studi Vangelo e santità laicale

Sac. Angelo Spilla, fam

 

Vangelo e santità laicale

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Giuseppe Moscati
il santo medico

Tra le figure di santità annoveriamo un medico, San Giuseppe Moscati. Di lui, nel giorno della canonizzazione, san Giovanni Paolo II dalla piazza San Pietro, il 25 ottobre 1987, ha detto nell'omelia: "Per indole e vocazione il Moscati fu innanzitutto e soprattutto il medico che cura: il rispondere alle necessità degli uomini e alle loro sofferenze, fu per lui un bisogno imperioso e imprescindibile.

Il dolore di chi è malato giungeva a lui come il grido di un fratello a cui un altro fratello, il medico, doveva accorrere con l'ardore dell'amore. Il movente della sua attività come medico non fu dunque il solo dovere professionale, ma la consapevolezza di essere stato posto da Dio nel mondo per operare secondo i suoi piani, per apportare quindi, con amore, il sollievo che la scienza medica offre nel lenire il dolore e ridare la salute".

Giuseppe Moscati (25 luglio 1880 - 12 aprile 1927) nasce a Benevento. Suo padre, Francesco, si era laureato in giurisprudenza e nel corso della sua carriera fu giudice al tribunale di Cassino, presidente del tribunale di Benevento e consigliere di Corte d'appello, prima ad Ancona e poi a Napoli. A Cassino Francesco si sposa con Rosa De Luca ed hanno nove figli, di cui Giuseppe fu il settimo.

Giuseppe nacque propriamente a Benevento dopo che la famiglia da Cassino nel 1877 si era trasferita in questa nuova località, per la nomina del padre a presidente del tribunale Beneventano.

A sei giorni riceve il battesimo prendendo questi nomi: Giuseppe Maria Carlo Alfonso, anche se verrà chiamato familiarmente "Peppino".

La famiglia si sposta nuovamente a motivo del lavoro del magistrato Francesco: dal 1881 al 1884 ad Ancona perché consigliere di Corte d'appello e poi a Napoli con lo stesso ruolo. A Napoli si stabilì definitivamente la famiglia.

Giuseppe Moscati a Napoli ricevette la prima comunione nella chiesa delle Ancelle del Sacro Cuore, luogo frequentato dal beato Bartolo Longo, fondatore del Santuario di Pompei. Vicino vi abitava Caterina Volpicelli, poi santa, alla quale la famiglia Moscati era legata spiritualmente.

Durante gli studi liceali, Giuseppe ha dovuto assistere il fratello Alberto, infortunatosi seriamente per una caduta da cavallo durante il servizio militare. Questi era rimasto soggetto ad attacchi di epilessia con frequenti e violente convulsioni. Fu così che in Giuseppe nasce e si sviluppa la sua passione per la medicina. Nel 1897 si iscrive alla facoltà di medicina, mentre alla fine dello stesso anno venne a mancare per una emorragia cerebrale il padre Francesco.

Giuseppe si laurea a pieni voti nel 1903, con una tesi sull'ureogenesi epatica, diventando assistente ordinario presso gli Ospedali Riuniti degli Incurabili. Intanto l'anno appresso muore pure il fratello Alberto.

Continua però la missione del medico Giuseppe. Quando nell'aprile 1906 il Vesuvio ha cominciato a eruttare, Giuseppe non solo ha assistito i malati dell’ospedale di Torre del Greco, ma contribuì a salvarli facendoli sfollare. Ha poi svolto l'attività di laboratorio e di ricerca scientifica nell'istituto di fisiologia per malattie infettive, diventando anche socio aggregato alle Regia Accademia Medico-Chirurgica.

Quando nel 1911 scoppiò a Napoli il colera, Giuseppe Moscati fu chiamato dall'Ispettorato della Sanità Pubblica a relazionare per il risanamento della città.

Assieme a vari insegnamenti universitari, Giuseppe su proposta di Antonio Cardarelli iniziò l'insegnamento di Indagini di laboratorio applicate alla chimica e di chimica applicata alla medicina.

In tutto l'ambiente partenopeo viene apprezzato per le sue doti geniali e per la sua sicura metodologia innovatrice nel campo della ricerca scientifica, impregnata di fede e di carità verso Dio e verso gli uomini.

Per lui la fede era la sorgente di tutta la sua vita, vedendo così nei suoi pazienti il Cristo sofferente, da amare e servire. E non erano solamente i malati che andavano da lui, poiché era anche lui a cercarli nei quartieri più poveri della città, per curarli gratuitamente e soccorrerli con i suoi guadagni.

E così con la sua preparazione di medico, Giuseppe Moscati seppe essere sempre l'apostolo di Gesù, non venendo meno ai lunghi momenti di preghiera personale e alla sosta davanti al Santissimo Sacramento.

Giuseppe Moscati è morto il 12 aprile 1927, stroncato in piena attività, a soli 46 anni. Era il martedì della settimana santa. La mattina aveva partecipato alla messa e ricevuto la comunione; dopo si era recato come di consueto prima in ospedale per il suo lavoro e poi nel suo studio privato. Fu verso le ore 15,00 che si sentì male, morendo improvvisamente.

Una voce unanime si diffuse improvvisamente: "E' morto il medico santo". Dal cimitero di Poggioreale dove era stato seppellito inizialmente, i suoi resti mortali nel 1930 sono stati traslati presso la chiesa del Gesù Nuovo, a Napoli.

E' stato beatificato da san Paolo VI nel corso dell'Anno Santo, il 16 novembre 1975. San Giovanni Paolo II, poi, lo ha proclamato santo il 25 ottobre 1987. La sua festa liturgica si celebra il 16 novembre.

Invocato da tutti i malati, rimane come incredibile punto d’incontro fra fede e scienza. La mano della sua statua nella chiesa del Gesù Nuovo è ancora oggi accarezzata da centinaia di persone in attesa di una grazia e di un aiuto.

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ultimo aggiornamento 05 novembre, 2021