ROBERTO LANZA

"Care figlie, si avvicinano le feste di Natale e credo che, come sempre, vi starete preparando a ricevere nei vostri cuori il divino Bambino." (Madre Speranza di Gesù).

 

Abbiamo notizia della festa del Natale a Roma per la prima volta nel 336, infatti, nel III° secolo si diffuse nel mondo greco-romano il culto del sole. La principale festa di questo culto veniva celebrata nel solstizio d’inverno, il 25 dicembre, perché rappresentava l’annuale vittoria del sole sulle tenebre: "Natalis (solis) invicti." Per allontanare i fedeli da queste celebrazioni idolatriche, la Chiesa di Roma diede a quelle feste pagane un diverso significato. Nel momento in cui si celebrava la nascita astronomica del sole, fu presentata ai cristiani la nascita del vero sole: Cristo.

Così come è vero che arriviamo a questo Natale con ancora tante domande nel cuore, con molta sofferenza e con molteplici preoccupazioni, sembra che l’incubo dovuto alla pandemia non finisca mai e che il futuro si faccia sempre più incerto, i cuori sono sempre più appesantiti e la nostra stessa vita è messa continuamente in crisi.

L’uomo porta in sé tanti desideri, progetti, sogni, ma è duro accettare la propria impotenza davanti al desiderio che non si avvera, al progetto che non va avanti, ai sogni che si infrangono. Peggio ancora quando l’impotenza è assoluta, e non solo a causa del Covid - 19, pensiamo ad una persona cara che ha un tumore inguaribile, un figlio sta morendo, un’amicizia o un amore che sembrava eterno si sta spezzando, e noi non possiamo farci niente! Una grande insoddisfazione di quello che siamo, di quello che riusciamo a fare, ci domina costantemente.

 

E allora cosa dobbiamo fare in questo "nuovo" Natale?

Credo che la risposta sia semplice da dare: diamo a Dio un’altra occasione perché Egli regni in noi, ossia che cambi la nostra vita! O non vogliamo che Egli la cambi e ce ne restiamo chiusi, asserragliati in noi stessi, nella nostra indolenza, nelle nostre abitudini che non portano a niente? Crediamo veramente nella forza che lo Spirito di Dio ha di rinnovarci, di santificarci? O la santità evangelica ci fa paura, e preferiamo restare a mezza strada, eternamente indecisi?

Vorremmo tanto un Natale che sorprenda davvero, a prescindere dal Covid, dalle strade e vetrine illuminate, dalle scritte e decorazioni luminose, un Natale capace di regalare Colui che è il vero DONO: ecco ciò che ci aspettiamo. C’è un incontro importante che non possiamo mancare, un appuntamento non formale e nemmeno una "toccata e fuga." Quel bambino piccolo ed indifeso viene per salvarci, viene per rispondere a tutte le nostre attese. Viviamo tempi difficili, la risposta di Dio al dramma dell’umanità in cerca della vera pace è il Natale, la venuta di Gesù. "Egli stesso sarà la nostra pace!" annuncia il profeta Michea, "Pace sulla terra agli uomini che Egli ama!" afferma l’evangelista Luca. Alla nostra esistenza, Dio risponde con il Natale di Gesù, una BUONA NOTIZIA giunge come risposta a questa storia, segnata dalla crisi e dalla depressione, è l’annuncio gioioso che sorprende i pastori di Betlemme, stanchi e addormentati, come molti di noi: "Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia..."

La gioia che il Signore Gesù porta in dono è il frutto del superamento della paura, davvero possiamo dire che il Natale è la risposta di Dio a tutte le nostre attese: "Oggi è nato per voi un Salvatore! Ci è stato donato un figlio!"

 

Ma, perché occorre un Bambino per cambiare il cuore degli uomini?

Spesso si sente dire che la gioia più grande della vita è la nascita di un bambino, è qualcosa di straordinario, che cambia tutto, rimette in moto energie impensate e fa superare fatiche, e veglie insonni, perché porta una grande felicità, di fronte alla quale niente sembra che pesi. Ci si potrebbe ancora chiedere: il Vangelo non è troppo debole per un mondo così forte? Non è troppo semplice per un mondo sempre più complesso? Ma noi sappiamo che il regno di Dio, è spesso paragonato ad un piccolo seme o come un lievito. Certo, è importante che il seme penetri nel terreno e che il lievito sia mescolato nella pasta. Ma ambedue, se conservano la loro forza e la loro energia, se non sono cioè affievoliti dalla nostra pigrizia e dal nostro egocentrismo, daranno frutto: il seme produrrà un albero grande e il lievito fermenterà la pasta del mondo.

