Il tuo Spirito Madre

a cura di P. Mario Gialletti fam

— Ripresentiamo pensieri della Madre, tratti dai suoi scritti —

La cosa più efficace per

avanzare nella santità

è l’accettazione serena e cordiale di tutte le

pene e le croci che Dio crede bene inviarci

 

Non dimentichiamo che uno dei principali ostacoli per camminare nella perfezione è l’irriflessione, il lasciarsi trascinare dall’impulso del momento, dalla passione, dall’abitudine e dal capriccio. Prima di agire dobbiamo fermarci a riflettere e vedere se ciò che stiamo per fare è gradito a Dio, se ciò che ci muove ad agire è il suo amore, il desiderio della sua gloria; e non piuttosto il desiderio della nostra gloria, l’attaccamento all’onore, alla vanità, ecc.

Teniamo ben presente che la fretta febbrile è un grande ostacolo per camminare verso la santità, poiché produce una tensione troppo forte che consuma inutilmente corpo ed anima ed espone al pericolo di deviare verso il male. È necessario che realizziamo con riflessione, calma e moderazione l’importante opera della nostra santificazione. Questa deve essere sempre fondata nell’amore a Dio, la sua carità e il sacrificio.

Dobbiamo fuggire la superbia perché ci crea serie difficoltà, perfino nella fede e nell’obbedienza ai nostri superiori. La superbia ci spinge a desiderare di non aver bisogno di nessuno; a causa della superbia molte volte quasi ci costa fatica ammettere gli insegnamenti della fede, e almeno ci permettiamo di sottometterli alla critica e all’interpretazione della nostra ragione. Abbiamo tanta fiducia nel nostro personale giudizio, che crediamo di non dover chiedere consiglio agli altri, e tanto meno ai nostri superiori. Da ciò nasce tale ostinazione nella propria opinione che non sono conformi ai nostri; pieni di superbia gridiamo e discutiamo senza alcuna carità, arrivando così a distruggere la pace e l’armonia nella casa religiosa: ecco il risultato della sapienza che proviene dalla superbia.

Viviamo sempre uniti al buon Gesù, procurando di imitare le sue virtù, specialmente l’umiltà. Preghiamolo di aiutarci a praticare in ogni momento l’umiltà del cuore e di accendere in noi l’amore a Dio, che ci porta al disprezzo di noi stessi.

Dobbiamo ricordare bene che per avanzare nella perfezione non basta essere un religioso comune, volubile, povero di umiltà e di pietà. È necessario aspirare alla santità con entusiasmo, persuasi che, se veramente lo desideriamo, possiamo con l’aiuto di Gesù arrivare a santificarci come ci sono riusciti tanti Santi che pure si impegnarono.

La cosa più efficace per avanzare nella santità è l’accettazione serena e cordiale di tutte le pene e le croci che Dio crede bene inviarci, convinti che le tribolazioni e le sofferenze sono una dimostrazione certa che Dio ci ama e desidera purificare le nostre anime.

Per progredire nella perfezione è anche necessario liberare le nostre anime dai peccati e dagli affetti disordinati; porre attenzione e cuore per raggiungere mediante la preghiera una più intima unione con Dio; sforzarci di diminuire le nostre mancanze di fragilità, procurando di esercitarci nella virtù dell’umiltà.

Coscienti dell’obbligo che, come religiosi, abbiamo di arrivare alla santità, dobbiamo utilizzare tutti i mezzi che ci portano al fine voluto da Dio. Tali mezzi sono interiori ed esteriori. Sono interiori: quelle buone disposizioni che gradualmente innalzano l’anima a Dio, come il desiderio della perfezione, che credo sia il primo passo in avanti poiché ci infonde la forza necessaria per vincere tutte le difficoltà; la conoscenza di Dio e di noi stessi; il desiderio di conformare la nostra alla volontà di Dio, e quello di pregare dato che l’orazione è il legame che unisce tutte le nostre facoltà a Dio.

Sono mezzi esteriori: la direzione spirituale che consiste nel lasciarsi guidare, come un bambino, da un sacerdote di vita spirituale al quale si deve manifestare anche il più piccolo moto dell’anima per far sì che il suo aiuto risulti efficace; la fedele osservanza delle nostre amate Costituzioni e dei nostri doveri di religiosi. Possiamo essere certi che, semplicemente mediante questo piano di vita compiuto con amore e costanza, arriveremo al grado di perfezione che il buon Gesù chiede a ciascuno di noi, avendoci favorito con la grazia della vocazione religiosa.

Chiediamo al buon Gesù che ci dia una fede robusta e attiva, una speranza ferma e un amore a Dio e al prossimo tanto forte da farci sentire piccolo e lieve ogni sacrificio.

L’anima religiosa che crede di poter arrivare alla perfezione senza impegnarsi ad acquistare lo spirito di umiltà, senza preghiera e sacrificio, vive in errore. Dopo non molto tempo di vita religiosa la si sentirà esclamare: "Sono stanco della lotta della vita; io non posso avanzare nella perfezione, è inutile che mi sforzi; non è per mancanza di proposito perché tanto più faccio, tanto peggio mi trovo, e così mi accontenterò di non offendere Dio con il peccato mortale. Vedo che non ho forze tali da poter arrivare ad essere santo". Povero religioso! Certo, senza preghiera, senza mortificazione, senza umiltà né pietà, il suo lavoro rende ben poco per sé e per il prossimo: è un povero paralitico che si muove a stento.

Certamente il religioso che si esprime così non si è sforzato né preoccupato molto di amare Dio e, mancandogli questo amore, spesso gli saranno venute meno anche la carità e l’umiltà; le sue azioni non hanno potuto pertanto essere meritorie come dovevano, né egli ha potuto lavorare con entusiasmo per la propria santificazione. Tuttavia non deve perdersi d’animo davanti alle difficoltà, ma confidare nell’amore e nella misericordia del buon Gesù. Deve ricorrere a Lui e con fiducia filiale chiedergli perdono. Pieno di fede e di amore deve dirgli: "Castigami, Gesù mio, per i miei peccati, ma salvami per il tuo amore e la tua misericordia". Ciò fatto, deve cominciare di nuovo a camminare nella perfezione, tenendo presente che il primo passo consiste nel desiderarla veramente, con amore e costanza, senza mai lasciarsi prendere dalla tristezza e dall’abbattimento. In caso contrario, infatti, non farà altro che dispiacere a Dio e lasciar libero ingresso al tentatore, che gli toglierà la pace dell’anima, nella quale accenderà lotte violente.

Preghiamo e cerchiamo di unirci al buon Gesù con confidenza filiale; chiediamogli che ci conceda la grazia di arrivare ad essere come Lui ci desidera, di tenere il nostro sguardo fisso su di Lui, e di non avere altro desiderio che far sempre la sua volontà, costi quello che costi. (El Pan 15, 130-146)

Articolo precedente

Articolo successivo

[Home page | Sommario Rivista]


realizzazione webmaster@collevalenza.it
ultimo aggiornamento 03 agosto, 2022