DAL SANTUARIO DI COLLEVALENZA
 
P. Domenico Cancian fam

 

Voce del Santuario

Aprile 2003

 

 

 

 

 

 

 

Santuario di Collevalenza

 

"Guardate le mie mani e i miei piedi" (Lc 24,39)

Gesù risorto invita i suoi discepoli, che stupiti e spaventati credevano di avere davanti un fantasma, a guardare le sue mani e i suoi piedi. Come del resto pretendeva Tommaso: “Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò” (Gv 20,25). E Gesù, apparendo ancora ai dodici, chiama Tommaso e gli dice di verificare di persona, con i suoi occhi e le sue mani, l’identità del Maestro.
Quindi i segni della crocifissione sono la prova più chiara che il Risorto è proprio Gesù. Le ferite che gli uomini hanno impresso nel suo corpo benedetto saranno per sempre il contrassegno inequivoco di Gesù. Sarà identificato come il Crocifisso Risorto.
“Egli continua a offrirsi per noi
e intercede come nostro avvocato:
sacrificato sulla croce più non muore,
e con i segni della passione vive immortale”
(Prefazio Pasquale III).
Non solo. Anche i suoi discepoli più fedeli porteranno le sue stimmate, chiaramente visibili. Gesù condivide con loro passione e gloria. S. Paolo è chiarissimo: “Io ritenni di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e questi crocifisso” (1 Cor 2,2). “Io porto le stigmate di Gesù nel mio corpo” (Gal 6,17).
Questo per dire che la verifica principale della nostra fede va fatta davanti al Crocifisso. Il vero Gesù è quello Crocifisso. Il risorto porta i segni della crocifissione. Per questo Madre speranza ripropone al centro della sua spiritualità l’icona del Crocifisso dell’Amore Misericordioso. Lì si deve capire l’Amore e la Misericordia di Gesù.
Dio è Amore, e la massima rivelazione dell’Amore sono le mani e i piedi forati dai chiodi. Sulla croce contempliamo la vittoria dell’Amore e le piaghe del Cristo risorto restano i segni della sua gloria.
Ecco il mistero pasquale che siamo chiamati a vivere nella nostra carne. Cristo Crocifisso Risorto dà a noi la possibilità di vivere la sua stessa esperienza: portare come Lui le stimmate della nostra passione, vincere l’odio e la violenza col perdono, offrire la nostra stessa vita per i fratelli, facendoci loro servitori, obbedire e affidarsi al Padre anche nel momento in cui tutto sembra un fallimento totale. Con fede viva, speranza certa, carità ardente. Quando noi ci “vanteremo anche nelle tribolazioni” (cf Rom 5,3) e ci sentiremo beati nelle persecuzioni (cf Mt 5,10), allora Cristo è risorto anche in noi e porteremo come Lui le piaghe gloriose, segno inconfondibile dell’Amore.

Ecclesia de  Eucaristia

L’ultima Enciclica dell’infaticabile Giovanni Paolo II è una riflessione sull’Eucaristia: la Chiesa nasce dall’Eucaristia.
“La Chiesa vive dell’Eucaristia. Questa verità non esprime soltanto un’esperienza quotidiana di fede, ma racchiude in sintesi il nucleo del mistero della Chiesa… Perciò lo sguardo della Chiesa è continuamente rivolto al suo Signore, presente nel Sacramento dell’Altare, nel quale essa scopre la piena manifestazione del suo immenso amore” (Ecclesia de Eucaristia, n.1).
Invito a leggere e meditare questo testo che ci aiuta a valorizzare meglio il sacramento più grande dell’Amore Misericordioso di Gesù. Non a caso Madre Speranza ha voluto unire, nell’immagine di Gesù Crocifisso, la croce all’ostia. Gesù ci dona il suo Amore in quel Pane che è Lui stesso.
Pure l’immagine di Maria Mediatrice porta l’ostia, in cima ad un bellissimo giglio. Lei ha accolto e custodito nel suo seno verginale Gesù. Anche qui Gesù è presentato nel segno più alto, nel pane eucaristico che lei, madre di Gesù e nostra, ci offre perché possiamo vivere pure noi con Lui e per Lui.
Gesù, nel culmine del suo amore per l’uomo, restò nell’Eucaristia, per unirsi a noi e trasformarci in Lui. Il cuore dell’uomo è la dimora preferita di Gesù: diventa un tabernacolo vivente” (Madre Speranza).
Proprio in questa linea vanno le ultime pagine dell’enciclica del papa, dove afferma che Maria in tutta la sua vita è stata una donna “eucaristica”.
Maria portando nel suo grembo verginale il Figlio di Dio, “anticipa in sé ciò che in qualche misura si realizza sacramentalmente in ogni credente che riceve, nel segno del pane e del vino, il Corpo e il Sangue del Signore… E lo sguardo rapito di Maria nel contemplare il volto di Cristo appena nato e nello stringerlo tra le sue braccia, non è forse l’inarrivabile modello di amore a cui deve ispirarsi ogni nostra comunione eucaristica?” (n. 55).
Maria ha vissuto più di tutti la dimensione sacrificale dell’Eucaristia, la dimensione della lode nel Magnificat, la fede nel Dio che, nella sua misericordia, fa grandi cose (cf nn. 53-58).

