ROBERTO LANZA

 

"Anziché coltivare una speranza affidabile e vivere a partire da essa, molti giovani tentano continuamente la sorte. Si affida "la propria vita ad un improbabile colpo di fortuna". 

(Card. Baldisseri" XV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, 19.06.2018)

 

Sono parole molto profonde quelle evidenziate all’inizio di questo scritto, termini che si rivolgono ai nostri giovani per fargli prendere coscienza che la giovinezza si deve caratterizzare come un tempo privilegiato in cui compiere scelte importanti (decidere il corso di studi, scegliere la professione, cosa credere, scoprire il proprio essere, assumere impegni, etc.) che determinano l’identità e il corso dell’esistenza di un giovane.

Tuttavia, dobbiamo riconoscere che in rapporto alla fede, i dati statistici che provengono dal mondo giovanile non sono così rassicuranti, la Chiesa sta sempre più perdendo terreno. I giovani italiani che si dichiarano non credenti sono il 29,4%, una percentuale che risulta in crescita e nei paesi come la Francia, il Belgio, la Svezia e la Germania, la percentuale addirittura arriva al 40%. Colpisce l’accelerazione impressionante del fenomeno se si pensa che negli anni Novanta del secolo scorso gli atei erano tra il 10 e il 15% della popolazione giovanile e nel 2012 era del 23 %. Mentre quelli che si professano cattolici sono scesi dal 56% al 50% in un solo anno. Fa riflettere il fatto che i giovani "non credenti", ossia di coloro che oggi si dichiarano "senza Dio" o "senza religione", ha alle spalle "una religione di base", circa l’80% è passato per il battesimo e la prima comunione, e circa i due terzi per la cresima.

Siamo in un tempo "liquido" in cui l’uomo si è sbarazzato di Dio, si vive come se Dio non ci fosse e assumendo il proprio io come unico metro di tutte le "cose": "Se Dio non esiste tutto è permesso". Ci sono domande veramente impegnative che i giovani si pongono oggi: perché non ho il coraggio di fare le scelte importanti che dovrei fare? Che cosa mi blocca e mi impedisce a volte di andare avanti? Sarò capace di perseverare tutta la vita?

Si tratta di rivivere l’esperienza del giovane ricco, che imposta la domanda sulla vita eterna, ma che potrebbe essere tradotta così: Che cosa devo fare, affinché la mia vita abbia pieno valore e pieno senso? Quale uso devo fare della mia libertà? Un giovane con il cuore inquieto che però intuisce che quell’uomo che tutti chiamano Maestro può avere una proposta di vita che può riempire il vuoto esistenziale che porta nel suo cuore. Gesù guarda quel giovane e vede che c’è fuoco sotto la cenere, soffia su quella cenere perché appaia la brace e arda il cuore, arda di amore, in modo che il suo amore incontri l’amore vero, quello che Gesù stesso vuole donargli. Quel giovane si è sentito guardato e amato dal Signore: ecco il messaggio centrale del brano evangelico!

E così ora Gesù può dirgli la verità più profonda: "Una cosa sola ti manca"; Gesù non gli dice: "Sì, tutto va bene, ma se vuoi fare qualcosa di più, allora và e vendi i tuoi beni…", ma gli dice: "Ti manca una cosa, lasciare tutto e seguire me." Ecco dove Gesù ha portato il giovane con il suo sguardo di amore: a riconoscere che gli manca qualcosa, ma a queste parole egli si fa triste e si tira indietro.

 

Quanti nostri ragazzi forse sono nella stessa condizione!

