studi Vangelo e santità laicale

Sac. Angelo Spilla, fam

 

 

 

Adesso è il caso di presentare un’altra delle figure laiche, un eroe morto come diversi altri suoi compagni nei campi di concentramento nel 1945, esempio di fede cristiana, di umanità e di dedizione alla Patria.

Si tratta di Teresio Olivelli (7 gennaio 1916 -17 gennaio 1945). È nato a Bellagio, in provincia di Como, secondo di due fratelli.

Comincia a frequentare i primi due anni di scuola elementare a Carugo e quando la famiglia si trasferisce nel suo luogo di origine va a Zeme, nella Lomellina occidentale, in provincia di Pavia e diocesi di Vigevano. Terminate le scuole elementari si iscrive al ginnasio, frequentando la parrocchia di San Lorenzo, iscrivendosi pure all’Azione cattolica. Da lì Teresio passa a Vigevano per conseguire il diploma al liceo Cairoli, presentandosi agli esami di maturità con il distintivo dell’Azione Cattolica, la cui esibizione era vietata dal regime fascista.

Poi a Pavia dove si iscrive all’Università laureandosi in giurisprudenza, nel 1938.

Dopo la laurea Teresio viene destinato come assistente alla cattedra di Diritto amministrativo presso l’Università degli studi di Torino.

Ritenendo all’epoca che il fascismo potesse essere in qualche modo coerente con i valori della fede cristiana, collaborò inizialmente con le istituzioni culturali del regime, assumendo anche l’incarico di segretario dell’Istituto di Cultura fascista.

Fu in questo periodo che Teresio ha cominciato a scrivere articoli giuridici, tenendo conferenze in tutta Italia. Viene apprezzato per il suo impegno di presenza cristiana nella società e nella cultura.

Viene poi chiamato a Roma presso l’Istituto Nazionale di Cultura Fascista con l’incarico di primo segretario all’Ufficio Studi e Legislazione presso palazzo Littorio.

In questi suoi posti di lavoro, a cominciare da Torino, Teresio non si è risparmiato di dedicarsi alle opere di carità, soccorrendo i poveri e gli ammalati, come nel caso del Cottolengo.

Ben presto, però, Teresio rimase deluso del fascismo e per questo si allontanò. Fu così che all’inizio del 1941 rinunciò al rinvio del servizio militare e si arruolò come volontario, andando come sottotenente della Divisione Tridentina nella Campagna di Russia, da ufficiale degli alpini.

Qui si distinguerà ancora per l’assistenza spirituale ai moribondi durante la disastrosa ritirata.

Dopo questo suo rientro Teresio rompe definitivamente con l’ideologia fascista, e per il fatto che si era rifiutato di collaborare con i nazifascisti, il 9 settembre 1943 viene arrestato e fatto prigioniero dai Tedeschi. Rinchiuso prima a Innsbruk , in Austria, venne poi condotto in altri campi. Quando il 20 ottobre riuscì ad evadere, Teresio ritornò in Italia; a Brescia si unì alla resistenza cattolica, fondando pure il giornale clandestino "Il Ribelle". Scrisse pure la preghiera "Signore facci liberi", conosciuta come la preghiera del ribelle per amore.

Seguirono però tempi assai duri per Teresio. Il 27 aprile 1944, infatti, venne arrestato a Milano perché esponente di spicco delle associazioni cattoliche milanesi, ritenute ostili ai nazifascisti e collaboratrici dei partigiani. Al San Vittore subisce torture, da lì venne portato nel campo di Fossoli. Viene inserito in una lista di 70 prigionieri da fucilare ma riesce ad evadere nascondendosi nel campo. Nuovamente catturato viene trasferito nel campo di Gries (Bolzano) e da lì a Flossemburg in Baviera; infine a Hersbruk, dove si prende cura dei compagni, tentando di alleggerire le sofferenze, curandone le ferite e aiutandoli a vivere donando delle proprie scarse razioni alimentari.

Dai compagni veniva visto come l’assistente spirituale per il conforto che dava e per le preghiere che faceva recitare. Ha assistito sul letto di morte Odoardo Focherini, oggi beato.

Scoperto però dalle SS, lo picchiano a sangue con continue percosse. Teresio morirà alcuni giorni dopo, a soli 29anni, il 17 gennaio 1945, per le percosse ricevute da un kapò, mentre cercava di fare da scudo con il proprio corpo ad un giovane prigioniero ucraino brutalmente pestato. Il suo corpo venne bruciato nel forno crematorio di Hersbruk .

Ai riconoscimenti civili, come la medaglia al valore militare, si è sempre accompagnata una diffusa fama di santità circa la figura di Teresio.

La causa di beatificazione è stata aperta nella diocesi di Vigevano, conclusasi poi a livello diocesano nel 1989. Dopo un percorso iniziato per la via del riconoscimento delle virtù eroiche, a seguito della presentazione di ulteriori prove per accertare la sua morte in odio alla fede, il 16 giugno 2017 Papa Francesco ha dato il proprio assenso alla promulgazione del decreto con cui Teresio Olivelli poteva essere dichiarato martire.

Teresio pertanto è stato dichiarato beato a Vigevano il 3 febbraio 2018, stabilendo la festa liturgica il 16 gennaio. La Chiesa lo indica come modello da imitare, come persona che, nel sacrificio supremo in un lager tedesco, ha compiuto il senso della propria esistenza immolandosi per gli altri. Una testimonianza profetica di martirio.

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ultimo aggiornamento 08 febbraio, 2022