Pasqua 2003 al Santuario

Rispetto all’anno scorso, i pellegrini che hanno partecipato alla Pasqua qui al Santuario, sono decisamente aumentati. Non so, ed è comunque relativo, quantificare. Ringraziamo in modo particolare il Signore per l’attenzione e la disponibilità delle persone a vivere la pasqua cristiana (soprattutto con i sacramenti della riconciliazione e dell’eucaristia).
Da parte nostra ci siamo impegnati ad offrire celebrazioni che, secondo le indicazioni della Chiesa, aiutassero a rivivere il mistero pasquale. I criteri che ci guidano sono: semplicità, dignità, essenzialità. Cerchiamo di fare in modo che la pietà popolare non diventi devozionalismo e che la Liturgia non sia una fredda celebrazione.
Vogliamo, più specificamente, che il Santuario canti e celebri, nella luce dello Spirito, le misericordie del Padre, rivelate dal Cristo, soprattutto nel mistero della Pasqua.

Era strapiena la Basilica, e in parte anche la Cripta, nella celebrazione della Domenica delle Palme, nella Messa delle 17, preceduta dalla tradizionale Sacra Rappresentazione dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme. Abbiamo cercato di tenere separati i due momenti per non generare confusione.

Mercoledì santo alle 17 abbiamo partecipato al duomo d’Orvieto alla Messa del Crisma, presieduta dal nostro Vescovo, S. Ecc. Mons. Decio Lucio Grandoni. Come sapete, avendo già raggiunto i 75 anni di età, obbedendo alle vigenti disposizioni della Chiesa, ha dato le sue dimissioni da Vescovo di Orvieto-Todi. Nella sua “Lettera Pastorale di Congedo” rivolge a tutti i fedeli della diocesi l’appello a conservare intatta la Fede cristiana cattolica, che circa 1830 anni fa giungeva qui da Roma.
Il Santuario ha un respiro internazionale, ma non per questo si sente meno inserito nella Chiesa Particolare e cerca di offrire il proprio contributo nell’ottica del carisma dell’Amore Misericordioso trasmessoci dalla Ven. Madre Speranza.
La lettera del Vescovo termina con tre “grazie”. Anche noi lo vogliamo ringraziare per il bene che ci ha voluto e ci ha dimostrato in molteplici occasioni, soprattutto aiutando P. Alfredo e apprezzando il servizio che la Madre ha generosamente offerto ai sacerdoti.

Giovedì Santo il nostro Superiore, Padre Aurelio Perez, ha presieduto la Messa della “Cena del Signore”. Commentando l’enciclica del Papa sull’Eucaristia, ha esortato a vivere con immensa gratitudine la S. Messa e il comandamento dell’amore; quindi ha lavato i piedi a dodici persone, ripetendo il significativo gesto di Gesù.
Dopo di che abbiamo, a turno, adorato il Ssmo Sacramento fino alle 17 del Venerdì Santo, momento in cui abbiamo celebrato la Passione del Signore e adorato la Croce. Ha presieduto Padre Franco Sbarbati. Un po’ prima, alle 15, qualche centinaio di persone ha partecipato con molta devozione alla Via Crucis lungo il Viale. L’ha guidata Padre Claudio Gilotti.
Molto apprezzata la Sacra Rappresentazione della Passione di Gesù, organizzata ancora una volta dalla Parrocchia di Collevalenza.