 

Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti!

E quindi nella notte di Natale verrà, invece, un bambino, fragile e piccolo, è lo scandalo dell’Incarnazione che non viene ancora accettato: un Dio che si fa bambino è impossibile crederlo. Ma quel bambino piccolo ed indifeso ci viene a dirci una cosa importante, un annuncio sconvolgente per la nostra vita. Il Dio che Gesù ci ha rivelato è un Dio che non chiede nulla agli uomini, ma dà e dona tutto: "Il Verbo eterno s’incarnò per il bene dell’uomo perché raggiungesse il suo fine, cioè quello di conoscere Dio, amarlo, servirlo e adorarlo, essendo stato creato a sua immagine e somiglianza."1

Dio è innamorato della nostra umanità e ci viene incontro, e di questa umanità ancora oggi Egli si innamora, intende sposarla e per questo noi celebriamo la Sua venuta. Come oggi, così anche all’epoca del governatore Quirinio di "orrori e di crimini" ne esistevano in abbondanza e il Signore li conosceva bene, come vede benissimo quelli odierni, perché scruta il cuore dell’uomo. Tuttavia, Dio ama questo nostro cuore e sceglie di amare l’umanità che soffre e geme, come nelle doglie del parto. Quel bambino non è solamente un bambino, Egli è il consigliere ammirabile, colui che ci indica la via della Vita, è il Dio potente, colui per il quale nulla è impossibile, Egli è Padre per sempre, perché viene a donarci l’Amore per custodire la nostra fragilità, Egli è il Principe della pace, attraverso di Lui il cuori possono riconciliarsi, Egli è artefice del diritto, colui dal quale possiamo comprendere che non esistono diritti che escludano qualcuno.

 

Dio in Cristo ha FINALMENTE parlato alla storia dell’uomo!

Dobbiamo, allora, vedere questa notizia straordinaria collocata nella nostra quotidianità: è oggi che il Signore viene dinanzi alle nostre sofferenze e fragilità. Nell’epoca dell’instabilità e della precarietà, il Signore viene a portare la Luce vera, quella che illumina ogni uomo: "Si avvicina l’anniversario della nascita del buon Gesù e spero che vi prepariate a riceverlo, nella notte felice, con il cuore infiammato dal fuoco dell’amore; gli rendiate omaggio con l’oro dell’obbedienza, l’incenso della preghiera e la mirra della mortificazione, insieme ad una grande carità."2

Il Signore torna ad essere protagonista assoluto della storia umana, viene in un’umanità assetata di senso e di verità che attende le buone notizie. il Verbo della Vita, il Signore della storia, viene nella mia carne, entra nella mia storia, trasforma la mia condizione, accende la mia oscurità. Non dobbiamo avere paura di dire che questa è la CONSOLAZIONE di Dio per il Suo popolo, quella che ci è stata donata perché solo coloro che lo hanno incontrato e conosciuto ricevono grazia su grazia, come ci dirà il vangelo di Giovanni. Nell’antifona che la Chiesa recita il giorno della Festa di Maria Madre di Dio al Benedictus delle lodi si legge: "Meraviglioso scambio (in latino commercium)! Oggi tutto si rinnova, Dio si è fatto uomo; immutato nella sua divinità, ha assunto la nostra umanità." Ecco il Natale, Dio incarnandosi ha voluto "regalare" all’umanità la sua essenza divina, l’uomo è diventato figlio di Dio, immerso nella stessa natura di quel Padre che lo aveva creato e posto al centro dell’universo.

 

È la notizia di cui io, tu, noi tutti abbiamo bisogno!