I giovani vogliono essere ascoltati, riconosciuti, accompagnati e che la loro voce sia ritenuta interessane e utile. Non sempre la Chiesa ha questo atteggiamento; spesso fatichiamo a trovare tempo per ascoltarli e accompagnarli alla riscoperta di Dio. Molte nostre comunità non appaiono ancora sufficientemente accoglienti verso i giovani, si nota talvolta scarsa disponibilità al dialogo o incapacità, sfiducia e disagio, impazienza pastorale, la frustrazione di tanti "sentieri" iniziati e interrotti, una pastorale rassegnata di nostalgica conservazione, soprattutto una povertà di proposta educativa. Spesso noi usiamo un linguaggio incomprensibile ai giovani, ci poniamo su una lunghezza d’onda differente dalla loro. Dobbiamo accettare di cercare e di imparare con i giovani un rinnovato linguaggio di fede. Il giovane deve essere aiutato a maturare la consapevolezza e l’esercizio di vera corresponsabilità, a vivere da protagonista nella Chiesa.

Vorrei dire ai giovani: scusateci se non vi abbiamo dato ascolto, se, anziché aprirvi il cuore, vi abbiamo riempito le orecchie di cose inutili. Le nuove generazioni ci chiedono, e ne hanno il diritto, di poter ascoltare la Buona novella, di poter incontrare Gesù, di avere una vita piena. Ce lo fanno capire con i loro modi scanzonati, le domande mute che vengono dalla loro solitudine, quella sorta di indifferenza che è piuttosto diffidenza verso una società e un mondo adulto che non si fa responsabile del loro futuro.

 

Ma in tutto questo discorrere, il nostro carisma cosa è venuto a dirci? Cosa un giovane può trovare nell’Amore Misericordioso?

La Madre Speranza rivolgendosi ai propri Figli e Figlie scriveva così: "Datevi alla gioventù, la quale oggi ha grande necessità di persone religiose che la consigli, la guidi e l’aiuti a camminare in questo mondo di vanità e di inganni... Qui vengono tanti giovani cercando qualche cosa che non hanno trovato neanche all’università... Io vorrei che qui potessero trovare carità, amore, sacrificio". E ancora esortava: "Inculcate in loro l’amore all’Eucaristia, esortateli a ricevere la S. Comunione, parlate loro con frequenza della misericordia e amore del nostro Dio"1.

L’Amore Misericordioso offre sempre una possibilità per una vita piena e densa di significato! Bisogna rimettere il Cristo al centro della vita, questo è il messaggio che la Madre Speranza rivolge oggi ai nostri giovani, perché affermare che Gesù Cristo è il centro e il cuore di ogni cammino di fede, significa anche riportare ogni attenzione educativa della comunità cristiana al suo nucleo fondamentale. In tutti i giovani occorre far crescere quella sete di conoscenza e di comunione con il Signore che i primi discepoli riassumevano in un semplice interrogativo: "Maestro dove abiti?"

 

E allora cosa può offrire l’Amore Misericordioso ad un giovane?

Per rispondere a questa domanda vorrei proprio partire dalle parole del Cardinale Baldisseri riportate all’inizio di questo scritto: "Anziché coltivare una speranza affidabile e vivere a partire da essa". Ecco il grande dono racchiuso nel nostro carisma che i giovani possono scoprire e con il quale possono disporre di un mezzo concreto per vivere al meglio la propria esistenza: il dono della SPERANZA. Quanti dei nostri giovani sono senza Speranza per il futuro, ed è innegabile che senza uno sguardo rivolto in avanti, è impossibile pensare di migliorare le cose, porsi nella prospettiva del domani è, infatti, un esercizio cui non si può sottrarre nessuno.

Papa Francesco ai giovani incontrati in Sardegna nel 2013 diceva: "Un giovane senza gioia e speranza è preoccupante, non è un giovane". Avvertiamo tutti il bisogno di speranza, ma non di una speranza qualsiasi, bensì̀ di una speranza salda e affidabile, in virtù̀ della quale poter affrontare il nostro presente, magari anche un presente faticoso, può̀ essere vissuto e accettato se conduce verso una meta e di questa meta noi possiamo essere sicuri, se questa meta è̀ così grande da giustificare la fatica del cammino. La giovinezza in particolare è̀ tempo di speranze, perché́ guarda al futuro con varie aspettative. Quando si è̀ giovani si nutrono ideali, sogni e progetti; la giovinezza è̀ il tempo in cui maturano scelte decisive per il resto della vita. 