Sabato Santo alle 18 Padre Carlo ha offerto un applauditissimo Concerto d’Organo che ci ha preparato alla celebrazione della Pasqua. Ha eseguito brani famosi di Bach, Mendelssohn, Liszt, Bossi, Frank. Non poteva mancare il suo capolavoro: variazioni su Alleluia.
Padre Carlo ha naturalmente animato, come sempre, le Liturgie suonando l’organo da vero maestro, dirigendo il coro e cantando lui stesso. Lo ringraziamo di cuore per questo prezioso servizio che aiuta non poco a pregare.
La Veglia Pasquale è stata una celebrazione molto partecipata: si respirava la gioia della Risurrezione di Gesù. Padre Lucas, il nostro Superiore Generale, con la sua bella voce, ha cantato le parti più significative e poi ha invitato a vivere la Pace del Risorto e a portarla nel nostro mondo.
Le Messe della Domenica di Pasqua sono state affollatissime, soprattutto alle 11 e alle 17. Si sono riempite la Basilica e la Cripta. Anche il giorno dopo, abbiamo avuto molti pellegrini. Abbiamo confessato proprio tanto. Confratelli sacerdoti di altre comunità di hanno aiutato. Grazie a Dio le persone si confessano bene. Quando poi ci si ritrova con chi da molti anni aveva perso la strada che porta in chiesa, allora la commozione è eccezionale: ci sembra di essere partecipi della gioia del Padre misericordioso che abbraccia il figlio ritrovato e del buon Pastore che contento si porta sulle spalle la pecora perduta e ritrovata.
Per quanto è possibile, offriamo la Liturgia Penitenziale e vediamo che le persone l’apprezzano e poi si confessano meglio.
Per questo abbiamo anche approntato una nuova edizione del sussidio per aiutare a confessarsi. S’intitola: “Il sacramento della Riconciliazione”.

I “fine settimana”

Come altre volte scrivevo, continuiamo a registrare tantissime persone, nei “fine - settimana”, specialmente a partire da marzo – aprile. Questo fatto di dice la fede della gente che, invece di andare a divertirsi, preferisce fare il pellegrinaggio per chiedere aiuto al Signore ed anche per ringraziarlo. Molti sono quelli che ritornano dopo l’esperienza positiva precedente, ma tanti sono anche i nuovi che arrivano con una certa curiosità e poi si coinvolgono, pregano fervorosamente. Gli uni e gli altri ripartono felici.
Nei giorni 5-6 aprile sono arrivati circa 25 gruppi. Nei giorni 24 aprile – 4 maggio, anche a motivo dei famosi “ponti”, abbiamo avuto almeno una settantina di pullman, provenienti dalle più svariate città italiane e anche dall’estero. Insomma l’Amore Misericordioso sta attraendo molta gente in questo suo Santuario, roccolo della misericordia e noi siamo contenti (qualche volta anche un po’ stanchi) di poter raccontare quanto Lui vuole bene all’umanità di oggi.
Vi chiediamo di pregare anche per noi per svolgere al meglio la nostra missione e perché possiamo avere nuove vocazioni.

Casa del Pellegrino

Molto richiesta in questo periodo la nostra Casa del Pellegrino che, in certi giorni, si riempie. Le nostre sorelle la rendono accogliente e familiare, per cui non è e non diventa un albergo, ma un’appendice necessaria del Santuario. Basti entrare nella hall, nella sala da pranzo, nella sala delle conferenze e si nota un clima sereno.
Nasce tra i pellegrini una certa amicizia. Pensate che Sergio Bissoli ha portato il 2-4 maggio 3 pullman da Verona e ha offerto a tutti (quasi 400 persone) un ottimo risotto, una vera specialità cucinata qui da loro.
Lo stesso Sergio, in collaborazione con il parroco, aveva organizzato un pellegrinaggio di una decina di ciclisti che in tre giorni hanno raggiunto Collevalenza, partendo sempre da Verona. Hanno donato al Santuario una bellissima lampada votiva. Li abbiamo accolti con affetto e con loro abbiamo pregato l’Amore Misericordioso. Un altro gruppo di Saronno, guidato da Silvano e Antonio, animato da Don Pierluigi, si è alloggiato alla Casa del Pellegrino per 4 giorni. Hanno voluto vivere momenti prolungati di preghiera con noi e da soli. In questo modo ci siamo potuti conoscere bene, abbiamo pensato di rincontrarci e di pregare gli uni per gli altri.

