studi Vangelo e santità laicale

Sac. Angelo Spilla, fam

un apostolo adolescente tra gli altri malati

Papa Francesco nell’Esortazione apostolica "Christusvivit" ricorda che non servono tanti anni per diventare santi: "Il cuore della Chiesa è pieno anche di giovani santi, che hanno dato la loro vita per Cristo, molti di loro fino al martirio. Sono stati preziosi riflessi di Cristo giovane che risplendono per stimolarci e farci uscire dalla sonnolenza. Il Sinodo ha sottolineato che ‘molti giovani santi hanno fatto risplendere i lineamenti dell’età giovanile in tutta la loro bellezza e sono stati nella loro epoca veri profeti di cambiamento; il loro esempio mostra di che cosa siano capaci i giovani quando si aprono all’incontro con Cristo’.Attraverso la santità dei giovani la Chiesa può rinnovare il suo ardore spirituale e il suo vigore apostolico" (nn. 49-50).

Tra le figure che non hanno conosciuto la vita adulta e che ci hanno lasciato la testimonianza di un altro modo di vivere la giovinezza, ricordiamo Angiolino Bonetta, un apostolo adolescente tra gli altri malati.

Angiolino Bonetta (18 settembre 1948 – 28 gennaio 1963) è nato a Cigole, in provincia e diocesi di Brescia, piccolo Comune della Bassa Bresciana. I genitori, Francesco e Giulia Scarlatti, erano modesti operai.

Angiolino si manifestò fin da subito vivacissimo ed intelligente, non mancarono i rimproveri della mamma, quando ancora ragazzino andava a fare, con la complicità della sorella, il bagno nel fiume Mella, abbastanza pericoloso come tutti i fiumi.

Da bambino frequentò l’asilo presso le Figlie della Carità Canossiane. Cominciò da qui quando Angiolino venne avviato alla vita della preghiera, all’amore per l’Eucarestia e al sacramento della riconciliazione. A sei anni ha ricevuto la Prima Comunione, prestandosi pure come ministrante per il servizio liturgico domenicale. Amava pure lo sport, praticando particolarmente il calcio.

Questo bambino, quindi, ha cominciato a distinguersi nel coltivare fin da piccolo una forte vita di fede. A cinque anni già si alzava all’alba per partecipare alla messa delle sei di mattina.

Completate le scuole elementari, Angiolino si iscrive alla scuola di Avviamento Professionale presso l’Istituto Artigianelli di Brescia. Fu propriamente qui, che dopo appena quindici giorni, cominciò a zoppicare vistosamente a causa di forti dolori alla gamba destra.

Fu subito ricoverato presso l’Ospedale Fatebenefratelli di Brescia che ha dato inizialmente una prima diagnosi, osteomielite condensante alla gamba destra, e subito dopo una seconda diagnosi ancora più grave: osteosarcoma della tibia.

Seguì così una lunga convalescenza in ospedale, durante la quale gli venne amputata la gamba. Il periodo post operatorio non fu certamente facile, soprattutto nel venire a sapere di non avere più una gamba.

Anche in questa dura prova, Angiolino non venne meno però alla sua fede, anzi trovò la forza di continuare a pregare ed invocare l’aiuto di Gesù e della Madonna. Al Signore diceva: "Signore, ti ho offerto tutto per i poveri peccatori, ma ora aiutami Tu a non negarti nulla".

Leggeva pure la vita dei tre fanciulli di Fatima, ai quali la Madonna aveva rivolto l’invito di offrire penitenza e preghiere per la conversione dei peccatori. Angiolino si associò così ben subito a questo invito della Madonna.

Fu durante la convalescenza in ospedale che Angiolino ha conosciuto Fausto Gei, malato di sclerosi a placche, appartenente al Centro Volontari della Sofferenza. Angiolino subito aderì a quel sodalizio, convinto che così, unito a Gesù Crocifisso, avrebbe contribuito per la salvezza delle anime.

E nelle sue preghiere aggiungeva pure: "Finora chiedevo al Signore di guarire, ora gli chiederò solo di farmi santo". E a quanti gli suggerivano di chiedere al Signore la grazia della guarigione, Angiolino rispondeva: "No, io prego al Signore soltanto di aiutarmi a fare la sua volontà".

La menomazione non lo bloccò, anzi si muoveva con disinvoltura con le stampelle, partecipando pure, nell’agosto 1961, agli esercizi spirituali tenuti al santuario della Madonna del Sangue di Re (Novara) per il Centro Volontari della Sofferenza.

La malattia di Angiolino cominciò purtroppo ad avanzare tanto che nel 1962 raggiunse i polmoni e ogni terapia radiologica risultava inefficace.

Il primo maggio di quello stesso anno in un ulteriore incontro di preghiere, Angiolino incontrò mons. Luigi Novarese, fondatore del Centro Volontari della Sofferenza e con lui cominciò a partecipare pure ai pellegrinaggi a Lourdes organizzati per i malati. Quando mons. Novarese gli chiese: "Angiolino perché vuoi andare a Lourdes", Angiolino rispose prontamente: "Per chiedere alla Madonna la guarigione". "E perché vuoi guarire?", fu la domanda del sacerdote; e lui: "Per stare con lei, monsignore, e lavorare per gli ammalati".

Nel maggio 1962, vedendo la gravità della malattia, mons. Novarese invitò Angiolino a far parte dei Silenziosi Operai della Croce, un’associazione da lui stesso fondata nel 1950. Angiolino si associò professando i consigli evangelici, impegnandosi a offrire le proprie sofferenze e a essere un apostolo tra gli altri malati. Era il 21 settembre 1962 quando Angiolino pronunziò la professione di associato ai Silenziosi Operai della Croce.

Il 10 ottobre seguente Angiolino si aggravò nuovamente tanto da essere ricoverato, ma considerato che le cure non avevano effetto, Angiolino fu portato a casa, rinnovando però la sua consacrazione alla Madonna per il giorno dell’Immacolata, così come previsto dallo Statuto dei Silenziosi Operai della Croce.

Il 27 gennaio 1963 il parroco lo confessò, portandogli l’Eucarestia come Viatico, amministrandogli pure il sacramento dell’Unione degli Infermi.

Dopo aver pregato e dopo aver preso un po’ di sonno, Angiolino verso le due di notte si sveglia e guardando dolcemente la mamma le dice: "Mamma, ci siamo. Ecco la mia ora". E fissando l’immagine della Madonna che teneva sul comodino, si addormentò nel Signore. Era il 28 gennaio 1963; non aveva ancora compiuto quattordici anni.

Qualche mese prima di morire alla mamma aveva pure detto: "A primavera io starò passeggiando nei giardini del paradiso, insieme alla Madonna".

Fu seppellito nel cimitero di Cigole. Il 19 maggio 1998 è stata aperta la Causa per la sua beatificazione. Il 6 maggio 2000 si è chiuso il processo diocesano per la canonizzazione. L’11 luglio 2020 Angiolino è stato dichiarato venerabile.

Un quattordicenne che raggiunge vertiginose altezze di cosciente eroismo cristiano, un fatto che incide in maniera vasta e concreta nella comunità cristiana, specialmente tra i giovani.

 

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ultimo aggiornamento 14 gennaio, 2023