studi Vangelo e santità laicale

Sac. Angelo Spilla, fam

 

 

 

Nell’esaminare le figure di santità è pure importante sottolineare la capacità di un apostolato molto realistico, concreto e continuativo, che soprattutto dinanzi alle prove della vita non ci si tira indietro. Sono coloro che fanno della propria vita un dono, come il Signore Gesù. Significa annunciarne il mistero e acquisire quella signoria sulla realtà e sulle cose che può avere solo chi ha deciso di mettere la propria vita a disposizione di Dio.

A prova di ciò, presento un’altra figura di santità, un laico marito e padre, che ha pagato con la vita la sua coerenza cristiana.

Si tratta del beato Odoardo Focherini (6 giugno 1907 – 27 dicembre 1944). E’ nato a Carpi, provincia di Modena, anche se i suoi genitori erano originari del Trentino. Ha avuto tre fratelli, frutti dei due matrimoni del padre. La famiglia era emigrata nella Pianura Padana dopo la chiusura delle miniere di Fucine in Val di Sole. A Carpi il padre ha aperto un negozio di ferramenta, dove collaborò anche Odoardo dopo le scuole tecniche.

Odoardo fin da ragazzo ha cominciato a frequentare l’oratorio parrocchiale dove ha fatto due incontri importanti, due figure di spicco del mondo cattolico del modenese: don Armando Benatti, fondatore dell’Opera Realina, e don Zeno Saltini, fondatore dell’Opere Piccoli Apostoli, in seguito divenuta Nomadelfia. Il primo è stato un apostolo della gioventù, il secondo formatore nell’impegno socio-politico.

A 17 anni Odoardo diventa responsabile dell’oratorio e promotore del giornalino per ragazzi "L’Aspirante", che diverrà anche strumento di collegamento regionale e poi nazionale per i ragazzi di Azione Cattolica e dove ha pubblicato diversi suoi articoli.

Sempre a Carpi nel 1926 ha fondato lo scautismo, divenendo responsabile a livello diocesano.

Nella sua vita spirituale Odoardo si fa guidare da un direttore spirituale stabile che lo aiuterà a dare un senso alla vita.

Nel 1930 sposa Maria Marchesi e dal 1931 al 1943 nascono sette figli. Nel 1936 mentre lavora nella Società Cattolica di Assicurazione di Verona, diventa presidente dell’Azione Cattolica diocesana, periodo in sui si celebrano importanti avvenimenti diocesani e congressi eucaristici che segnano intensamente la vita religiosa e sociale. Nel 1939, poi, assume l’incarico di amministratore delegato del quotidiano cattolico " L’Avvenire d’Italia", con sede a Bologna.

Nel 1942 Odoardo si dedicherà in maniera particolare a favore degli ebrei. In favore dei perseguitati comincia a prendere contatti con persone di fiducia e a tessere quella tela di aiuti organizzativi che servirono per assicurare carte d’identità in bianco e poi compilate con dati falsi, portando i perseguitati al confine con la Svizzera. Questo è servito a salvare più di cento persone.

Ma nel maggio 1944 Odoardo venne arrestato mentre era riuscito a organizzare la fuga di Enrico Donati, l’ultimo ebreo che riuscì a salvare. Rimane nel carcere a Bologna fino al mese di luglio seguente, dopo di che viene trasferito prima al campo di concentramento di Fossoli (MO), poi al campo di Gries (BZ), da qui, il 7 settembre, in Germania nel campo di Flossenburg e in ultimo nel sottocampo di Hersbruck. Qui morirà il 27 dicembre 1944 a causa di una ferita non curata ad una gamba che gli ha procurato una grave setticemia.

Solo a guerra ultimata, il 6 giugno 1945, la triste notizia arriva alla moglie e quindi alla famiglia. Da quel giorno in poi le attestazioni di stima non si sono più fermate.

Della deportazione rimane una preziosa testimonianza: il corpus delle lettere che Odoardo, clandestinamente e non, ha fatto pervenire sia ai familiari che a "L’Avvenire d’Italia". Si conservano ben 166 lettere.

Prima di morire, sempre sereno anche se provato nel fisico dalla fatiche, a Teresio Olivelli, che Odoardo aveva salvato da morte certa e venerabile dal 2015, Odoardo disse le sue ultime parole:"Dichiaro di morire nella più pura fede Cattolica Apostolica Romana e nella piena sottomissione alla volontà di Dio, offrendo la mia vita in olocausto per la mia Diocesi, per l’Azione Cattolica, per L’Avvenire d’Italia e per il ritorno della pace nel mondo".

Tra i vari riconoscimenti attribuiti a Odoardo Focherini vi sono la Medaglia d’oro delle Comunità Israelitiche Italiana (Milano, 1955), il titolo di Giusto fra le genti (Gerusalemme, 1969) e la Medaglia d’oro della Repubblica Italiana al Merito Civile (Roma, 2007).

Iniziato il processo diocesano per la beatificazione nel febbraio 1996, Papa Benedetto XVI ha autorizzato la Congregazione per le Cause dei Santi a promulgare il decreto di martirio "in odium fidei". Così il beato Odardo Focherini viene riconosciuto come martire in odio alla fede.

È il primo giornalista italiano elevato agli onori degli altari. La sua memoria liturgica si celebra nella data del suo compleanno, il 6 giugno.

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ultimo aggiornamento 11 gennaio, 2022