Centro Volontari Sofferenza

Una particolare menzione merita l’Associazione fondata da Mons. Novarese, che ha frequentato il Santuario e apprezzato Madre Speranza.
Dal 24 al 27 aprile hanno avuto il loro Convegno, molto ben organizzato. E’ ormai la terza volta che arrivano qui. Erano quasi 400, di cui una cinquantina in carrozzella. Don Giovanni, il Moderatore generale e Don Armando, l’organizzatore, sono ormai di casa.
Interessanti le relazioni sul tema dell’identità, dell’appartenenza, e della missionarietà di chi appartiene all’Associazione, sorta per valorizzare al massimo la sofferenza umana.
Ben curate le Liturgie e ottima la partecipazione.
Venerdì alle ore 21 Angelo Franchini, un giovane attore, ha presentato, ai Volontari della Sofferenza, un’opera di notevole valore letterario: “Testimoni oculari di Gesù”. Da solo ha messo in scena alcuni personaggi biblici, suscitando commozione e interesse nel pubblico.
Sabato 26 S. Ecc. Mons. Paolo Rabitti, Vescovo di S. Marino-Montefeltro, ha presieduto la Concelebrazione conclusiva. Ha presentato la figura di Gesù che lava i piedi, come modello del nostro amare e del nostro servire.

23 aprile

Mercoledì 23 aprile abbiamo ricordato con tanta gratitudine il primo anniversario del riconoscimento delle virtù eroiche di Madre Speranza da parte della Chiesa.
A presiedere la celebrazione eucaristica è arrivato, a sorpresa, S. Ecc. Mons. Domenico D’Ambrosio, già Vescovo di Foggia-Bovino e da poco nominato Arcivescovo di Manfredonia-Vieste, Delegato della S. Sede per le Opere di S. Pio da Pietralcina. E’ venuto qui per prepararsi a questa nuovo ministero.
Ci ha raccomandato di custodire l’eredità spirituale della Madre Speranza, così come lui s’impegnerà a custodire, secondo la volontà del S. Padre, l’eredità spirituale di S. Pio. Lo ringraziamo di cuore per l’amicizia che da diverso tempo ci dona e le auguriamo un fruttuoso ministero apostolico.

Vita di famiglia

Il 3 maggio alcune nostre benemerite consorelle hanno ricordato il loro 50 ° di vita consacrata nella Congregazione delle Ancelle dell’Amore Misericordioso. Più precisamente sono: Madre M. Rosaria (Roma), Sr. Agostina e Sr. Maria (Collevalenza), Sr. M. Angeles (Fermo), Sr. Sofia e Sr. Benita (Spagna).
Con loro abbiamo molto ringraziato l’Amore Misericordioso per la testimonianza e il servizio reso alla nostra Famiglia religiosa. Sono state tra le prime Ancelle che hanno collaborato strettamente con la Madre, imparando da lei tante virtù: in modo particolare il sacrificio, la preghiera, la dedizione semplice e generosa, senza risparmio di energie. Veramente ci hanno dato molto buon esempio. Chiediamo al Signore di portare a compimento la loro bella testimonianza, invocando nuove vocazioni con questo spirito.

Per quanto ci è possibile manteniamo i rapporti di comunione fraterna con i notri Sacerdoti diocesani con voti: abbiamo visitato Don Ersilio, Don Giuseppe Fortunato che sta abbastanza male, Don Mimì Monda. Padre Aurelio ha prestato un servizio pastorale a Don Ciro Galisi, il cui papà è deceduto proprio mentre sto scrivendo. Al nostro confratello la nostra preghiera e le nostre più sincere condoglianze.
Io ho avuto il piacere di predicare gli Esercizi Spirituali nella parrocchia di Don Angelo Spilla a S. Cataldo (CL), dove ho incontrato anche Don Alessandro, Don Salvatore, Don Sergio.
Con don Piero Boscherini ci vediamo spesso al Santuario.
Approfitto per salutare tutti gli altri che non abbiamo potuto incontrare in questo periodo.
Vorremmo aiutarci a rispondere sempre meglio alla nostra vocazione con una vita santa.