 

Caro giovane, allora come concludere questa riflessione, cosa Dio vuole dirti?

Anche oggi l’annuncio del Vangelo ha bisogno di essere rigenerato dalla speranza, persino il fuoco si spegnerebbe se sotto le sue ceneri non ci fosse una brace che arde e che soffiandoci sopra aiuti il fuoco stesso a rianimarsi e a ravvivarsi. Non si fa nulla senza speranza e i giovani vivono bene dove si respira aria di speranza e fuggono dove non avvertono la presenza di essa. San Giovanni Bosco nel 1884 in una lettera inviata ai salesiani di Torino diceva: "Non basta che i giovani siano amati, ma che capiscano di essere amati". Le cose "vere" della vita nascono sempre dal di dentro, perché solo nel nostro cuore e nel silenzio esse possono crescere e maturare. La speranza diviene possibile e vivibile solo se noi stessi, per primi, la crediamo tale, bisogna avere il coraggio di scavare in profondità del nostro essere, solo chi ha fame apprezza il pane. Solo chi è sceso nelle profondità del proprio mondo interiore e ha scoperto di anelare ad un vero bisogno di salvezza, può sperare. Solo chi è rientrato in se stesso, può attendere l’abbraccio pieno con Dio.

 

È diminuita forse la potenza del sangue di Gesù? O non sarà che è diminuita la nostra fede?

I nostri giovani hanno un enorme bisogno di un messaggio di fiducia, di speranza, di gioia, perché sono stanchi di tante sofferenze, di tante angosce e di tante paure riguardo al futuro. Ecco, a voi giovani è consegnata una "chiave" di lettura per questo tempo, una profezia nuova per recuperare uno stile di coraggio, come solo gli occhi della fede possono donare. Dio non è "scappato" dal mondo, non è assente, non ci ha abbandonato a noi stessi, ma ci viene incontro in diversi modi, che dobbiamo solo imparare a discernere e a riconoscere.

 

Vale la pena di avere l’audacia di una speranza infinita!

Se la pianta non si orienta verso la luce, appassisce. Il mondo ha bisogno di nuove risposte e di nuove energie d’amore, ha bisogno di ritrovare la speranza e di vivere la felicità che si prova nel dare più che nel ricevere, lavorando per un mondo migliore. 

 

E chi meglio di voi può raggiungere questo traguardo?

Cari giovani, l’Amore Misericordioso vi sta dicendo che non ci aspetta il naufragio, Dio non delude e se ha posto una speranza nei nostri cuori non la vuole stroncare con continue frustrazioni. Ovunque voi siate costruite sempre e soprattutto sognate, sognate un mondo che ancora non si vede, ma che di certo arriverà. Continuate a coltivare i vostri ideali e progetti e ricordatevi che un giovane nella gioia e nella speranza è difficile da manipolare, perché l’unica vera ricchezza sarete sempre voi stessi.

Cari giovani, voi siete "l’adesso di Dio", siete la forza della Chiesa, con voi non c’è tramonto, ma si respira l’aria del nuovo giorno, si prova la gioia della vita, la speranza si fa certezza, il futuro è già presente. Cari giovani non abbiate paura di lottare per non cedere alle semplici comodità…prendete sul serio la vita…non scordatevi mai che l’aquilone prende il volo solo con il vento contrario…lasciatevi conquistare dall’Amore Misericordioso per vivere la vita!

Un giorno chiesi ad un giovane: "Hai cercato Dio? E’ per questo che hai impiegato così tanto tempo? Sì, mi rispose l’ho trovato e se ho impiegato tanto tempo era perché commettevo l’errore di andare a cercare Dio, mentre in realtà, era Lui che stava cercando me..." …Dio è un Padre che cerca i propri figli…con amore instancabile come se non potesse essere felice senza di loro!

…io ti auguro di incontrarlo!


1 Cost. Eam, cap. 8°-prima parte

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ultimo aggiornamento 05 aprile, 2023