È un legno – spiega la cooperativa sociale Rò la formichina - che ha portato tanta sofferenza, tanta speranza, proprio come il legno della croce di Gesù". È assemblato dai ragazzi con problemi di handicap, di devianza, con procedimenti penali, che scelgono di fare un’esperienza diversa dal loro cammino per il reinserimento nella società.

Nel mosaico delle storie narrate splende la grandezza dell’uomo creato a immagine di Dio e chiamato per vocazione ad essere testimone del Suo amore. La Chiesa, famiglie di famiglie, è chiamata ad essere profezia che cambia la storia, a partire dalla vita di ciascuna di esse.

 

Articolo precedente

Articolo successivo

[Home page | Sommario Rivista]


realizzazione webmaster@collevalenza.it
ultimo aggiornamento 05 novembre, 2021