studi Vangelo e santità laicale

Sac. Angelo Spilla, fam

 

"Attraverso la santità dei giovani la Chiesa può rinnovare il suo ardore e il suo vigore apostolico". Quello che Papa Francesco scrive al n. 50 dell’Esortazione post-sindacale "Christus vivit" sta diventando pian piano realtà. Sono infatti tanti i segnali che ci dicono come la Chiesa sta imparando a riconoscere i tratti di una vita cristiana esemplare in figure di giovani che pur nella loro vita normale testimoniano alla Chiesa di oggi una vita santa, un modello di santità in linea con lo stile di vita dei giovani di oggi.

È un richiamo pure, a mio modo di vedere, come questi esempi di santità giovanile diventano un richiamo anche per gli adulti in modo da non assumere uno sguardo pessimista sui giovani di oggi, o peggio ancora, a rimpiangere nostalgicamente i ‘tempi andati’ come se oggi lo Spirito non soffiasse più.

Si apprezzi, dunque la Chiesa che continua ad additare modelli positivi e replicabili di giovani ‘riusciti’ e felici in quanto cristiani, in un contesto culturale che privilegia valori lontani da quelli del Vangelo.

Un esempio, ancora, di questi modelli di vita di santità giovanile lo troviamo in Matteo Farina, dichiarato venerabile da Papa Francesco per l’esercizio delle virtù vissute in grado eroico.

Matteo Farina (19 settembre 1990 – 24 aprile 2009) è stato dichiarato, dalle stesse parole, un "infiltrato", capace di "entrare silenzioso come un virus". Sembra strano, in epoca di pandemia, ma questo è stato l’obiettivo suo, un giovane in grado di contagiare i coetanei con l’amore di Dio, che definiva "Una malattia senza cura", tanta era la sua fede che desiderava trasmettere ai suoi coetanei.

Matteo Farina nasce ad Avellino, paese natale del nonno paterno ma vivrà sempre a Brindisi circondato dall’amore dei genitori, Miky e Paola Sabbatini, lui impiegato di banca e lei casalinga.

Matteo riceve il battesimo, a Brindisi, nella parrocchia "Ave Maris Stella", parrocchia affidata ai padre cappuccini, con la quale ha stretto un profondo legame. Questi hanno trasmesso a Matteo lo spirito francescano e la devozione sia a san Francesco d’Assisi che verso san Pio da Pietrelcina.

Matteo cresce serenamente, mostrandosi bambino solare e allegro, mostra pure una vivace intelligenza, con il desiderio di volere sempre più conoscere ed imparare.

Dopo le scuole medie, poiché si sente portato verso l’informatica, Matteo si iscrive all’Istituto Tecnico Tecnologico di Brindisi, vedendolo appassionato presto alla chimica; da lì passa all’altro Istituto tecnico "Majorana", liceo delle scienze applicate. Il suo desiderio sarà quello di frequentare, poi, gli studi di ingegneria chimico-ambientale, in modo da potersi metter al servizio di Dio anche attraverso la tutela dell’ambiente.

Ma non manca in Matteo anche l’impegno alla vita spirituale, sente il bisogno di conoscere e meditare la Parola di Dio, legge quotidianamente il Vangelo, si accosta frequentemente all’Eucarestia e al sacramento della riconciliazione. Sa sostare con grande raccoglimento davanti al Santissimo Sacramento; recita il santo rosario e mostra la devozione al Cuore di Gesù con la pratica dei primi venerdì del mese.

Già dall’età di nove anni, Matteo sente il bisogno di evangelizzare, in modo discreto senza mostrarsi presuntuoso, verso tutti coloro che gli stavano intorno, familiari, amici e conoscenti.

Comincia a scrivere nel suo diario tutti questi suoi sentimenti e propositi. Riguardi a questa sua missione ha scritto particolarmente: "Spero di riuscire a realizzare la mia missione di "infiltrato" tra i giovani, parlando loro di Dio (illuminato proprio da Lui); osservo chi mi sta intorno, per entrare tra loro silenzioso come un virus e contagiarli di una malattia senza cura, l’Amore!".

Nel settembre 2003, però, a causa di forti attacchi di mal di testa e di problemi alla vista, inizia il calvario di Matteo. Viene visitato in diversi ospedali, da Avellino a Verona e poi nella clinica di Hannover in Germania per essere sottoposto ad un intervento di biopsia al cervello.

Matteo continuerà a scrivere nel suo diario rivelando il coraggio e la serenità con cui affronta la malattia. Gli esiti degli esami rivelano un edema esteso nella zona temporo-occipitale destra del cervello, al di sotto della quale si sospettava la presenza di cellule maligne.

Con la forza nella fede, continua a mostrarsi innamorato della vita. Sostiene più di un intervento di craniotomia per esportare il tumore celebrare di terzo grado. Tutto questo mentre continuava i suoi studi alla scuola superiore.

Nel gennaio 2009 venne sottoposto ad un terzo intervento, nel mese seguente fu colpito da una paralisi al braccio e alla gamba sinistra, costretto a utilizzare la sedia a rotelle. Continua ad affidarsi al Signore dicendo: "Dobbiamo vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo, ma non nella tristezza della morte, bensì nella gioia di essere pronti all’incontro con il Signore!".

Il 13 aprile 2009 all’ospedale Perrino, Matteo ha ricevuto la visita dell’arcivescovo mons. Rocco Talucci dandogli anche l’ultima comunione. E prima di morire, il 24 aprile, la mamma gli chiese se volesse offrire la sua grande sofferenza per la salvezza delle anime; Matteo facendo cenno con la testa e con gli occhi ha risposto di "si". Muore così a 18 anni nella sua Brindisi.

Matteo ha vissuto la sua vita nella continua ricerca della volontà di Dio. Quanti lo hanno incontrato testimoniano l’eroicità della sua fede che lo ha contraddistinto.

Ha portato a compimento la sua missione di "infiltrato tra i giovani" chiamato a parlare loro di Dio.

Il 6 maggio 2020 Papa Francesco lo ha dichiarato "venerabile". Le spoglie di Matteo Farina riposano nella cattedrale di Brindisi.

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ultimo aggiornamento 18 novembre, 2023