Stiamo accompagnando alcuni giovani che desiderano fare gli Esercizi Spirituali e il discernimento vocazionale. Padre Aurelio Perez è appena tornato dalla Romania dove, nella casa delle nostre consorelle, ha guidato, con l’aiuto del confratello Julian Butnaru, un corso di Esercizi Spirituali e ha partecipato al Raduno dei Giovani della Diocesi di Iasi proprio a Barticesti, dove vivono le consorelle. Voglia il Signore far fruttificare questo lavoro e suscitare nuove vocazioni.

Episodi del mese

Vorrei anzitutto ricordare con piacere le molte coppie di sposi che vengono al Santuario per celebrare l’anniversario del loro matrimonio. E’ proprio bello vedere questi sposi felici per quanto hanno insieme condiviso.
Trascrivo una lettera di una coppia.
“Reverendo Padre, è la settima volta che torno a Collevalenza e per me è sempre un’esperienza meravigliosa. Questa volta siamo venuti io e mio marito perché è il 35° anno di matrimonio. Abbiamo condiviso gioie e sofferenze. Con l’aiuto della fede abbiamo sempre superato le difficoltà incontrate nel nostro lungo cammino. Abbiamo avuto una figlia, ora felicemente sposata. E’ arrivato anche un nipotino meraviglioso. Anche loro vengono a Collevalenza perché hanno ricevuto delle grazie.
Oggi vogliamo ringraziare di vero cuore l’Amore Misericordioso e la Madre Speranza”.

Purtroppo arrivano coppie in crisi. Ne ho presenti alcune per le quali invito a pregare, fortemente convinto che, quando “salta la famiglia”, si perde un bene fondamentale, preziosissimo.

Un giovane uomo, sposato, con una bambina, mi racconta un brutto momento di depressione.
“Mia moglie aveva appena partorito e io per il troppo lavoro sono arrivato all’apatia più completa. Non mi interessava più nulla. Ho pensato anche di farla finita. Ma nel piccolo spiraglio di luce che mi rimaneva ho continuato a pregare, ad affidarmi al Signore. E Lui piano piano si è fatto sentire: non solo sono guarito, ma ho potuto imparare a non esagerare nel lavoro, a pregare di più, a voler bene a chi sta male… Sono contentissimo. Sono qui per ringraziare!”

Una donna perde l’unico figlio in un incidente stradale. Non frequentava la Chiesa. Con la disgrazia è esploso l’odio. Poi “mi sono rivolta al Signore chiedendo fortemente un segno della sua presenza. Piano piano, guidata da una luce particolare, quasi fisica, ho imparato a pregare. Adesso sono molto unita al Signore, prego ogni giorno il Rosario… ho la gioia nel cuore, sento che mio figlio è con me”.

Mese di maggio

Il mese tradizionalmente dedicato a Maria è già quasi alla fine.
Spero che, almeno in questo mese, abbiamo apprezzato ancora di più la bellezza del rosario, un tesoro che il Papa ci ha fortemente raccomandato di riscoprire. Facciamo il proposito di pregarlo ogni sera in famiglia e avremo, per intercessione di Maria, molte grazie.
Vorrei invitarvi il 31 maggio, festa della Visitazione della Beata Vergine, ad un rinnovato affidamento a Maria, per lasciarci condurre da lei, Madre di Dio e Madre nostra, sulle orme di Gesù.
Invochiamola come Mediatrice di grazia e di misericordia, un festa che noi celebriamo l’8 maggio. Mettiamoci sotto la sua protezione materna e affidiamoci a lei perché con le sue delicate mani che hanno avuto cura del buon Gesù educhi anche noi, ci ispiri i sentimenti del cuore di Gesù, ci insegni a dire il nostro sì alla volontà del Padre, ci sia vicina in tutti i pericoli della vita, ci ottenga la grazia di una morte santa.

Foto di gruppo
da Perugia da Porto San Giorgio (AP) da Roma

 

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ultimo aggionamento 25 maggio, 2003