È questo l’Amore Misericordioso di Dio, un Padre che ci viene incontro, ci dona finalmente la Speranza, ci chiede di vedere quell’orizzonte di vita NUOVO, necessario per accogliere una vita bella e dignitosa, quella che tutti meritiamo. Così giunge a noi la salvezza, apportata, dice Paolo, dalla venuta del Signore Gesù: Egli ha dato se stesso per noi, ha dato la sua vita, ci ha liberati e riscattati…se non è amore questo…. Dio ci ha creati per amarci, non per essere da noi amato, non ci ha creati per aumentare la propria gloria, ma solo per riversare su di noi la sua vita divina. Anche la Madre Speranza era sulla stessa linea: "Siamo chiamate alla dignità di figlie di Dio, a vivere la sua stessa vita. Dio, figlie mie, ha voluto la nostra unione con Lui. In questa unione si realizzano la sua gloria e la nostra felicità"3.

"Ci è stato dato un figlio", il Padre non ci ha dato "qualcosa", ma il suo stesso Figlio unigenito, che è tutta la sua gioia, nella povera mangiatoia di una buia stalla c’è proprio il Figlio di Dio: "Figlie mie, l’incarnazione è opera della infinita carità di Dio. In essa il Padre ci dà il Figlio, cioè quanto di meglio possiede, e il Figlio dà se stesso, il massimo che può dare. Si dona alla creatura, così indegna e vile, e non per proprio vantaggio, ma della creatura stessa per liberarla dalla schiavitù del peccato"4. Ora è il momento di dirlo al mondo, di fare come fecero i pastori che tornarono a casa lodando e glorificando! Un cuore semplice ed umile ha compreso e ora quel cuore "nuovo" può gridare al mondo: è nato un bambino, il Salvatore, si chiama Gesù di Nazaret e noi l’abbiamo incontrato!

 

Come concludere?

Ora mi rivolgo a te, che hai letto queste poche righe, e che forse sei convinto di essere un buon cristiano, ma passi da un dubbio all’altro e non vedi alcun cambiamento nella tua vita.

Forse è venuto il momento di fare una verifica della tua vita, forse è arrivato il tempo in cui devono risuonare queste domande: "Sei disposto a lasciare che Cristo trasformi la tua vita? Sei disposto a restare ai piedi della croce di Cristo, ad abbandonare lì il tuo orgoglio e il tuo egoismo e a fare una preghiera di abbandono totale nell’amore di Dio? Sei disposto a vivere le situazioni "difficili" della tua vita in unione con il Signore, perché queste possano diventare occasione di grazia, momenti in cui si possa percepire la sua presenza e dunque il suo nome possa essere glorificato?"

Noi corriamo sempre un grosso pericolo, ossia quello di pensare che siamo noi "a darci da fare" per incontrare il Signore; ma è più precisamente il contrario, è Lui che si fa vicino all’uomo, si "incarna" nella nostra storia. Davvero Dio "le studia tutte" per incontrarsi con noi, un appuntamento che è un dono, perché è Lui che prende l’iniziativa. In realtà è Dio che cerca noi; da sempre ci ha pensato, ci ha amato, ci ha chiamati all’esistenza, ci ha donato la vita. E’ questo il messaggio dell’Amore Misericordioso: esiste un Padre che ricerca i suoi figli; un Dio che viene a cercare proprio noi che ci siamo perduti per sentieri non battuti dalla sua grazia, che ci siamo smarriti nelle difficoltà della vita, che con superbia e testardaggine, andiamo a cercare la felicità altrove, lontani dalla sua casa.

A voi tutti vorrei augurare che questo Natale sia davvero la "festa" nella quale ci lasciamo sorprendere da Dio!

BUON NATALE a te che forse non ti aspetti niente di nuovo… BUON NATALE a te che forse hai ancora paura di Dio e lo te­mi come un giudice severo… BUON NATALE da questo piccolo bambino che non giudica e non condanna… BUON NATALE a tutti voi, perché ci basta il sorriso di un bambino per ritrovare il nostro posto nel cuore di Dio.

…Auguri… È nato un bambino… ci è stato dato un FIGLIO!...


1 Le Ancelle dell’Amore Misericordioso (1943) (El Pan 8)

2 Riflessioni (1949) (El Pan 9)

3 Le Ancelle dell’Amore Misericordioso (1943) (El Pan 8)

4 Le Ancelle dell’Amore Misericordioso (1943) (El Pan 8)

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ultimo aggiornamento 11 gennaio, 2022